domenica 25 agosto 2019

E se la sinistra sconnessa tornasse al potere?




La politica, sebbene arte del possibile, dovrebbe partire sempre dalla realtà; e questa, piaccia o non piaccia, è sempre cosa fatta. Purtroppo in Italia c’è un’intera classe dirigente, quella di centrosinistra, ex democristiani di sinistra ed ex comunisti per lo più, che pretende di possedere una sua realtà da imporre al popolo nella presunzione che sia la migliore possibile e che il popolo sia, per definizione, incapace di pensare e di agire per il meglio. Peccato che in democrazia ci sia un passaggio fondamentale: la volontà del popolo, che si esprime con il voto o attraverso i sondaggi di opinione, diventati sempre più attendibili, che consentono di saggiare umori e tendenze dell’elettorato. Il popolo non dice direttamente questo lo voglio e questo no, ma individua quei politici che sanno interpretare la sua volontà e di essi si fida fino a prova contraria. Così ci sono partiti e uomini che alle elezioni vengono premiati e partiti e uomini che vengono penalizzati. Il discrimine sta nella connessione col popolo. I connessi avanzano, gli sconnessi retrocedono. Quale altra spiegazione dare alla crisi della sinistra in Italia?
La conseguenza della sconnessione sinistra-popolo ha determinato l’insorgere del grillismo, con variabili populiste e sovraniste. Movimenti anti establishment, anti casta e ostili alla politica intesa come “cosa loro”, sono sorti in Italia in questi ultimi vent’anni. Questi movimenti godono del favore del popolo e taluni loro provvedimenti legislativi ne interpretano la volontà in merito ad alcune problematiche, sicurezza in primis. La politica dei porti chiusi, i decreti sicurezza, che tanto hanno fatto e fanno inorridire il centrosinistra, sono espressione della volontà popolare. Il popolo lo vuole come nel medioevo alle crociate: Deo lo vult.
Invece, cosa accade? Stiamo assistendo in questi giorni di crisi di governo a incredibili insistenze. Il centrosinistra, penalizzato nelle ultime votazioni, proprio a causa della perduta connessione col popolo, piuttosto che cambiare registro, è tornato ad insistere su alcune politiche, in specifico sull’immigrazione e sulla sicurezza. Nei dibattiti televisivi e negli interventi sui giornali i suoi rappresentanti non fanno che parlare di una realtà che non esiste, senza mai nominare il popolo e i suoi bisogni, quando è di tutta evidenza che l’unica realtà esistente è quella che s’incentra nel popolo elettore. Quel che dicono è accademia, compresa la pretesa pedagogica della classe dirigente, secondo cui non i politici devono capire e seguire il popolo, ma il popolo deve capire e seguire i politici. Per cui se arrivano in continuazione migranti è giusto accoglierli per ragioni umanitarie, a prescindere da quanti sono e dalle conseguenze che ne deriveranno, di stravolgimento etnico, sociale, culturale, religioso, identitario del paese. Per cui se in casa ti entrano di notte dei ladri piuttosto che difenderti armi in pugno è più civile pregarli di avere pietà, di prendere quel che vogliono e di risparmiare i malcapitati.
Ora, il popolo italiano non è d’accordo con una simile politica di resa e lo ha dimostrato votando per la Lega di Salvini, consentendogli di raggiungere il doppio dei consensi nel giro di poco più di un anno di politiche per così dire populistiche. Vedi sondaggi e risultati alle Europee del 26 maggio.
Sbaglia il popolo ad attestarsi su posizioni salviniane? Mettiamo di sì per comodità di ragionamento o per convinzione. Ma che democrazia sarebbe quella che manifestamente mettesse il governo, nell’ipotesi di un ritorno del Pd, contro i desiderata del popolo, aprendo i porti e abolendo i decreti sicurezza? Perché il popolo dovrebbe capire una classe dirigente che a sua volta non vuol capire il popolo e anzi opera in totale dissenso? Il centrosinistra non lo ha sconfitto Salvini, lo ha sconfitto l’elettorato dando il voto a chi meglio è riuscito a sintonizzarsi con lui. I decreti sicurezza, che ora i Dem vorrebbero abolire, come una delle condizioni per fare un governo coi Cinquestelle, sono strumenti di difesa del popolo, non sono elargizioni di un folle, di un esagitato, di un fanatico baciamadonne.
Prima dell’avvento di Salvini, per i precedenti governi di centrosinistra, l’Italia nulla poteva fare per arginare i flussi migratori. Si diceva che purtroppo con tante migliaia di chilometri di coste che ha l’Italia doveva subire per condizione naturale. E mentre la Francia ci riportava indietro di notte gli immigrati, l’Austria minacciava di costruire muri al confine, la Spagna sparava addirittura contro gli immigrati, la Germania con tecniche, di cui solo lei è capace, li riportava indietro, noi italiani, solo noi, dovevamo subire. Poi è arrivato Salvini e sia pure con qualche forzatura ha dimostrato di poter fermare i flussi fino a ridurli di più del novanta per cento. Sarà un caso, ma da quando sono entrati in vigore i decreti sicurezza sono diminuite le rapine in casa e non c’è stato nessun far west, come il centrosinistra aveva paventato.
Si dirà: il popolo finisce sempre per subire la propaganda di chi è al governo. La destra lo spaventa per giustificare la politica della durezza; la sinistra rassicura e minimizza per giustificare il non intervento. Ma, al di là della propaganda, c’è la realtà innegabile, la sola che convince il popolo.
Ora, nel momento in cui, in seguito alla caduta del governo gialloverde, si prospetta il ritorno del centrosinistra al potere, che fanno i Dem? Tornano a predicare accoglienza e abolizione dei decreti sicurezza, in breve tornano ad una politica ampiamente condannata dal popolo. E quel che è più grave è che si vorrebbe impedire al popolo di tornare al voto e passare il governo a chi ha perso le elezioni e perciò è senza legittimazione popolare.

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