sabato 30 maggio 2020

I giorni del Coronavirus 26



Giovedì, 16 aprile. La situazione. In Italia: casi totali 165.155 (+ 2.667), positivi 105.418 (+ 1.127), guariti 38.092 (+ 962), deceduti 21.645 (+ 578). In Puglia: 2.573 (+ 21), guariti 323 (+ 35), deceduti 288 (+ 10).
Continua il miglioramento della situazione sanitaria ma anche il peggioramento di quella politica. La Lombardia ha deciso di iniziare la fase 2 il 4 maggio contro il parere della gran parte di tecnici e osservatori. C’è quasi una situazione di bagarre di tutti contro tutti. Ancora una volta mi viene di scomodare Leopardi, il quale ne “La ginestra” usa una similitudine che ben s’attaglia alla nostra situazione. “Stolto crede così, qual fora in campo / cinto d’oste contraria, in sul più vivo / incalzar degli assalti, / gl’inimici obbliando, acerbe gare / imprender con gli amici, / e sparger fuga e fulminar col brando / infra i propri guerrieri”. È stata usata spesso la metafora della guerra, ebbene, mentre il nemico, il coronavirus, incalza da tutte le parti, chi lo dovrebbe combattere si scaglia contro i suoi stessi compagni. Stolto – dice Leopardi – ma forse non solo, c’è da pensare. 
Cerco di informarmi dall’Ordine dei Giornalisti se è sufficiente esibire autocertificazione e tesserino per essere al sicuro da eventuali multe. Da Bari mi dicono che è sufficiente. Mah!
Mi faccio il solito giro postpranzale intorno all’Eurospin. Oggi arrivo all’incrocio semaforizzato vicino alla Chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Attrae la mia attenzione un maxi manifesto, affisso alle planche della pubblicità commerciale. Mi gioca l’occhio e vedo un manifesto che annuncia un raduno di macchine d’epoca per l’8 marzo per festeggiare il giorno delle donne col patrocinio del Comune di Taurisano. Ma come? Un raduno nonostante la proibizione del governo? E col patrocinio del Comune? Guarda che scopri in questo paese solo leggendo i manifesti!
Neppure Franco Cassano, il teorico del pensiero meridiano, si dice convinto che da questa epidemia possa venir fuori una società migliore. Sul “Corriere del Mezzogiorno” di oggi lo intervista Felice Blasi, un suo discepolo e amico. Ad un certo punto gli chiede: “C’è chi ipotizza che da questa situazione possa nascere una nuova coscienza per un mondo migliore. Che ne pensa?”. La risposta di Cassano sembra un po’ scivolare sulla domanda. “Non illudiamoci – dice – e lo dico soprattutto a sinistra – di guardare a questa trasformazione con un trionfalismo ecologista, perché se le difficoltà aumentassero ancora, non è detto che non diventino motivo per peggiori conflitti tra gli uomini”. Ma altro, credo, fosse il senso della domanda, e cioè, posto che si esca da questa crisi, è ipotizzabile una società più avveduta e migliore? E’ di tutta evidenza che prima si deve uscire, perché se non se ne esce e anzi dovesse la situazione peggiorare avrebbe ragione Cassano di prevedere tragedie più gravi. Ma se ne usciamo, saremo migliori? A questa domanda Cassano non risponde.
Venerdì, 17 aprile. La situazione. In Italia: casi totali 168.941 (+ 3.786), positivi attuali 106.607 (+ 1.189), guariti (+ 2.072), deceduti 22.170 (+ 522). In Puglia: 2.625 (+ 52), guariti 334 (+ 11), deceduti 299 (+ 11). Continua il trend nazionale con rallentamenti e accelerazioni. Aumentati i casi di positivi. Stabile il trend in Puglia. Brindisi supera Lecce con 428 casi di positivi, uno in più . Non cambia la situazione nei comuni. Ma il picco dovremmo raggiungerlo fra questa e la prossima settimana, dal 16 al 22, così si disse qualche tempo fa.
Dal 24 aprile i malati da coronavirus in Puglia saranno curati a casa da unità mediche speciali formate dai medici di base. Questo per non gravare sugli ospedali. Viene di pensare che ci saranno malati e malati: chi sarà curato a casa e chi in ospedale? Dipende dalla gravità o da che cosa? Non è una buona notizia. Forse l’assistenza ospedaliera non è decisiva per guarire? Non c’è che da raccomandare l’anima a Dio.
