lunedì 13 luglio 2020

I giorni del Coronavirus 36



Mercoledì, 20 maggio. La situazione. In Italia: casi totali 226.699 (+ 813), attualmente positivi 65.129 (- 1.424), guariti 129.401 (+ 2.075), deceduti 32.169 (+ 162). In Puglia: attualmente positivi 1.941 (- 54), guariti 1.982 (+ 62), deceduti 473 (+ 2). E’ una situazione in discesa ma con lievi alti e bassi, cresce il numero dei contagiati, specialmente in Lombardia.

Torno a tagliarmi i capelli dopo quattro mesi. Mi aspetta alle 14,00 il mio parrucchiere Carlo Branca a Torre S. Giovanni. E’ da anni che io i capelli me li taglio su appuntamento ogni mese. Il lungo periodo di quarantena me li ha cresciuti in maniera insopportabile, mi vanno negli occhi, in testa sembro avere un casco. Molti se li sono tagliati da sé – almeno, così dicono – e fra questi il filosofo Massimo Cacciari, che peraltro li ha nerissimi e dice che così sono naturali. A Cacciari filosofo ci sarebbe da credere, a Cacciari personaggio, nemmeno per sogno. Del resto la barba gli è decisamente incanutita. 

Ho il vago presentimento che le cose si metteranno male. Come era prevedibile lo sciogliete le righe è stato inteso come un liberi tutti di strafottersene e di fare quel che pare e piace. Le autorità continuano a lanciare messaggi di prudenza. Ranieri Guerra, il vice direttore dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ieri sera a “Di Martedì” su “La Sette” parlava di un virus mostro, che attacca i più deboli non solo ai polmoni ma in tutti gli organi vitali, specialmente quelli già attinti da sofferenza. 

Non si sa come e quando questa epidemia sia sorta in Cina e di lì diffusasi nel mondo e non credo che mai si saprà; ma, a prescindere da ogni considerazione, c’è che sta come una prova generale di ciò che potrebbe accadere se una potenza mondiale decidesse di attaccare e sconfiggere una potenza nemica liberando un virus micidiale. La Cina, che pure è il paese dove si è verificato il trapasso del virus dall’animale all’uomo, ha subito meno danni di molti altri paesi, compresi gli Stati Uniti d’America. Quali potrebbero essere, a questo punto, gli esiti di un conflitto mondiale? Un paese si prepara a difendersi dal virus che poi libera e diffonde nel mondo, sicché quando dappertutto infuria l’epidemia il paese che lo ha liberato e diffuso è il più protetto. E’ un’ipotesi nient’affatto peregrina. A ben riflettere è quanto è accaduto col Covid-19. Che Trump abbia ragione? 

Giovedì, 21 maggio. La situazione. In Italia: casi totali 227.364 (+ 665), attualmente positivi 62.752 (- 2.377), guariti 132.282 (+ 2.881), deceduti 32.330 (+ 161). In Puglia: attualmenrte positivi 1.902 (- 39), guariti 2.027 (+ 45), deceduti 478 (+ 5). Situazione  pressoché stabile.

Telefono alla Credem per un appuntamento. Non risponde. Tutte le disgrazie della terra le istituzioni, sia le pubbliche che le private, le scaricano sui poveri cittadini, ognuno dei quali poi si vendica sul primo suo simile che gli capita. Nel famoso Dpcm dell’8 marzo si disse che le banche e gli uffici postali rimanevano aperti al servizio del cittadino. Nei fatti non è stato così. Sia le banche che gli uffici postali sono “aperti” con le virgolette. In pratica le virgolette, necessità grafica per significare la dissonanza dalla normalità, si traducono in comportamenti di chiusura e di respinzione. Le banche non effettuano più molte delle operazioni che prima normalmente effettuavano, come prelievi e bonifici, mentre sono aperte solo di mattina e ricevono per appuntamento, salvo che quando telefoni per fissarlo non rispondono. Non parliamo degli uffici postali, che offrono uno spettacolo, con le code all’esterno, da questuanti. Invece di aumentare il personale e raddoppiare i tempi, hanno diminuito gli uni e dimezzato gli altri. Tanto, a loro che cazzo importa? Ci sono i fessi, i soliti immarcescibili fessi!

Venerdì, 22 maggio: 90° del Coronavirus. La situazione. In Italia: casi totali 228. 006 (+ 642), attualmente positivi 60.960 (- 1.792), guariti 134.560 (+ 2.278), deceduti 32.486 (+ 156). In Puglia: attualmente positivi 1.839 (- 63), guariti 2.096 (+ 69), deceduti 478 (=). Situazione decisamente migliorata. 

