venerdì 3 aprile 2020

I giorni del Coronavirus



Lunedì, 16 marzo. La situazione: il bollettino del coronavirus informa che in Puglia fino alla giornata di ieri, ci sono stati 212 contagi, 2 guariti e 16 decessi. Una progressione allarmante, che non trova riscontro in nessun’altra regione del Sud. Purtroppo a “lombardizzare” la Puglia sono stati i circa ventimila – per il Presidente Michele Emiliano sono trentamila – nostri conterranei che dal 7 marzo sono precipitosamente rientrati nei loro paesi.

Stando in questa forzata clausura senza far niente ho l’impressione che il non far niente sia dolce, secondo l’italianissima formula del dolce far niente, solo quando c’è molto da fare, altrimenti è una noia insopportabile. Meno male che leggo e scrivo.

Leggo, per esempio che un tale Giovanni Tamburini – mi sembra delle nostre parti – scrive al “Corriere della Sera” per stigmatizzare che “La televisione in Italia ha la pessima e irrispettosa abitudine di supportare le notizie del giorno con immagini di repertorio, senza indicarlo al telespettatore” e che “Mostrare in questi giorni immagini con persone che interagiscono normalmente aggregandosi, stringendosi la mano, abbracciandosi, baciandosi e quant’altro, quasi che queste avvengano sul momento, è ancor più inaccettabile”.
Fin qui la giusta e opportuna osservazione del lettore. E, allora, che dire di certe trasmissioni seguitissime di Rai Uno, come “L’eredità” di Flavio Insinna e “I soliti ignoti” di Amadeus, che vanno in onda regolarmente in replica, che vengono percepite da un pubblico più o meno distratto come in diretta? Certo, non è un bel vedere la gente che si abbraccia e bacia in televisione, neppure se registrata o in replica, mentre nella realtà si deve stare in casa a distanza di un metro perfino dal famigliare.

Immagino quali potranno essere le ricadute psicologiche su un bambino di pochi giorni, mesi o anni privato degli abbracci, dei baci, delle coccole e delle moine dei suoi genitori, dei suoi fratellini. Come potrebbe interpretare l’improvviso distacco? Verrebbe di dire: mamme, mandate affanculo le leggi, e abbracciate i vostri bambini!

Mi chiedo: ma il popolo italiano è tutto concorde e compatto in questa disgraziata congiuntura? Balconi, canzoni e preghiere sembrerebbero confermare. Ma le cose nella politica e nell’organizzazione stanno allo stesso modo? Trapelano contrasti sempre più forti e diffusi.
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, sparla del governo anche sulla stampa estera, indispettendo il premier Conte, il quale gli replica: “Lascio che giudichino gli italiani”. Questa volta ha ragione Conte. Un ex Presidente del Consiglio non può comportarsi come un cacicchio qualsiasi, nemmeno quando ha ragione di farlo. Ma noi italiani siamo abituati, purtroppo!
La Regione Lombardia è in contrasto col governo centrale fin dall’inizio della crisi e ha deciso di fare da sé assumendo l’ex responsabile della Protezione Civile Guido Bertolaso per costruire un ospedale nell’area ex fiera con procedure “cinesi”.
La Lega ha compiuto un autentico blitz. Un pullman, noleggiato dall’eurodeputata Susanna Ceccardi, col Sen. Gianmarco Centinaio e l’assessore di Pisa Gianna Gambaccini, tutti della Lega, è arrivato a Barcellona per riportare in Italia 50 turisti italiani bloccati in Spagna dal coronavirus.
La Regione Puglia, col Presidente Michele Emiliano, ha assunto il Prof. Pier Luigi Lopalco, l’esperto epidemiologo collaboratore del Prof. Roberto Burioni, per gestire l’emergenza del coronavirus. Anche il presidente della Regione Emilia Romagna Bonaccini procede senza aspettare le decisioni del governo centrale.
Si verificano sovrapposizioni di poteri e insorgono contrapposizioni sulla competenza. Si denunciano mancanza di materiali, ritardi, inadempienze pregresse. E’ la solita Italia, nella bella e nella cattiva sorte. Un’Italia che ricorda, vera o falsa, quella che mandò i soldati in Russia con le scarpe di cartone.

In realtà si compie un errore di metodo nel fare certe osservazioni critiche. Faccio un esempio. Gian Antonio Stella sul “Corriere della Sera” dice “Addio alle parole impazzite, torna la voglia delle parole vere” e vede nella crisi del coronavirus una moderazione nell’esprimersi assai lontana dalle sguaiatezze e fajassate dell’On. Taverna (nomen omen) alla Camera, che non nomina. Ernesto Galli della Loggia avrebbe voluto che in tempi normali ci si fosse preoccupati di più di investire soldi nella sanità e nelle carceri piuttosto che spenderli in “festival della pizzica” o “in piscine e palazzetti dello sport”. Non avremmo avuto né l’emergenza ospedaliera né la rivolta nelle carceri. Intendiamoci, ha ragione Stella ed ha ragione Galli della Loggia, ma si può ipotizzare un’Italia “formica” quando per natura e storia è “cicala”? Si può piangere quando tutto induce a ridere o ridere quando tutto induce a piangere? Oggi è tempus querendi!
Molti osservatori tornano sull’evasione fiscale. Dicono: se tutti avessero pagato le tasse oggi avremmo più strutture sanitarie. Altri aggiungono: se i politici non avessero rubato tutti i denari che hanno rubato, altro che più strutture sanitarie! Insomma, qui si riconosce l’antica fiamma italica (agnosco veteris vestigia flammae). Non sembri inopportuna l’ironia del riferimento, perché comunque noi l’Italia la amiamo lo stesso per “antica passione”.

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