Devo dire che nei confronti di Milano ho sempre avuto una grande ammirazione, per motivi storici, remoti e meno remoti, e qualche riserva, forse banale e frivola per essere io tifoso della Juventus, in lotta sempre contro le milanesi del Milan e dell’Inter, che comunque sono squadre davanti alle quali, tifosi o non tifosi, bisogna togliersi il cappello. In breve, tengo più per Torino, per la sua centralità risorgimentale, per il suo stile sobrio e discreto, per il suo piglio geometrico e militare, ebbene sì, anche per la sua Juventus. Ma, di fronte agli attacchi, che in periodo di crisi epidemica si fanno a Milano e alla Lombardia, francamente non c’è che indignarsi. Milano era un modello di sanità – ma direi di tutto – fino a due mesi fa, fino all’arrivo imprevisto dell’epidemia. Purtroppo la crisi non l’ha risparmiata e, come accade alle vette più alte, che vengono colpite di più dai fulmini, così anche per Milano. Ci sono stati errori certamente, sono sotto gli occhi di tutti, ma infierire per una situazione in gran parte oggettiva è da tersiti. Tersite era un greco piuttosto molliccio e vigliacchetto, brutto gobbo e zoppo, ma quando si trovò davanti al corpo senza vita di Ettore, l’eroe troiano da tutti i greci temuto e scansato, trovò “coraggio” e volle pure lui intingere la sua lancia nel corpo di quell’eroe caduto. Milano, per fortuna non è caduta, ma troppi tersiti le si stanno scagliando contro. Vuol dire che, anche in questa congiuntura, Milano conserva il suo primato di capitale morale d’Italia, come lo è sempre stata, nel bene e nel male.
Sabato, 18 aprile. La situazione. In Italia: casi totali 172.434 (+ 3.493), positivi attuali 106.962 (+  355), guariti 42.727 (+ 40.655), deceduti 22.745 (+ 575). In Puglia: 2.656 (+ 31), guariti 364 (+ 30), deceduti 307 (+ 8). L’indice di contagio è 0,8. Il che significa che siamo quasi all’esaurimento della forza del virus di contagiare.
Ci si chiede del come sarà la fase due, quella che ci vede convivere col coronavirus. Ancora non si sa e forse non si saprà mai con assoluta sicurezza. Una cosa è certa, che bisogna esorcizzare la paura del contagio. Se non riusciamo, allora dobbiamo rimanere chiusi in casa senza far nulla fino a quando solo Dio lo sa. Il rischio zero non esiste. Ce lo dicono tutti i medici e gli scienziati. Ma non si può nemmeno pensare che l’andar fuori a lavorare o a passeggiare, a fare la spesa o a raggiungere la banca o l’ufficio postale, possa costituire rischio concreto di contagio. Bisognerebbe trovare una via di mezzo. Senza escludere il rischio – e quindi precauzioni, da prendere e osservare – occorre affrontare la realtà con fiducia.
Lo scrittore Paolo Giordano chiede che gli esami di maturità, quanto meno il colloquio, si svolgano nella sede scolastica davanti alla Commisione, sarebbe infatti una frustrazione doverli fare da casa davanti a immagini lontane, con tutte le approssimazioni del caso; chiede, insomma, che il colloquio abbia una reale sua valenza. Chiede inoltre che si faccia svolgere il tema, questo sì da casa, perché, secondo lui, gli elaborati costituirebbero documenti storici, a causa della disgraziata circostanza pandemica. Sapere, un domani, che cosa passava per la mente ai giovani, oppressi da un virus sconosciuto e infido, sarebbe oltremodo importante. Mi sembrano due ottime proposte, peraltro fattibili.
Torna a proporsi l’ipotesi, sostenuta dagli Americani, che il coronavirus sia sfuggito accidentalmente da qualche laboratorio di Wuhan. Dopo aver letto alcune pagine di Quammen non mi sembra un’ipotesi peregrina. Può essere che durante degli esperimenti possa essere accaduto l’incidente. Ne racconta tanti nel suo libro! Credo alle due ipotesi, cinquanta e cinquanta: provenienza naturale o incidente in laboratorio. Credo altresì che in materia non si verrà mai a capo di nulla.