Chiudo oggi questo diario, dopo 90 giorni. Avverto una sorta di normalità, più che altro dovuta alla ripetitività di quanto accade. Normalità ben lontana dalla normalità vera, precoronavirale; una normalità che non fa pensare a nulla che tu non abbia già pensato il giorno prima. Perciò, concentriamoci su altro, se ci è possibile.

In banca oggi, dalla Credem, mi sono ancora una volta innervosito. Tutte queste cazzo di precauzioni, limitazioni, impedimenti come si giustificano? Cosa c’entrano le banche con la pandemia? Perché andare in banca per appuntamento e solo per motivi d’urgenza? D’urgenza! E che significa? Perché in alcuni giorni si possono fare alcune operazioni e in altri no? Perché la chiusura di pomeriggio? Mi è venuto in mente un vecchio proverbio: a ttiempu te peste nc’è ci si spoja e nc’è ci se veste. Siccome è improbabile che le banche si spoglino, sono delle puttane che fanno tutto iperprotette, sicuramente si vestono. Più di quanto già siano vestite!

mercoledì 8 luglio 2020

I giorni del Coronavirus 35



Domenica, 17 maggio. La situazione. In Italia: casi totali 224.760 (+ 875), attuali positivi 70.187 (- 1.883), guariti 122.810 (+ 2.605), deceduti 31.763 (+ 153). In Puglia: attuali positivi 2.104 (- 77), guariti 1.807 (+ 83), deceduti 463 (+ 2). Situazione decisamente tranquillizzante. Speriamo bene.

Incidente ieri sera nei pressi dell’Associazione Culturale “Pietre vive” tra il Comandante dei Vigili Urbani e alcuni soci che vi stazionavano vicino. All’invito del Comandante di allontanarsi per evitare assembramenti, tutti se ne sono andati, tranne G.P., il quale è rimasto seduto sulla panchina. Al rinnovato invito di andarsene, quello si è rifiutato, di qui la richiesta dei documenti e siccome non li aveva in tasca sono finiti a casa, dove, a quanto pare, a G.P. è stata fatta la multa. Probabilmente era stata segnalata ai Vigili l’abitudine di alcuni di fermarsi vicino all’Associazione per chiacchierare con altri che non sono soci. 

E’ morto Gigi Baglivo. Aveva 78 anni. Uomo simbolo di un’epoca, quella andata dall’adolescenza alla maturità. Lui era la piazza intesa nella maniera più piena e articolata: frequentazione, associazionismo, amicizia, lavoro, politica, pubblica amministrazione, svago, sport, tifo. Era tifosissimo dell’Inter. Era geometra e lo studio lo aveva avuto in due locali centralissimi in Corso Umberto I, all’altezza di Piazza Castello. Aveva un’impresa edile, che ha gestito fino a non moltissimi anni fa. Non c’era evento che non lo vedesse fra i suoi protagonisti. In gioventù era stato un buon calciatore, rapido ed estroso grazie ad un fisico minuto e scattante. I suoi campionati più importanti li aveva giocati nel Poggiardo nella seconda metà degli anni Sessanta; poi nel Taurisano, dove ha fatto anche l’allenatore. Essersene andato in un momento in cui ai suoi funerali non hanno potuto partecipare che poche persone, contate, per evitare assembramenti pericolosi per il Coronavirus, è stata una “scorrettezza” del destino, un’entrata a gamba tesa. Per lui ci sarebbe stato ben altro accompagno. Ma sono sicuro che tutto il suo mondo gli è stato vicino e lo ha accompagnato anche questa volta.

Lunedì, 18 maggio. La situazione. In Italia: casi totali 225.435 (+ 675), attualmente positivi 68.351 (- 1.836), guariti 125.176 (+ 2.366), deceduti 31.908 (+ 145). In Puglia: attualmente positivi 2.017 (- 87), guariti 1.892 (+ 85), deceduti 470 (+ 7). Situazione che continua a far sperare nella normalizzazione.

Da oggi si riapre. Negozi, bar, ristoranti, pizzerie, parrucchieri, estetisti, palestre. Ma è proprio una riapertura? Chiamiamola così. In effetti parte delle restrizioni continua ad esserci. Si ha l’obbligo di mascherina e soprattutto del distanziamento fisico, che rende alienante l’uscita, fastidiosa la vita di relazione. Posso incontrare gli amici, ma quanti e in che condizioni? Possiamo stare seduti allo stesso tavolo del bar? Sì, ma non in più di due e almeno alla distanza di un metro, che non è impossibile ma che è anche aleatorio dato che il distanziamento non è rigido. Le persone si muovono, si avvicinano, si allontanano a seconda di un “vento” fisiologico non governabile. Ma, comunque, meglio dei due mesi trascorsi in clausura. A me personalmente la riapertura cambia poco. Posso andare finalmente dal parrucchiere. E poi? 

