Giovedì, 16 aprile. La situazione. In
Italia: casi totali 165.155 (+ 2.667), positivi 105.418 (+
1.127), guariti 38.092 (+ 962), deceduti 21.645 (+ 578). In Puglia: 2.573 (+
21), guariti 323 (+ 35), deceduti 288 (+ 10).
Continua il miglioramento della situazione sanitaria ma anche il
peggioramento di quella politica. La Lombardia ha deciso di iniziare la fase 2
il 4 maggio contro il parere della gran parte di tecnici e osservatori. C’è
quasi una situazione di bagarre di tutti contro tutti. Ancora una volta mi
viene di scomodare Leopardi, il quale ne “La ginestra” usa una similitudine che
ben s’attaglia alla nostra situazione. “Stolto crede così, qual fora in campo /
cinto d’oste contraria, in sul più vivo / incalzar degli assalti, / gl’inimici
obbliando, acerbe gare / imprender con gli amici, / e sparger fuga e fulminar
col brando / infra i propri guerrieri”. È stata usata spesso la metafora della
guerra, ebbene, mentre il nemico, il coronavirus, incalza da tutte le parti,
chi lo dovrebbe combattere si scaglia contro i suoi stessi compagni. Stolto –
dice Leopardi – ma forse non solo, c’è da pensare.
Cerco di informarmi dall’Ordine dei Giornalisti se è sufficiente
esibire autocertificazione e tesserino per essere al sicuro da eventuali multe.
Da Bari mi dicono che è sufficiente. Mah!
Mi faccio il solito giro postpranzale intorno all’Eurospin. Oggi arrivo
all’incrocio semaforizzato vicino alla Chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Attrae la
mia attenzione un maxi manifesto, affisso alle planche della pubblicità
commerciale. Mi gioca l’occhio e vedo un manifesto che annuncia un raduno di
macchine d’epoca per l’8 marzo per festeggiare il giorno delle donne col
patrocinio del Comune di Taurisano. Ma come? Un raduno nonostante la proibizione
del governo? E col patrocinio del Comune? Guarda che scopri in questo paese
solo leggendo i manifesti!
Neppure Franco Cassano, il teorico del pensiero meridiano, si dice
convinto che da questa epidemia possa venir fuori una società migliore. Sul
“Corriere del Mezzogiorno” di oggi lo intervista Felice Blasi, un suo discepolo
e amico. Ad un certo punto gli chiede: “C’è chi ipotizza che da questa
situazione possa nascere una nuova coscienza per un mondo migliore. Che ne
pensa?”. La risposta di Cassano sembra un po’ scivolare sulla domanda. “Non
illudiamoci – dice – e lo dico soprattutto a sinistra – di guardare a questa
trasformazione con un trionfalismo ecologista, perché se le difficoltà
aumentassero ancora, non è detto che non diventino motivo per peggiori
conflitti tra gli uomini”. Ma altro, credo, fosse il senso della domanda, e
cioè, posto che si esca da questa crisi, è ipotizzabile una società più
avveduta e migliore? E’ di tutta evidenza che prima si deve uscire, perché se
non se ne esce e anzi dovesse la situazione peggiorare avrebbe ragione Cassano
di prevedere tragedie più gravi. Ma se ne usciamo, saremo migliori? A questa
domanda Cassano non risponde.
Venerdì, 17 aprile. La situazione. In
Italia: casi totali 168.941 (+ 3.786), positivi attuali 106.607
(+ 1.189), guariti (+ 2.072), deceduti 22.170 (+ 522). In Puglia: 2.625 (+ 52),
guariti 334 (+ 11), deceduti 299 (+ 11). Continua il trend nazionale con
rallentamenti e accelerazioni. Aumentati i casi di positivi. Stabile il trend
in Puglia. Brindisi supera Lecce con 428 casi di positivi, uno in più . Non
cambia la situazione nei comuni. Ma il picco dovremmo raggiungerlo fra questa e
la prossima settimana, dal 16 al 22, così si disse qualche tempo fa.
Dal 24 aprile i malati da coronavirus in Puglia saranno curati a casa
da unità mediche speciali formate dai medici di base. Questo per non gravare
sugli ospedali. Viene di pensare che ci saranno malati e malati: chi sarà
curato a casa e chi in ospedale? Dipende dalla gravità o da che cosa? Non è una
buona notizia. Forse l’assistenza ospedaliera non è decisiva per guarire? Non
c’è che da raccomandare l’anima a Dio.
