Lunedì, 16 marzo. La situazione: il bollettino del coronavirus
informa che in Puglia fino alla giornata di ieri, ci sono stati 212 contagi, 2
guariti e 16 decessi. Una progressione allarmante, che non trova riscontro in
nessun’altra regione del Sud. Purtroppo a “lombardizzare” la Puglia sono stati
i circa ventimila – per il Presidente Michele Emiliano sono trentamila – nostri
conterranei che dal 7 marzo sono precipitosamente rientrati nei loro paesi.
Stando in questa forzata clausura
senza far niente ho l’impressione che il non far niente sia dolce, secondo
l’italianissima formula del dolce far
niente, solo quando c’è molto da fare, altrimenti è una noia
insopportabile. Meno male che leggo e scrivo.
Leggo, per esempio che un tale
Giovanni Tamburini – mi sembra delle nostre parti – scrive al “Corriere della
Sera” per stigmatizzare che “La
televisione in Italia ha la pessima e irrispettosa abitudine di supportare le
notizie del giorno con immagini di repertorio, senza indicarlo al
telespettatore” e che “Mostrare in questi giorni immagini con persone che
interagiscono normalmente aggregandosi, stringendosi la mano, abbracciandosi,
baciandosi e quant’altro, quasi che queste avvengano sul momento, è ancor più
inaccettabile”.
Fin qui la giusta e opportuna
osservazione del lettore. E, allora, che dire di certe trasmissioni
seguitissime di Rai Uno, come “L’eredità” di Flavio Insinna e “I soliti ignoti”
di Amadeus, che vanno in onda regolarmente in replica, che vengono percepite da
un pubblico più o meno distratto come in diretta? Certo, non è un bel vedere la
gente che si abbraccia e bacia in televisione, neppure se registrata o in
replica, mentre nella realtà si deve stare in casa a distanza di un metro
perfino dal famigliare.
Immagino quali potranno essere le
ricadute psicologiche su un bambino di pochi giorni, mesi o anni privato degli
abbracci, dei baci, delle coccole e delle moine dei suoi genitori, dei suoi
fratellini. Come potrebbe interpretare l’improvviso distacco? Verrebbe di dire:
mamme, mandate affanculo le leggi, e abbracciate i vostri bambini!
Mi chiedo: ma il popolo italiano
è tutto concorde e compatto in questa disgraziata congiuntura? Balconi, canzoni
e preghiere sembrerebbero confermare. Ma le cose nella politica e
nell’organizzazione stanno allo stesso modo? Trapelano contrasti sempre più
forti e diffusi.
Matteo Renzi, leader di Italia
Viva, sparla del governo anche sulla stampa estera, indispettendo il premier
Conte, il quale gli replica: “Lascio che giudichino gli italiani”. Questa volta
ha ragione Conte. Un ex Presidente del Consiglio non può comportarsi come un cacicchio
qualsiasi, nemmeno quando ha ragione di farlo. Ma noi italiani siamo abituati,
purtroppo!
La Regione Lombardia
è in contrasto col governo centrale fin dall’inizio della crisi e ha deciso di
fare da sé assumendo l’ex responsabile della Protezione Civile Guido Bertolaso
per costruire un ospedale nell’area ex fiera con procedure “cinesi”.
La Lega ha compiuto un autentico
blitz. Un pullman, noleggiato dall’eurodeputata Susanna Ceccardi, col Sen.
Gianmarco Centinaio e l’assessore di Pisa Gianna Gambaccini, tutti della Lega,
è arrivato a Barcellona per riportare in Italia 50 turisti italiani bloccati in
Spagna dal coronavirus.
La Regione Puglia, col
Presidente Michele Emiliano, ha assunto il Prof. Pier Luigi Lopalco, l’esperto epidemiologo
collaboratore del Prof. Roberto Burioni, per gestire l’emergenza del
coronavirus. Anche il presidente della Regione Emilia Romagna Bonaccini procede
senza aspettare le decisioni del governo centrale.
Si verificano sovrapposizioni di
poteri e insorgono contrapposizioni sulla competenza. Si denunciano mancanza di
materiali, ritardi, inadempienze pregresse. E’ la solita Italia, nella
bella e nella cattiva sorte. Un’Italia che ricorda, vera o falsa, quella che
mandò i soldati in Russia con le scarpe di cartone.
In realtà si compie un errore di
metodo nel fare certe osservazioni critiche. Faccio un esempio. Gian Antonio
Stella sul “Corriere della Sera” dice “Addio alle parole impazzite, torna la
voglia delle parole vere” e vede nella crisi del coronavirus una moderazione
nell’esprimersi assai lontana dalle sguaiatezze e fajassate dell’On. Taverna (nomen
omen) alla Camera, che non nomina. Ernesto Galli della Loggia avrebbe voluto
che in tempi normali ci si fosse preoccupati di più di investire soldi nella
sanità e nelle carceri piuttosto che spenderli in “festival della pizzica” o
“in piscine e palazzetti dello sport”. Non avremmo avuto né l’emergenza
ospedaliera né la rivolta nelle carceri. Intendiamoci, ha ragione Stella ed ha
ragione Galli della Loggia, ma si può ipotizzare un’Italia “formica” quando per
natura e storia è “cicala”? Si può piangere quando tutto induce a ridere o
ridere quando tutto induce a piangere? Oggi è tempus querendi!
Molti osservatori tornano
sull’evasione fiscale. Dicono: se tutti avessero pagato le tasse oggi avremmo
più strutture sanitarie. Altri aggiungono: se i politici non avessero rubato
tutti i denari che hanno rubato, altro che più strutture sanitarie! Insomma,
qui si riconosce l’antica fiamma italica (agnosco
veteris vestigia flammae). Non sembri inopportuna l’ironia del riferimento,
perché comunque noi l’Italia la amiamo lo stesso per “antica passione”.
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