Per me la clausura continua. Che esco a fare? Al bar non posso sostare come ho fatto per tutta la mia precedente vita. Fuori, sul marciapiede, devo stare attento a che non si fermi qualcuno e dare l’impressione di un assembramento, incorrendo in qualche reprimenda di vigili o di carabinieri. Allora resto a casa e non sapendo che fare leggo. Per fortuna ho una ricca biblioteca, provvista anche di romanzi della narrativa italiana e straniera. A pomeriggio ho letto il romanzo di Beppe Fenoglio, Una questione privata, considerato la prima importante opera dello scrittore piemontese. Un bel racconto, una prosa leggera, un vocabolario simbolico e soprattutto una narrazione della Resistenza fuori da intenti elogiativi, di giudizi di parte. E’ straordinario come l’autore riesca da una questione, appunto privata, trarre un bellissimo racconto, che, dato l’argomento, non può non coinvolgere i lettori oltre il dato letterario. 

Martedì, 19 maggio. La situazione. In Italia: casi totali 225.886 (+ 451), attualmente positivi 66.553 (- 1.798), guariti 127.326 (+ 2.150), deceduti 32.007 (+ 99). In Puglia: attualmente positivi 1.995 (- 22), guariti 1920 (+ 28), deceduti 471 (+ 1). Situazione in netto miglioramento.

Dalla finestra della mia stanza da letto, alzando la tapparella, ho visto i primi fiori del melograno. Mi ha fatto una bella impressione, un saluto, che mi ha riportato ai “bei vermigli fior” del Carducci. Speriamo che quest’anno mantenga i frutti, avendo io fatto liberare il terreno circostante da un albero di washingtonia che stava facendo tutt’intorno tabula rasa, perfino delle erbacce.

Questa riapertura non mi convince, forse perché c’è qualcosa in me che è morto definitivamente. E’ morto il mio costume di vita, le mie abitudini, il mio stare fra la gente a parlare, a chiacchierare, una frequentazione funzionale al mio giornale; è morto il mio antidoto contro la mia congenita ipocondria. Senza la gente non può sopravvivere nessuna iniziativa socializzante. E quel che è stato il mio mondo non credo che tornerà mai più. Occorrono forse degli anni, che io evidentemente non ho davanti. Anche in questo avvertire una fine, che per legge di natura è prossima, mi rende triste, inquieto, alienato da quella lama di vita che mi resta. Intorno non vedo motivi, men che di gioia, di consolazione.  

Oggi è toccato alla Diceria dell’untore di Gesualdo Bufalino. Cercavo Il partigiano Johnny di Fenoglio e non avendolo trovato, con mio sommo nervosismo – non trovo mai quello che cerco! –, ho preso Bufalino. Amo la narrativa siciliana. Questo romanzo l’ho trovato in sintonia con questi nostri tristi giorni dell’epidemia. Leggo: “Sai come si dice, nel mio dialetto, dare il contagio? Ammiscari, si dice. Cioè mescolare, mescolarsi con uno. Significa ch’è un travaso di sé nell’altro”.  La Rocca in Sicilia è un sanatorio dove vivono in attesa del peggio i malati di tubercolosi. La loro condizione è di chi sa di dover morire; e chi sa di dover morire, è già morto. Tutto quello che fanno e che pensano gli ospiti di quel sanatorio appartiene alla morte, perfino quei gesti e quei comportamenti che vogliono essere tenaci legami alla vita. Non mancano i personaggi della trasfigurazione siciliana, vere maschere espressionistiche, come il direttore del sanatorio, un medico che accredita la sua nobiltà con un inutile lunghissimo nome: Mariano Grifeo Cardona di Canicarao.

sabato 4 luglio 2020

I giorni del Coronavirus 34



Giovedì, 14 maggio. La situazione. In Italia: casi totali 222.104 (+ 888), attualmente positivi 78.457 (- 2.809), guariti 112.541 (+ 3.502), deceduti 31.106 (+ 195). In Puglia: attuali positivi 2.322 (- 99), guariti 1.566 (+ 106), deceduti 460 (+ 4). Situazione decisamente mgliorata. Si va verso la normalizzazione?