Devo dire che nei confronti di Milano ho sempre avuto una grande
ammirazione, per motivi storici, remoti e meno remoti, e qualche riserva, forse
banale e frivola per essere io tifoso della Juventus, in lotta sempre contro le
milanesi del Milan e dell’Inter, che comunque sono squadre davanti alle quali,
tifosi o non tifosi, bisogna togliersi il cappello. In breve, tengo più per
Torino, per la sua centralità risorgimentale, per il suo stile sobrio e
discreto, per il suo piglio geometrico e militare, ebbene sì, anche per la sua Juventus. Ma,
di fronte agli attacchi, che in periodo di crisi epidemica si fanno a Milano e
alla Lombardia, francamente non c’è che indignarsi. Milano era un modello di
sanità – ma direi di tutto – fino a due mesi fa, fino all’arrivo imprevisto
dell’epidemia. Purtroppo la crisi non l’ha risparmiata e, come accade alle
vette più alte, che vengono colpite di più dai fulmini, così anche per Milano.
Ci sono stati errori certamente, sono sotto gli occhi di tutti, ma infierire
per una situazione in gran parte oggettiva è da tersiti. Tersite era un greco
piuttosto molliccio e vigliacchetto, brutto gobbo e zoppo, ma quando si trovò davanti
al corpo senza vita di Ettore, l’eroe troiano da tutti i greci temuto e
scansato, trovò “coraggio” e volle pure lui intingere la sua lancia nel corpo
di quell’eroe caduto. Milano, per fortuna non è caduta, ma troppi tersiti le si
stanno scagliando contro. Vuol dire che, anche in questa congiuntura, Milano
conserva il suo primato di capitale morale d’Italia, come lo è sempre stata,
nel bene e nel male.
Sabato, 18 aprile. La situazione. In
Italia: casi totali 172.434 (+ 3.493), positivi attuali
106.962 (+ 355), guariti 42.727 (+
40.655), deceduti 22.745 (+ 575). In Puglia: 2.656 (+ 31), guariti 364 (+ 30),
deceduti 307 (+ 8). L’indice di contagio è 0,8. Il che significa che siamo
quasi all’esaurimento della forza del virus di contagiare.
Ci si chiede del come sarà la fase due, quella che ci vede convivere
col coronavirus. Ancora non si sa e forse non si saprà mai con assoluta
sicurezza. Una cosa è certa, che bisogna esorcizzare la paura del contagio. Se
non riusciamo, allora dobbiamo rimanere chiusi in casa senza far nulla fino a
quando solo Dio lo sa. Il rischio zero non esiste. Ce lo dicono tutti i medici
e gli scienziati. Ma non si può nemmeno pensare che l’andar fuori a lavorare o
a passeggiare, a fare la spesa o a raggiungere la banca o l’ufficio postale,
possa costituire rischio concreto di contagio. Bisognerebbe trovare una via di
mezzo. Senza escludere il rischio – e quindi precauzioni, da prendere e
osservare – occorre affrontare la realtà con fiducia.
Lo scrittore Paolo Giordano chiede che gli esami di maturità, quanto
meno il colloquio, si svolgano nella sede scolastica davanti alla Commisione,
sarebbe infatti una frustrazione doverli fare da casa davanti a immagini
lontane, con tutte le approssimazioni del caso; chiede, insomma, che il colloquio
abbia una reale sua valenza. Chiede inoltre che si faccia svolgere il tema,
questo sì da casa, perché, secondo lui, gli elaborati costituirebbero documenti
storici, a causa della disgraziata circostanza pandemica. Sapere, un domani,
che cosa passava per la mente ai giovani, oppressi da un virus sconosciuto e
infido, sarebbe oltremodo importante. Mi sembrano due ottime proposte, peraltro
fattibili.
Torna a proporsi l’ipotesi, sostenuta dagli Americani, che il
coronavirus sia sfuggito accidentalmente da qualche laboratorio di Wuhan. Dopo
aver letto alcune pagine di Quammen non mi sembra un’ipotesi peregrina. Può
essere che durante degli esperimenti possa essere accaduto l’incidente. Ne
racconta tanti nel suo libro! Credo alle due ipotesi, cinquanta e cinquanta:
provenienza naturale o incidente in laboratorio. Credo altresì che in materia
non si verrà mai a capo di nulla.
