Martedì, 31 marzo. La situazione: in Italia, casi totali
101.739 (+ 4.050), i positivi 75.528 (+ 1.648), i guariti 14.620 (+ 1.590),
deceduti 11.591 (+ 812). In Puglia: positivi 1.585 (+ 153); [ma sul “Corriere
del Mezzogiorno” leggo che i casi in Puglia sono 1.712, con il record di ieri:
163 nuovi positivi]; guariti 36 (+ 5), deceduti 91 (+ 5). Situazione
complessivamente migliorata. Le autorità tuttavia insistono a non abbassare la
guardia, provvedimenti restrittivi prorogati fino a Pasqua. Si dice che la
Puglia potrebbe considerare superata la crisi il 9 di aprile. Mah, speriamo!
Questo dover stare a casa non ci
ha fatto avvertire neppure la sfasatura dell’ora legale, entrata in vigore
domenica 29 marzo. Le ore passano tutte uguali, non ci sono più cose da fare,
incontri con gli amici, adempimenti vari. Prova che il tempo non esiste e che è
tutta un’invenzione umana per organizzare la vita e le sue attività. Sembra una
clessidra che si capovolge ogni volta da sé e che non ti dà il senso della
finitezza.
Renzi, che ride e sghignazza come
solo un fesso fiorentino riesce spontaneamente a fare, vorrebbe che si
riaprissero le porte di casa per fare uscire un po’ di gente. Lui
incomincerebbe dai giovani, soprattutto dai bambini. “Come – dice – è
consentito uscire per portare a spasso i cani e non i bambini?”. Poi i giovani.
Impedirebbe di uscire agli anziani con più di settant’anni. Forse i suoi
genitori sono ancora al di sotto e perciò ha posto quel limite. Non sai mai se
questo esemplare di guitto parli sul serio o per prendere per il culo qualcuno.
Fino a ieri gli anziani erano quelli che – meno male per loro! – accompagnavano
i nipotini a scuola, facevano la spesa per la famiglia, ed ora chiusi in casa?
E dove li trova il Paese tanti volontari a fare gli inservienti per i
tantissimi anziani che ci sono in Italia e grazie a Dio in salute? Sarà
interessante quello che dice sulla ripresa, ma certe uscite estemporanee
giustificano la sua attuale dimensione politica al 3 %.
Ma a Taurisano qualcuno è più
fesso dell’ex sindaco di Firenze, è il sindaco di Taurisano,
che ha esposto le bandiere a mezz’asta per ricordare le vittime del coronavirus
con in mezzo la Quaremma, già in
esibizione da quando si è entrati in Quaresima. Una sconcezza inaudita, che, a
mio avviso, dovrebbe essere perseguita per oltraggio alle istituzioni.
Marco Tarchi tiene compagnia agli amici e abbonati al
suo “Diorama”. Sorprendente davvero quanto dice in questa mail, almeno per me,
che pensavo di essere il solo in Italia a fare un giornale da cima a fondo
tutto da me, compresa la
spedizione. Ecco Tarchi, che è ordinario di
Scienza Politica all’Università di Firenze: “Ho avuto poco fa conferma che la tipografia continua il lavoro, sia
pure a metà tempo. Quando sarà completo [Diorama], lo stamperemo. Dopodiché,
confezionarlo e spedirlo - da solo, date le norme vigenti - sarà impresa ardua,
dato anche che abito ad un terzo piano di un edificio senza ascensore. Chissà,
forse un po' alla volta... Sperando che poi mi facciano andare al centro
spedizioni, che è in un comune limitrofo... Tutto un azzardo. Vedremo.
Coraggio!”. Vivo la stessa condizione; sono rincuorato dall’avere un simile
“compagno al duol”.
Mercoledì,
1 aprile.
La situazione: in Italia i casi totali sono 105.792 (+ 4.053), i positivi
77.635 (+ 2.107), i guariti 15.729 (+ 1.109), i deceduti 12.428 (+ 837). In Puglia:
i positivi 1.654 (+ 69), i guariti 39 (+ 3), i deceduti 110 (+ 19).
Gli esperti dicono che siamo al picco e che ora
dovrebbe scendere, ma intanto si teme per il Sud. Noi qui non abbiamo le
strutture sanitarie della Lombardia, del Veneto, del Piemonte e dell’Emilia
Romagna. Noi qui siamo ai piedi di Cristo. Basta considerare che in Lombardia
il numero dei guariti è stato sempre maggiore del numero dei deceduti, mentre
in Puglia il numero dei guariti è di gran lunga al di sotto di quello dei
deceduti. Se dovesse imperversare il virus saranno cazzi amari. Basterà lo
starcene rintanati in casa?
Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto
Superiore di Sanità, spiega: “Dire che siamo arrivati al plateau vuol dire che
siamo arrivati al picco, ma il picco non è una punta, è un pianoro da cui ora
dobbiamo scendere”. Quindi dobbiamo continuare col distanziamento sociale e a
non uscire di casa.
Una circolare del Ministero dell’Interno concede
di portare fuori i bambini per una passeggiata vicino casa. Si sono ribellati i
governatori di Lombardia, Campania e Sicilia, i quali ritengono pericoloso
aprire così senza che ci siano sicurezze e hanno ribadito i loro provvedimenti
regionali. La decisione del Viminale è stata molto criticata.
Per “fortuna” il clima non è tentatore. Oggi è
un’altra giornata piovosa e fredda. Meglio starsene quieti quieti in casa,
preferibilmente al calduccio. Piogge di critiche a chi dice che bisogna
incominciare ad uscire. L’obiettivo è Matteo Renzi. Ieri sera Pierluigi
Bersani, a “Carta Bianca”, senza nominarlo, gli ha dato dell’imbecille. Bersani
era provatissimo. A Piacenza non c’è persona che non abbia già avuto un
parente, un amico, un conoscente morto.
Ho fatto un sogno. In genere non ricordo mai
quello che sogno, salvo che non mi svegli all’improvviso, come mi è capitato
stanotte, spaventato dallo spettacolo cui “stavo assistendo”. Ho sognato che in
una piazza immensa – ma io dov’ero? – di non so quale città fossero ammassate
centomila Sardine. Urlavano tutte
contro Salvini, che, dall’alto di un balcone ducesco, cercava di fare il suo
comizio. Le Sardine non lo lasciavano
parlare. Appena accennava ad aprire bocca gli urlavano contro improperi
irripetibili. Allora lui, come un Giove di certi film di dei ed eroi, ha
incomiciato a scagliare saette contro la piazza e le Sardine sparivano con piccole fiammate fino a quando la piazza non
è tornata vuota. E lui ha lanciato la sua maledizione: che siate stramaledette,
non tornerete più! Allora la piazza è diventata un rogo immenso. Fine. Mi sono
svegliato. Già, mi sono detto, ma le Sardine
che fine hanno fatto? Stanno pagando la legge del contrappasso. In questi
giorni ho molto pensato al DanteDì e agli scenari infernali, ed ecco il sogno
delle Sardine.
Sandro Veronesi ha scritto un poemetto per il
coronavirus, lo ha intitolato “Qui”, riassume tutto il dramma di questo
improvviso, impensabile caos che ha fatto saltare abitudini, costumi, valori e
rischia di determinare cambiamenti non più discutibili. Più che sorprendere per
quanto sta accadendo, infatti, sorprende più di tutto che niente è più certo,
come si credeva prima dell’epidemia. Avendo fatto una ricerca sulla Spagnola del 1918-19, dicevo agli amici
che la stessa cosa si sarebbe potuta verificare ancora; e quelli con una
sicumera incredibile a dire: ma oggi una cosa del genere non si può verificare
con tutte le tecnologie, la medicina, l’intelliggenza artificiale ecc. ecc..
Invece è accaduto, tale e quale. Il poemetto di Veronesi riprende realtà che
tutti abbiamo sotto gli occhi, che gli studiosi hanno già visto più di un
secolo fa e che potrebbe accadere ancora fra un secolo o due o chissà quando,
ma purtroppo accadrà. “C’è questo posto maledetto del mondo / nel quale i
nostri vecchi muoiono, / e noi non sappiamo nemmeno dove mettere i loro corpi,
/ dove ammassarli, dove bruciarli, dove seppellirli, / e questo posto è qui” è uno dei passaggi del
poemetto, quello che forse più di altri mi ha fatto vedere un film già visto,
quello appunto di un secolo fa, con la sola aggravante che allora più di un
malato, messo dentro un lenzuolo o in una bara, veniva portato al cimitero
ancora vivo e lo trovavano il giorno dopo attaccato alle sbarre del cancello
come per aprirlo e uscire. Forse al “qui” Veronesi avrebbe potuto aggiungere
“ora!”
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