Quel che è insopportabile di questa condizione è lo stare continuamente in apprensione di essere colpito non si sa da chi, né come né dove. La gente ormai va in giro con la mascherina, anche quando la persona è sola o comunque distanziata, come quando va in bicicletta o su uno scooter o addirittura in macchina. Si ha la sensazione di un pericolo imminente, una sorta di contagio psicologico, più autentico e pesante di quello virale. La mascherina è diventata un capo di vestiario che si indossa la mattina come una maglietta o una camicia. Io ho quasi una repulsione a indossarla. Lo faccio dopo che alcuni esercenti mi hanno rimproverato. Ne capisco le ragioni. Personalmente la posso pensare come voglio, ma non posso coi miei gesti condizionare gli altri. Ma quel vedere tanta gente con la mascherina andare in giro per conto proprio, senza nessuna vicinanza, mi inquieta. Possibile che la gente pensi che il virus stia nell’aria, a distanza da altre persone, in aperta campagna, in bicicletta o sullo scooter? Se così fosse non solo non dovremmo uscire di casa per nessun motivo ma avere la mascherina anche in casa per non contagiare o venire contagiati dai famigliari. 

Venerdì, 15 maggio. La situazione. In Italia: casi totali 223.096 (+ 992), attuali positivi 76.440 (- 2.017), guariti 115.288 (+ 2.747), deceduti 31. 368 (+ 262). In Puglia: attuali positivi 2.253 (- 69), guariti 1.643 (+ 77), deceduti 461 (+ 1). Situazione generale peggiorata rispetto a ieri, più contagi e meno guariti. Sostanzialmente stabile in Puglia.

Mancano pochi giorni al fatidico 18 maggio, giorno dell’apertura di negozi, bar e ristoranti, della fine dell’autocertificazione. Finalmente liberi? Francamente sento aumentare in me l’angoscia di questa specie di apertura. Liberi di uscire, ma per andare dove? Non si può andare al bar per prendere un caffè con qualche amico, non si può stare neppure fermi ad aspettare che arrivi il giornale la mattina in presenza di due-tre altri che come te aspettano. Bisogna avere la mascherina, perché se non ce l’hai rischi che qualcuno ti mandi affanculo. Come saranno le giornate in libertà? Saranno sicuramente peggio di quelle passate in clausura, almeno sapevi che dovevi stare in casa. Ma poter uscire e non sapere dove andare, a fare che cosa, a stare con chi, mi sembra assurdo. Cresce in ognuno, che non abbia un’occupazione, l’ansia del nulla, la noia assoluta, l’alienazione completa. Cui potrebbe aggiungersi qualche dato infettante in rialzo a farti crescere la paura.

C’è una nuova normalità, che purtroppo non è quella di prima. E’ incredibile come la gente si stia assuefacendo ad una vita che ha dell’assurdo. O forse sono io l’incredibile! l’assurdo! Che sia un disadattato lo so da sempre. Mi dà fastidio perfino un nuovo segnale stradale che mi modifichi il percorso giornaliero. Ma non pensavo che mi sarei trovato a vivere una situazione simile. Per me è la morte civile. Non incontrare la gente, gli amici, non poter partecipare ad eventi, praticamente impossibili con tutte le norme di sicurezza, di distanziamento, di mascherine e di chissà quali altri marchingegni del cazzo, per me è come stare in carcere, anzi peggio. In carcere ti puoi anche abituare, a questa cazzo di vita è assai più difficile.  

Sabato, 16 maggio. La situazione. In Italia: casi totali 223.885 (+ 789), attualmente positivi 72.070 (- 4.370), guariti 120.205 (+ 4.917), deceduti 31.610 (+ 242). In Puglia: attualmente positivi 2.181 (- 72), guariti 1.724 (+ 81), deceduti 461 (=). Situazione in miglioramento, ma è presto per fare il bilancio delle prime due settimane di fase due.

Il problema ora è trovare una normalità, che non può essere quella di prima. Non dico, infatti, ri-trovare la normalità. Se tanto è possibile per un minimo di routine quotidiana, non è più possibile per le attività che costituivano la qualità della vita. Niente più attività culturali pubbliche, niente più intrattenimenti, niente eventi culturali, presentazioni di libri, conferenze, convegni, mostre, dibattiti. Anche “Presenza”, in difetto di incontri anche normali di socialità, rischia di perdere la sua ragione di esistere. Dopo una settimana dalla spedizione dell’ultimo numero, ho solo ricevuto quattro o cinque telefonate di merito. In genere, prima, seguivano una decina di giorni di interesse, di dibattiti, di conversazioni sui suoi contenuti. Se un giornale non crea “rumore” vuol dire che o è morto lui o sono morti i lettori.  

Anche la Società di Storia Patria rischia la crisi. Sono in corso diverse iniziative editoriali, ma con le disposizioni emergenziali, mascherine e distanziamenti fisici, che possibilità c’è di portarle a compimento? Immagino che le difficoltà di incontrarsi, di programmare e di organizzare continueranno anche dopo la cosiddetta fase due bis. Le attività socializzanti, finché dura la crisi – e durerà a quanto pare fino alla fine del 2021, quando si potrà avere il vaccino -possono considerarsi sospese almeno all’ottanta per cento.