Domenica, 19 aprile. La situazione. In
Italia: casi totali 175.925 (+ 3.491), attuali positivi
107.771 (+ 809), guariti 44.927 (+ 2.200), deceduti 23.227 (+ 482). In Puglia:
casi totali 2.694 (+ 38), guariti 401 (+ 37), deceduti 314 (+ 7). Situazione in
lento miglioramento. Preoccupano i dati di Milano e Lombardia, dove cresce il
numero dei contagiati.
A Taurisano c’è stato il primo caso di morte da coronavirus: si tratta
di M.C.A. di 50 anni, deceduta il 16 aprile. Mi ha fatto impressione il
manifesto di morte di questa giovane donna, che è stata alunna mia alla Scuola
Media di Taurisano nell’a.s. 1980-81. Conosco i genitori, persone buone,
laboriose. Frequentava la prima media. Una ragazzina silenziosa e garbata. Si
sapeva da tempo che nella sua famiglia si era verificato un caso di contagio
diffusosi agli altri membri, ma non si pensava ad un epilogo tragico. In fondo
se ne salvano tanti e lei era giovane, poteva farcela. Ma la sua morte inquieta
e spaventa perché un conto è sentir parlare di morti lontane un altro di morti
nel tuo piccolo paese dove tutti ci si conosce. Improvvisamente ti accorgi che
pure tu sei in mezzo, che la morte non è una cosa di numeri, ma di persone che
conosci, che hai conosciuto.
Si continua a parlare di colpe e di responsabili per quanto è accaduto
e sta accadendo in Lombardia. Si può dire che sia da un po’ di tempo
l’argomento preferito dai media e dai social. Ma perché ognuno non chiede a se
stesso come si è comportato nei primi tempi dell’epidemia? Perché non ha
sottovalutato pure lui il pericolo? La gente, ancora oggi, tende a violare le
direttive del governo, che sono poi quelle delle commissioni tecniche. Le
epidemie – e questa in particolare – sono subdole, quando si manifestano già
sono in uno stato avanzato. All’inizio ci si chiede: che strana questa
polmonite, che strana questa influenza; e, intanto, non è che ci si allarmi, si
pensa che presto passi come tante altre. Quando ci si rende conto che si tratta
di cosa diversa, allora son già cazzi amari.
Lunedì, 20 aprile. La situazione. In
Italia: casi totali 178.972 (+ 3.047), attuali positivi
108.257 (+ 486), guariti 47.055 (+ 2.128), deceduti 23.660 (+ 433). In Puglia:
2.786 (+ 92), guariti 427 (+ 26), deceduti 316 (+ 2). La curva è in discesa in
Italia, ma è in salita in Puglia, dove in questi giorni si dovrebbe raggiungere
il picco. Ma si può dire che si è sostanzialmente sul cosiddetto plateau.
Che Dio ce la mandi buona! Stanno incominciando a riaprire alcune
aziende. A Bari ha riaperto la Natuzzi Salotti. Mentre
autorità varie, scientifiche e politiche, procedono in ordine sparso. Le
scientifiche mettono in guardia che non è ancora tempo, le politiche sono
divise. Alcune spingono per aprire, il Veneto per esempio. Altre sono più
prudenti, com’è il caso della Lombardia. Non parliamo delle disposizioni
ministeriali! Conte si prepara all’ennesimo decreto. Intanto si fanno ipotesi e
congetture, la più vergognosa è di tenere a casa gli anziani over sessanta o
sessantacinque anni. Pierluigi Battista sul Corsera ha ammonito “Giù le mani
dagli anziani” e con toni piuttosto forti ha sostenuto che non si può impedire
ad una persona di uscire per limiti di età, peggio ancora quando lo si fa nei
confronti di un gruppo, di una categoria, tutti quelli da una certa età in poi.
E’ anticostituzionale. L’art. 3 della Costituzione dice: “Tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ma in
Italia, si sa, il modo per eludere c’è sempre: basta creare un motivo, un’app,
in questo caso “Immuni”, per fare figli e figliastri.
Sarà l’impressione che faceva il paese i primi giorni della quarantena.
In giro si vedeva pochissima gente, lo scenario era spettrale. Oggi non dico
che si è tornati alla normalità, ma si vede tanta gente, anche i parcheggi in
piazza sono quasi sempre occupati al completo. In buona sostanza si può dire
che senza nessun decreto ormai la popolazione ha acquisito un certo costume di
convivenza se non col virus, che qui da noi è scarso o non c’è, col suo
fantasma. Viviamo tutti come se ognuno fosse il contagioso dell’altro e ci
teniamo a distanza anche oltre il metro.
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