Domenica, 5 aprile. La situazione. In
Italia: casi totali 124.632 (+ 4.805), i positivi 88.274 (+
2.886), i guariti 20.996 (+ 1.238), i deceduti 15.362 (+ 681). In Puglia:
positivi 1.973 (+ 24), i guariti 94 (+ 25), deceduti 173 (+ 9).
Giornata assolata a intermittenza,
cielo cinerino, temperatura sopportabile, anche fuori in giardino. Le notizie
dal fronte coronavirus non sono rassicuranti. Ho guardato sul “Corriere della
Sera” i grafici di tutte le regioni. Sono esiti disomogenei e non si capisce
perché. I più autorevoli medici e scienziati dicono che ad ora non c’è vaccino
e non ci sono farmaci per prevenire o curare il virus. Siamo tutti in potere
dell’imponderabile. Man mano che passano i giorni mi sento come davanti ad un
plotone di esecuzione composto da un numero di tiratori inferiore al numero dei
condannati che sono accanto a me per la stessa sorte e dunque, dovendo i
tiratori sparare ognuno un colpo, qualcuno di noi si salverà. Ma chi? Abbiamo
perfino la schiena girata al plotone. Toccherà a me un colpo? Toccherà a me
essere risparmiato? E’ un pensiero che si sta facendo sempre più strada. Non
credo di essere il solo ad avere pensieri di morte.
Sto leggendo Spillover dello scrittore americano David Quammen, un volumone di
più di 600 pagine. Il libro parla dei virus, ma con una piacevolezza di
scrittura, a tratti da romanzo giallo, a tratti di avventura all’Indiana Jones,
che la materia, di per sé arida, finisce per intrigarti. Lo
scrittore-scienziato è convincente. Spillover è un termine inglese che
significa tracimazione, ossia passaggio del virus dall’ospite serbatoio, che è
un animale, all’uomo; in termine tecnico si dice zoonesi. La sua tesi è che i
virus vengono fuori e si diffondono sempre per cause umane. Dopo aver elencato
i virus più noti di questi ultimi anni: Machupo, Marburg, Lassa, Ebola, Hiv,
Sin Nombre, Hendra, influenza aviaria, Nipah, febbre del Nilo, Sars, influenza
suina, dice:
“Si potrebbe pensare che questa lista sia una sequenza di eventi tragici
ma non correlati, una serie di sfortunate coincidenze che ci hanno colpito per
motivi imperscrutabili. Messa così Machupo, Hiv e Sars sono, in senso sia
figurato sia letterale, «calamità naturali», dolorosi accidenti alla pari di
terremoti, eruzioni vulcaniche e meteoriti, di cui si possono forse minimizzare
le conseguenze ma che rimangono inevitabili. È una posizione passiva e quasi
stoica, ed è sbagliata. Che sia chiaro da subito: c’è una correlazione tra
queste malattie che saltano fuori una dopo l’altra, e non si tratta di meri
accidenti ma di conseguenze non volute di nostre azioni. Sono lo
specchio di due crisi planetarie convergenti: una ecologica e una sanitaria.
[…] da un lato la devastazione ambientale causata dalla pressione della nostra
specie sta creando nuove occasioni di contatto con i patogeni, e dall’altro la
nostra tecnologia e i nostri modelli sociali contribuiscono a diffonderli in
modo ancor più rapido e generalizzato. […]. Le attività umane sono causa della
disintegrazione (e non ho scelto questa parola a caso) di vari ecosistemi a un
tasso che ha le caratteristiche del cataclisma. Tutti sappiamo come ciò avvenga
a grandi linee: la deforestazione, la costruzione di strade e infrastrutture,
l’aumento del terreno agricolo e dei pascoli, la caccia alla fauna selvatica […],
l’attività mineraria, l’aumento degli insediamenti urbani e il consumo di
suolo, l’inquinamento, lo sversamento di sostanze organiche nei mari, lo
sfruttamento insostenibile delle risorse ittiche, il cambiamento climatico, il
commercio internazionale di beni la cui produzione comporta uno o più problemi
sopradescritti e tutte le altre attività dell’uomo «civilizzato» che hanno
conseguenze sul territorio. Stiamo, in poche parole, sbriciolando tutti gli
ecosistemi. […]. In questi ecosistemi vivono milioni di specie, in gran parte
sconosciute alla scienza moderna, non classificate e a malapena etichettate e
poco comprese. […]. Tra questi milioni di specie ignote ci sono i virus,
batteri, funghi, protisti e altri organismi, molti dei quali parassiti”. […].
Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si
trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie. Un parassita
disturbato nella sua vita quotidiana e sfrattato dal suo ospite abituale ha due
possibilità: trovare una nuova casa, un nuovo tipo di casa, o estinguersi. Dunque non ce l’hanno con noi, siamo noi a
esser diventati molesti, visibili e assai abbondanti”. (pp. 42-44).
C’è poco da obiettare a una
simile argomentazione. Anche a non voler credere a tutto quello che lo
scrittore dice in termini di causa-effetto, viene di considerare comunque che
se noi uomini facciamo tutto quello che facciamo necessariamente ci devono
essere delle conseguenze, che non possono essere che negative e a volte
devastanti, nell’immediato o in prospettiva.
Lunedì, 6 aprile. La situazione. In
Italia: casi totali 128.948 (+ 4.316), positivi 91.246 (+
2.972), guariti 21.815 (+ 819), deceduti 15.887 (+ 525). In Puglia: casi 2.022
(+ 49), guariti 113 (+ 19), deceduti 182 (+ 9).
C’è ancora troppa gente in giro,
lo prova il numero alto di multe rilevate dalle forze dell’ordine. L’andamento
resta incerto, anche se sembra aver preso una dirittura d’arrivo. In
Inghilterra è stato ricoverato con febbre alta il premier Boris Johnson, quello
che aveva detto agli inglesi preparatevi a piangere diversi morti.
Giornata grigia, ma non fredda.
Aprile continua sulla scia di marzo, in discontinuità con febbraio, che è stato
finora il vero mese primaverile.
Papa Francesco su Rai Uno, da
stamattina, h. 7,00, recita la messa dalla cappella di Santa Marta. Ecco
svelato il motivo dell’incontro di alcuni giorni fa tra il premier Conte e il
Papa in Vaticano. La chiesa entra nelle case dei cittadini. Se non sono i
cristiani ad andare in chiesa, è la chiesa che li va a trovare in casa, una
parafrasi di Maometto e la
montagna. L’Avvocato del popolo si fa strada coi preti, che
in genere è strada lunga e porta lontano. Percorso opposto vorrebbe fare
Salvini e cioè riportare le persone in chiesa in occasione della Pasqua,
sbattendo contro un coro di no, anche da parte dei fedeli. Va a finire che la
vera vittima politica di questa epidemia è il centrodestra e Salvini in
particolare. I suoi tentativi di riproporsi come leader di successo sbatte
contro la realtà delle cose e più cerca di proporre qualcosa di interessante e
più resta impaniato come un fringuello.
Caratteristica principale di
questo coronavirus è l’imprevedibilità della scelta delle vittime. In un primo
momento ha “privilegiato” i maschi, nel senso che li ha colpiti di più rispetto
alle femmine in un rapporto di 8
a 2, poi di 7
a 3. Ora vedo sul Bollettino Epidemiologico della
Regione Puglia del 5 aprile che il rapporto è di 53,7 % dei maschi e del 46,3 %
delle femmine. Una situazione di quasi parità. La media dei contagiati da noi è
di 58 anni. In Lombardia le vittime del coronavirus tra i 40 e i 50 anni sono
in aumento, mentre agli inizi erano soprattutto dai 60 anni in poi. E’ un virus
capriccioso o dipende dal fatto che c’è ancora troppa gente in giro che non
osserva le prescrizioni di sicurezza e soprattutto il distanziamento sociale?
Propenderei per la seconda.
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