Venerdì, 20 marzo. La situazione: guardiamo ai dati che
più ci riguardano. Fino a ieri, 19 marzo, in Italia ci sono stati 41.035 casi
di contagio, 4.440 guariti (10,8%) e 3.405 deceduti (8,29%). In Puglia: contagi
478, guariti 4 (0,83%), decessi 25 (5,23%). Siamo la regione col più alto
numero di decessi nel Sud. Solo la Campania ci supera in contagi con 652 casi,
30 guariti e 17 decessi. In Campania c’è un maggior numero di contagiati, ma
anche un maggior numero di guariti. Allo stato attuale delle cose solo in
Basilicata non ci sono stati finora decessi.
Ma sono credibili questi dati?
Gli esperti dicono che molti malati non emergono, che alcuni decessi potrebbero
essere avvenuti per altre cause. Anche in questo, cioè in questo triste
conteggio, nonostante le tecnologie, non c’è molta differenza con un secolo fa.
Le cose si mettono davvero male,
anzi malissimo. Si pensa di impiegare l’esercito per controllare la gente che
non è chiusa in casa. Il che significa che non si può neppure andare in banca o
alla posta per prendere un po’ di soldi per tutte le quotidiane occorrenze.
Sembra che tutto dipenda dalla gente che non resta a casa.
Agli inizi di questa epidemia mi
venne di pensare alla spagnola, sulla
quale avevo fatto una ricerca per come la stampa dell’epoca ne aveva trattato,
e che oggi si sarebbe potuta verificare la stessa cosa in tutto e per tutto. Quando
lo dicevo ad altri mi facevano osservare che oggi non potrebbe verificarsi
quello che si verificò un secolo fa perché troppe sono le differenze. Invece,
giorno dopo giorno, si sta verificando la stessa identica cosa. Perfino gli
speculatori sono gli “stessi”. L’azienda IGIENYGEL, attraverso internet, offre
una promozione di vendita di dieci confezioni di gel che ormai non si trova più
nemmeno nelle farmacie al 96% profumato più due mascherine in omaggio al prezzo
promozionale di 59 € iva inclusa. Anche allora si offrivano autentici toccasana
contro la febbre per pochi centesimi. Io credo che quanto già accaduto a
Bergamo e a Brescia sia, se non simile, molto vicino a quanto provocò la spagnola.
Con tutto ciò che oggi ci sono antibiotici, antivirali, una
migliore condizione igienica e tante tecnologie mediche che allora non c’erano.
L’editoriale di Dacia Maraini su
“7 – Corriere della Sera” del 20 marzo è intitolato “Leggere ti fa volare fuori
da una finestra chiusa”. Ma altrettanto si può dire dello scrivere. Da dove
sarebbe entrata, se no, la Maraini? Il dover stare in casa porta di più a
leggere e a scrivere.
La Maraini dice: “Il coronavirus ha frenato un tempo che
correva sempre più velocemente verso l’ignoto: un precipizio? Forse. C’era
qualcosa di insensato nel nostro girare forsennato su noi stessi”. Certo,
non fa l’elogio del virus, e lo dice; ma non può fare a meno di rimarcare una
certa visione della vita piuttosta slabbrata e allegra, soprattutto dei
giovani. Molti di loro, in questa drammatica circostanza, sentito che il virus
attacca soprattutto gli anziani, “si sono
sentiti indenni e hanno pensato di potersi infischiare delle regole e delle
raccomandazioni. Lasciamo che i vecchi muoiano, il futuro è nostro e ce lo
godiamo!”. Ha ragione la scrittrice
ed è efficace quando cita Brecht: “Mi
viene in mente quella piccola leggenda attribuita a Brecht: «Prima di tutto
vennero a prendere gli zingari e fui contento. Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli
omosessuali e fui sollevato perché non li approvavo. Poi vennero a prendere i
comunisti e io non dissi niente perché non ero un comunista. Un giorno vennero
a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare»”. Chiaro il senso:
e condivisibile!
Le dico come le apprendo. Il
Prof. Gianluigi De Gennaro, docente di Chimica dell’Ambiente all’Università di
Bari, ha fatto una ricerca per vedere a che cosa sia dovuta l’esplosione
dell’epidemia da coronavirus proprio nelle tre regioni più evolute d’Italia ed
ha trovato che l’epidemia si lega al tasso di inquinamento, che in quelle
regioni è più alto. Ma questo già l’hanno detto i cinesi un po’ di anni fa, ai
tempi della Sars.
Sommessamente sono del parere che
quando si vuole trovare a tutti costi una spiegazione si può arrivare a certi
risultati. Se guardiamo la mappa delle varie regioni italiane troviamo una
situazione disomogenea e non sempre spiegabile. Nella Valle d’Aosta, per esempio,
che è la più piccola regione italiana e fra le più periferiche, ci sono 215
contagi, nessun guarito e 6 decessi: una situazione assai più grave che in
Basilicata, Sardegna, Calabria e Molise
Il fattore umano, ovvero le
circostanze d’incontro con persone infette e la centralità dei grandi snodi di
comunicazione, resta, a mio modestissimo avviso, la causa prima. Più gente si
incontra, proveniente da luoghi diversi, e più cresce il rischio e il
diffondfersi del contagio.
Almeno si va a letto con una
notizia buona: l’Europa ha sospeso il Patto di stabilità. L’Italia può spendere
quanto le è necessario per fare fronte alla crisi provocata dall’epidemia.
Le Ong hanno sospeso il soccorso
in mare dei migranti. E’ una notizia, dato che da più giorni la gente si
chiedeva incuriosita su che cosa stesse accadendo su quel fronte.
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