Giovedì, 14 maggio. La
situazione. In Italia: casi totali 222.104
(+ 888), attualmente positivi 78.457 (- 2.809), guariti 112.541 (+ 3.502),
deceduti 31.106 (+ 195). In Puglia: attuali positivi 2.322 (- 99), guariti
1.566 (+ 106), deceduti 460 (+ 4). Situazione decisamente mgliorata. Si va
verso la normalizzazione?
Quel che è insopportabile di questa condizione è
lo stare continuamente in apprensione di essere colpito non si sa da chi, né
come né dove. La gente ormai va in giro con la mascherina, anche quando la
persona è sola o comunque distanziata, come quando va in bicicletta o su uno
scooter o addirittura in macchina. Si ha la sensazione di un pericolo
imminente, una sorta di contagio psicologico, più autentico e pesante di quello
virale. La mascherina è diventata un capo di vestiario che si indossa la
mattina come una maglietta o una camicia. Io ho quasi una repulsione a
indossarla. Lo faccio dopo che alcuni esercenti mi hanno rimproverato. Ne
capisco le ragioni. Personalmente la posso pensare come voglio, ma non posso
coi miei gesti condizionare gli altri. Ma quel vedere tanta gente con la
mascherina andare in giro per conto proprio, senza nessuna vicinanza, mi
inquieta. Possibile che la gente pensi che il virus stia nell’aria, a distanza
da altre persone, in aperta campagna, in bicicletta o sullo scooter? Se così
fosse non solo non dovremmo uscire di casa per nessun motivo ma avere la
mascherina anche in casa per non contagiare o venire contagiati dai famigliari.
Venerdì,
15 maggio. La situazione. In
Italia: casi totali 223.096 (+ 992), attuali positivi 76.440
(- 2.017), guariti 115.288 (+ 2.747), deceduti 31. 368 (+ 262). In Puglia:
attuali positivi 2.253 (- 69), guariti 1.643 (+ 77), deceduti 461 (+ 1).
Situazione generale peggiorata rispetto a ieri, più contagi e meno guariti.
Sostanzialmente stabile in Puglia.
Mancano pochi giorni al fatidico 18 maggio,
giorno dell’apertura di negozi, bar e ristoranti, della fine
dell’autocertificazione. Finalmente liberi? Francamente sento aumentare in me
l’angoscia di questa specie di apertura. Liberi di uscire, ma per andare dove?
Non si può andare al bar per prendere un caffè con qualche amico, non si può
stare neppure fermi ad aspettare che arrivi il giornale la mattina in presenza
di due-tre altri che come te aspettano. Bisogna avere la mascherina, perché se
non ce l’hai rischi che qualcuno ti mandi affanculo. Come saranno le giornate
in libertà? Saranno sicuramente peggio di quelle passate in clausura, almeno
sapevi che dovevi stare in casa. Ma poter uscire e non sapere dove andare, a
fare che cosa, a stare con chi, mi sembra assurdo. Cresce in ognuno, che non
abbia un’occupazione, l’ansia del nulla, la noia assoluta, l’alienazione
completa. Cui potrebbe aggiungersi qualche dato infettante in rialzo a farti
crescere la paura.
C’è una nuova normalità, che purtroppo non è quella
di prima. E’ incredibile come la gente si stia assuefacendo ad una vita che ha
dell’assurdo. O forse sono io l’incredibile! l’assurdo! Che sia un disadattato
lo so da sempre. Mi dà fastidio perfino un nuovo segnale stradale che mi
modifichi il percorso giornaliero. Ma non pensavo che mi sarei trovato a vivere
una situazione simile. Per me è la morte civile. Non incontrare la gente, gli
amici, non poter partecipare ad eventi, praticamente impossibili con tutte le
norme di sicurezza, di distanziamento, di mascherine e di chissà quali altri
marchingegni del cazzo, per me è come stare in carcere, anzi peggio. In carcere
ti puoi anche abituare, a questa cazzo di vita è assai più difficile.
Sabato, 16
maggio. La situazione. In
Italia: casi totali 223.885 (+ 789), attualmente positivi
72.070 (- 4.370), guariti 120.205 (+ 4.917), deceduti 31.610 (+ 242). In
Puglia: attualmente positivi 2.181 (- 72), guariti 1.724 (+ 81), deceduti 461
(=). Situazione in miglioramento, ma è presto per fare il bilancio delle prime
due settimane di fase due.
Il problema ora è trovare una normalità, che non
può essere quella di prima. Non dico, infatti, ri-trovare la normalità. Se tanto
è possibile per un minimo di routine quotidiana, non è più possibile per le
attività che costituivano la qualità della vita. Niente più attività culturali
pubbliche, niente più intrattenimenti, niente eventi culturali, presentazioni
di libri, conferenze, convegni, mostre, dibattiti. Anche “Presenza”, in difetto
di incontri anche normali di socialità, rischia di perdere la sua ragione di
esistere. Dopo una settimana dalla spedizione dell’ultimo numero, ho solo
ricevuto quattro o cinque telefonate di merito. In genere, prima, seguivano una
decina di giorni di interesse, di dibattiti, di conversazioni sui suoi
contenuti. Se un giornale non crea “rumore” vuol dire che o è morto lui o sono
morti i lettori.
Anche la Società di Storia Patria rischia la crisi. Sono in corso
diverse iniziative editoriali, ma con le disposizioni emergenziali, mascherine
e distanziamenti fisici, che possibilità c’è di portarle a compimento?
Immagino che le difficoltà di incontrarsi, di programmare e di organizzare
continueranno anche dopo la cosiddetta fase due bis. Le attività socializzanti,
finché dura la crisi – e durerà a quanto pare fino alla fine del 2021, quando
si potrà avere il vaccino -possono considerarsi sospese almeno all’ottanta per
cento.
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