Domenica, 19 aprile. La situazione. In Italia: casi totali 175.925 (+ 3.491), attuali positivi 107.771 (+ 809), guariti 44.927 (+ 2.200), deceduti 23.227 (+ 482). In Puglia: casi totali 2.694 (+ 38), guariti 401 (+ 37), deceduti 314 (+ 7). Situazione in lento miglioramento. Preoccupano i dati di Milano e Lombardia, dove cresce il numero dei contagiati.  
A Taurisano c’è stato il primo caso di morte da coronavirus: si tratta di M.C.A. di 50 anni, deceduta il 16 aprile. Mi ha fatto impressione il manifesto di morte di questa giovane donna, che è stata alunna mia alla Scuola Media di Taurisano nell’a.s. 1980-81. Conosco i genitori, persone buone, laboriose. Frequentava la prima media. Una ragazzina silenziosa e garbata. Si sapeva da tempo che nella sua famiglia si era verificato un caso di contagio diffusosi agli altri membri, ma non si pensava ad un epilogo tragico. In fondo se ne salvano tanti e lei era giovane, poteva farcela. Ma la sua morte inquieta e spaventa perché un conto è sentir parlare di morti lontane un altro di morti nel tuo piccolo paese dove tutti ci si conosce. Improvvisamente ti accorgi che pure tu sei in mezzo, che la morte non è una cosa di numeri, ma di persone che conosci, che hai conosciuto.  
Si continua a parlare di colpe e di responsabili per quanto è accaduto e sta accadendo in Lombardia. Si può dire che sia da un po’ di tempo l’argomento preferito dai media e dai social. Ma perché ognuno non chiede a se stesso come si è comportato nei primi tempi dell’epidemia? Perché non ha sottovalutato pure lui il pericolo? La gente, ancora oggi, tende a violare le direttive del governo, che sono poi quelle delle commissioni tecniche. Le epidemie – e questa in particolare – sono subdole, quando si manifestano già sono in uno stato avanzato. All’inizio ci si chiede: che strana questa polmonite, che strana questa influenza; e, intanto, non è che ci si allarmi, si pensa che presto passi come tante altre. Quando ci si rende conto che si tratta di cosa diversa, allora son già cazzi amari.
Lunedì, 20 aprile. La situazione. In Italia: casi totali 178.972 (+ 3.047), attuali positivi 108.257 (+ 486), guariti 47.055 (+ 2.128), deceduti 23.660 (+ 433). In Puglia: 2.786 (+ 92), guariti 427 (+ 26), deceduti 316 (+ 2). La curva è in discesa in Italia, ma è in salita in Puglia, dove in questi giorni si dovrebbe raggiungere il picco. Ma si può dire che si è sostanzialmente sul cosiddetto plateau.
Che Dio ce la mandi buona! Stanno incominciando a riaprire alcune aziende. A Bari ha riaperto la Natuzzi Salotti. Mentre autorità varie, scientifiche e politiche, procedono in ordine sparso. Le scientifiche mettono in guardia che non è ancora tempo, le politiche sono divise. Alcune spingono per aprire, il Veneto per esempio. Altre sono più prudenti, com’è il caso della Lombardia. Non parliamo delle disposizioni ministeriali! Conte si prepara all’ennesimo decreto. Intanto si fanno ipotesi e congetture, la più vergognosa è di tenere a casa gli anziani over sessanta o sessantacinque anni. Pierluigi Battista sul Corsera ha ammonito “Giù le mani dagli anziani” e con toni piuttosto forti ha sostenuto che non si può impedire ad una persona di uscire per limiti di età, peggio ancora quando lo si fa nei confronti di un gruppo, di una categoria, tutti quelli da una certa età in poi. E’ anticostituzionale. L’art. 3 della Costituzione dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua,  di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ma in Italia, si sa, il modo per eludere c’è sempre: basta creare un motivo, un’app, in questo caso “Immuni”, per fare figli e figliastri.   
Sarà l’impressione che faceva il paese i primi giorni della quarantena. In giro si vedeva pochissima gente, lo scenario era spettrale. Oggi non dico che si è tornati alla normalità, ma si vede tanta gente, anche i parcheggi in piazza sono quasi sempre occupati al completo. In buona sostanza si può dire che senza nessun decreto ormai la popolazione ha acquisito un certo costume di convivenza se non col virus, che qui da noi è scarso o non c’è, col suo fantasma. Viviamo tutti come se ognuno fosse il contagioso dell’altro e ci teniamo a distanza anche oltre il metro.

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