martedì 7 aprile 2020

I giorni del Coronavirus



Venerdì, 20 marzo. La situazione: guardiamo ai dati che più ci riguardano. Fino a ieri, 19 marzo, in Italia ci sono stati 41.035 casi di contagio, 4.440 guariti (10,8%) e 3.405 deceduti (8,29%). In Puglia: contagi 478, guariti 4 (0,83%), decessi 25 (5,23%). Siamo la regione col più alto numero di decessi nel Sud. Solo la Campania ci supera in contagi con 652 casi, 30 guariti e 17 decessi. In Campania c’è un maggior numero di contagiati, ma anche un maggior numero di guariti. Allo stato attuale delle cose solo in Basilicata non ci sono stati finora decessi.
Ma sono credibili questi dati? Gli esperti dicono che molti malati non emergono, che alcuni decessi potrebbero essere avvenuti per altre cause. Anche in questo, cioè in questo triste conteggio, nonostante le tecnologie, non c’è molta differenza con un secolo fa.

Le cose si mettono davvero male, anzi malissimo. Si pensa di impiegare l’esercito per controllare la gente che non è chiusa in casa. Il che significa che non si può neppure andare in banca o alla posta per prendere un po’ di soldi per tutte le quotidiane occorrenze. Sembra che tutto dipenda dalla gente che non resta a casa.

Agli inizi di questa epidemia mi venne di pensare alla spagnola, sulla quale avevo fatto una ricerca per come la stampa dell’epoca ne aveva trattato, e che oggi si sarebbe potuta verificare la stessa cosa in tutto e per tutto. Quando lo dicevo ad altri mi facevano osservare che oggi non potrebbe verificarsi quello che si verificò un secolo fa perché troppe sono le differenze. Invece, giorno dopo giorno, si sta verificando la stessa identica cosa. Perfino gli speculatori sono gli “stessi”. L’azienda IGIENYGEL, attraverso internet, offre una promozione di vendita di dieci confezioni di gel che ormai non si trova più nemmeno nelle farmacie al 96% profumato più due mascherine in omaggio al prezzo promozionale di 59 € iva inclusa. Anche allora si offrivano autentici toccasana contro la febbre per pochi centesimi. Io credo che quanto già accaduto a Bergamo e a Brescia sia, se non simile, molto vicino a quanto provocò la spagnola. Con tutto ciò che oggi ci sono antibiotici, antivirali, una migliore condizione igienica e tante tecnologie mediche che allora non c’erano.

L’editoriale di Dacia Maraini su “7 – Corriere della Sera” del 20 marzo è intitolato “Leggere ti fa volare fuori da una finestra chiusa”. Ma altrettanto si può dire dello scrivere. Da dove sarebbe entrata, se no, la Maraini? Il dover stare in casa porta di più a leggere e a scrivere.
La Maraini dice: “Il coronavirus ha frenato un tempo che correva sempre più velocemente verso l’ignoto: un precipizio? Forse. C’era qualcosa di insensato nel nostro girare forsennato su noi stessi”. Certo, non fa l’elogio del virus, e lo dice; ma non può fare a meno di rimarcare una certa visione della vita piuttosta slabbrata e allegra, soprattutto dei giovani. Molti di loro, in questa drammatica circostanza, sentito che il virus attacca soprattutto gli anziani, “si sono sentiti indenni e hanno pensato di potersi infischiare delle regole e delle raccomandazioni. Lasciamo che i vecchi muoiano, il futuro è nostro e ce lo godiamo!”.  Ha ragione la scrittrice ed è efficace quando cita Brecht: “Mi viene in mente quella piccola leggenda attribuita a Brecht: «Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché non li approvavo. Poi vennero a prendere i comunisti e io non dissi niente perché non ero un comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare»”. Chiaro il senso: e condivisibile!

Le dico come le apprendo. Il Prof. Gianluigi De Gennaro, docente di Chimica dell’Ambiente all’Università di Bari, ha fatto una ricerca per vedere a che cosa sia dovuta l’esplosione dell’epidemia da coronavirus proprio nelle tre regioni più evolute d’Italia ed ha trovato che l’epidemia si lega al tasso di inquinamento, che in quelle regioni è più alto. Ma questo già l’hanno detto i cinesi un po’ di anni fa, ai tempi della Sars.
Sommessamente sono del parere che quando si vuole trovare a tutti costi una spiegazione si può arrivare a certi risultati. Se guardiamo la mappa delle varie regioni italiane troviamo una situazione disomogenea e non sempre spiegabile. Nella Valle d’Aosta, per esempio, che è la più piccola regione italiana e fra le più periferiche, ci sono 215 contagi, nessun guarito e 6 decessi: una situazione assai più grave che in Basilicata, Sardegna, Calabria e Molise
Il fattore umano, ovvero le circostanze d’incontro con persone infette e la centralità dei grandi snodi di comunicazione, resta, a mio modestissimo avviso, la causa prima. Più gente si incontra, proveniente da luoghi diversi, e più cresce il rischio e il diffondfersi del contagio.

Almeno si va a letto con una notizia buona: l’Europa ha sospeso il Patto di stabilità. L’Italia può spendere quanto le è necessario per fare fronte alla crisi provocata dall’epidemia.

Le Ong hanno sospeso il soccorso in mare dei migranti. E’ una notizia, dato che da più giorni la gente si chiedeva incuriosita su che cosa stesse accadendo su quel fronte.

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