Martedì, 24 marzo. La situazione: complessivamente si
vedono spiragli, ma è troppo presto per gioire. C’è un trend in discesa
dell’incremento della malattia. Dal 17 marzo a ieri (23 marzo) si è passati dal
+ 12,6 al + 8,1, dopo aver toccato il + 14,9 del 19 marzo. Il bilancio in
Italia attuale è di 63.927 casi totali, 50.418 positivi, 7.432 guariti, 6.077
deceduti. In Puglia si registrano 862 casi positivi (+ 114), 7 guariti (=), 37
deceduti (+ 6).
Sabino Cassese, ex presidente
della Corte Costituzionale, ha lanciato dal Corsera un appello ai governanti di
essere chiari nell’informare i cittadini, dopo aver puntualizzato il fatto che
molti di loro sono “alle prime armi” (i governanti s'intende); essi pertanto dovrebbero ascoltare di più
sindaci e governatori, assai più anziani ed esperti. Il tono, benché garbato di
Cassese, lascia trasparire una certa preoccupazione.
I soliti laudatores – ieri sera a “Otto e Mezzo” ho sentito Corrado Augias e
Andrea Scanzi – dicono che il governo sta facendo le cose che andavano fatte,
la qualcosa non significa niente. Io dico che sta facendo male, anche se in
situazioni del genere che cazzo fare non si sa. Vedi le Poste. E’ veramente da
idioti tenerle aperte un giorno sì e uno no e assistere nei giorni in cui sono
aperte a spettacoli da manicomio, con la gente sparpagliata nei pressi
dell’Ufficio a fare attese di una due ore. Non mi è stato cazzo di fare alcune
spedizioni. Ho dovuto spendere la bellezza di € 14,60 alle cosiddette Poste
private. A leggere i giornali, dietro un sì diffuso e politicamente
corretto, emergono mille problemi, mille
proteste, mille lamentazioni. Si vedono e si sentono cose incredibili, fra cui
prendere l’infezione proprio stando in ospedale.
Sul fronte politico hanno ragione
le opposizioni a lamentare la “dittatura” morbida di Giuseppe Conte, il quale
ascolta solo gli esperti e gli scienziati ed emana decreti, a giorni alterni,
le manzoniane grida. Gli scienziati,
ovviamente, dicono quel che si deve fare a prescindere, per loro due più due
deve fare quattro. Ma ci sono cose fattibili e cose non fattibili. La gente
quotidianamente ha mille cose da fare, può ridurle ma non può eliminarle tutte.
Il Parlamento non può rimanere
chiuso, come se non ci fosse. “Preoccupa un Parlamento ridotto a istituzione a
mezzo servizio – nota Massimo Franco sul Corsera – di fronte a misure che
toccano le libertà fondamentali: per quanto si tratti di scelte obbligate”.
Certi provvedimenti vanno discussi ed approvati. I politici stanno apposta per
cercare di trovare una via di mezzo tra quello che dice la scienza a
prescindere e quelli che sono i bisogni e le possibilità concrete dei
cittadini.
I provvedimenti del governo
ignorano la Carta costituzionale, ledono i diritti dei cittadini, sono spesso
teorici e non praticabili. Dover dare conto di uno spostamento da casa è
eccessivo; impedire che si vada in un paese vicino è eccessivo. E, poi, che si
intende per cose di assoluta necessità? Andare alla lavanderia a ritirare i
pantaloni per cambiarti, è necessario quanto? Fare delle spedizioni postali, è
necessaruio quanto? Andare in banca, è necessario quanto? Fare la spesa, è necessario quanto? Il pane è
necessario e una ricotta no? Bisogna entrare nei negozi a due, tre per volta;
sicché fare la spesa di un pacco di carta igienica impieghi mezza giornata. La
gente è portata a ribaltare la domanda: tutto questo disagio, tutte queste
restrizioni, tutti questi impedimenti sono proprio assolutamente necessari?
Non sono stato tenero coi
francesi per via di certo loro antitalianismo diffuso. E perciò ora devo dare
atto a Raphaël Gluksmann, figlio di André, di non essere tutti uguali i
francesi nei loro rapporti con l’Italia. Egalité
va bene; ma fraternité è ancora
meglio. Gluksmann si è dimostrato un vero fratello europeo con queste sue
parole: “Da figlio dell’Europa, ho sempre sentito un debito immenso nei
confronti dell’Italia. Ogni europeo ha una parte d’Italia dentro di sé. E
quando l’Italia ha bisogno di noi, arrivano aerei cinesi, medici cubani,
attrezzature americane… Poche azioni concrete degli europei, ma i nostri leader
mancano anche di parole o gesti simbolici di solidarietà. E’ una vergogna che
non supererò mai. E che avrà conseguenze sul futuro dell’Unione Europea”.
Giorgino alla trasmissione “di
Martedì” di Floris ha richiamato l’attenzione sui dati dei deceduti, affermando
che la stragrande maggioranza sono persone con malattie pregresse e che solo
l’1 % circa muore a causa specifica del coronavirus.
Come sempre originale il
politologo americano Edward Luttwak, il quale, sempre a “di Martedì”, ha detto
che in Italia gli anziani che muoiono col coronavirus in un altro paese, con un
sistema sanitario più commerciale e meno garantito, sarebbero già morti prima.
Sì, ma come si concilia tutto questo col fatto che a Bergamo ben 1.800 giovani
sono in terapia intensiva?
La virologa Ilaria
Capua dagli Stati Uniti, sempre a “di Martedì”, ha messo il
punto sulla resistenza al virus delle donne. Secondo lei resisterebbero di più
perché osserverebbero una maggiore igiene e perché dotate di difese che gli
uomini non hanno essendo deputate alla procreazione. Bah, bisogna vedere.
Comunque è un dato che su 10 contagiati il rapporto uomo-donna è di 8 a 2.
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