venerdì 15 maggio 2020

I giorni del Coronavirus 22



Domenica, 5 aprile. La situazione. In Italia: casi totali 124.632 (+ 4.805), i positivi 88.274 (+ 2.886), i guariti 20.996 (+ 1.238), i deceduti 15.362 (+ 681). In Puglia: positivi 1.973 (+ 24), i guariti 94 (+ 25), deceduti 173 (+ 9).  

Giornata assolata a intermittenza, cielo cinerino, temperatura sopportabile, anche fuori in giardino. Le notizie dal fronte coronavirus non sono rassicuranti. Ho guardato sul “Corriere della Sera” i grafici di tutte le regioni. Sono esiti disomogenei e non si capisce perché. I più autorevoli medici e scienziati dicono che ad ora non c’è vaccino e non ci sono farmaci per prevenire o curare il virus. Siamo tutti in potere dell’imponderabile. Man mano che passano i giorni mi sento come davanti ad un plotone di esecuzione composto da un numero di tiratori inferiore al numero dei condannati che sono accanto a me per la stessa sorte e dunque, dovendo i tiratori sparare ognuno un colpo, qualcuno di noi si salverà. Ma chi? Abbiamo perfino la schiena girata al plotone. Toccherà a me un colpo? Toccherà a me essere risparmiato? E’ un pensiero che si sta facendo sempre più strada. Non credo di essere il solo ad avere pensieri di morte.

Sto leggendo Spillover dello scrittore americano David Quammen, un volumone di più di 600 pagine. Il libro parla dei virus, ma con una piacevolezza di scrittura, a tratti da romanzo giallo, a tratti di avventura all’Indiana Jones, che la materia, di per sé arida, finisce per intrigarti. Lo scrittore-scienziato è convincente. Spillover è un termine inglese che significa tracimazione, ossia passaggio del virus dall’ospite serbatoio, che è un animale, all’uomo; in termine tecnico si dice zoonesi. La sua tesi è che i virus vengono fuori e si diffondono sempre per cause umane. Dopo aver elencato i virus più noti di questi ultimi anni: Machupo, Marburg, Lassa, Ebola, Hiv, Sin Nombre, Hendra, influenza aviaria, Nipah, febbre del Nilo, Sars, influenza suina, dice:

Si potrebbe pensare che questa lista sia una sequenza di eventi tragici ma non correlati, una serie di sfortunate coincidenze che ci hanno colpito per motivi imperscrutabili. Messa così Machupo, Hiv e Sars sono, in senso sia figurato sia letterale, «calamità naturali», dolorosi accidenti alla pari di terremoti, eruzioni vulcaniche e meteoriti, di cui si possono forse minimizzare le conseguenze ma che rimangono inevitabili. È una posizione passiva e quasi stoica, ed è sbagliata. Che sia chiaro da subito: c’è una correlazione tra queste malattie che saltano fuori una dopo l’altra, e non si tratta di meri accidenti ma di conseguenze non volute di nostre azioni. Sono lo specchio di due crisi planetarie convergenti: una ecologica e una sanitaria. […] da un lato la devastazione ambientale causata dalla pressione della nostra specie sta creando nuove occasioni di contatto con i patogeni, e dall’altro la nostra tecnologia e i nostri modelli sociali contribuiscono a diffonderli in modo ancor più rapido e generalizzato. […]. Le attività umane sono causa della disintegrazione (e non ho scelto questa parola a caso) di vari ecosistemi a un tasso che ha le caratteristiche del cataclisma. Tutti sappiamo come ciò avvenga a grandi linee: la deforestazione, la costruzione di strade e infrastrutture, l’aumento del terreno agricolo e dei pascoli, la caccia alla fauna selvatica […], l’attività mineraria, l’aumento degli insediamenti urbani e il consumo di suolo, l’inquinamento, lo sversamento di sostanze organiche nei mari, lo sfruttamento insostenibile delle risorse ittiche, il cambiamento climatico, il commercio internazionale di beni la cui produzione comporta uno o più problemi sopradescritti e tutte le altre attività dell’uomo «civilizzato» che hanno conseguenze sul territorio. Stiamo, in poche parole, sbriciolando tutti gli ecosistemi. […]. In questi ecosistemi vivono milioni di specie, in gran parte sconosciute alla scienza moderna, non classificate e a malapena etichettate e poco comprese. […]. Tra questi milioni di specie ignote ci sono i virus, batteri, funghi, protisti e altri organismi, molti dei quali parassiti”. […]. Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie. Un parassita disturbato nella sua vita quotidiana e sfrattato dal suo ospite abituale ha due possibilità: trovare una nuova casa, un nuovo tipo di casa, o estinguersi. Dunque non ce l’hanno con noi, siamo noi a esser diventati molesti, visibili e assai abbondanti”.  (pp. 42-44).

C’è poco da obiettare a una simile argomentazione. Anche a non voler credere a tutto quello che lo scrittore dice in termini di causa-effetto, viene di considerare comunque che se noi uomini facciamo tutto quello che facciamo necessariamente ci devono essere delle conseguenze, che non possono essere che negative e a volte devastanti, nell’immediato o in prospettiva. 

Lunedì, 6 aprile. La situazione. In Italia: casi totali 128.948 (+ 4.316), positivi 91.246 (+ 2.972), guariti 21.815 (+ 819), deceduti 15.887 (+ 525). In Puglia: casi 2.022 (+ 49), guariti 113 (+ 19), deceduti 182 (+ 9).

C’è ancora troppa gente in giro, lo prova il numero alto di multe rilevate dalle forze dell’ordine. L’andamento resta incerto, anche se sembra aver preso una dirittura d’arrivo. In Inghilterra è stato ricoverato con febbre alta il premier Boris Johnson, quello che aveva detto agli inglesi preparatevi a piangere diversi morti.

Giornata grigia, ma non fredda. Aprile continua sulla scia di marzo, in discontinuità con febbraio, che è stato finora il vero mese primaverile.

Papa Francesco su Rai Uno, da stamattina, h. 7,00, recita la messa dalla cappella di Santa Marta. Ecco svelato il motivo dell’incontro di alcuni giorni fa tra il premier Conte e il Papa in Vaticano. La chiesa entra nelle case dei cittadini. Se non sono i cristiani ad andare in chiesa, è la chiesa che li va a trovare in casa, una parafrasi di Maometto e la montagna. L’Avvocato del popolo si fa strada coi preti, che in genere è strada lunga e porta lontano. Percorso opposto vorrebbe fare Salvini e cioè riportare le persone in chiesa in occasione della Pasqua, sbattendo contro un coro di no, anche da parte dei fedeli. Va a finire che la vera vittima politica di questa epidemia è il centrodestra e Salvini in particolare. I suoi tentativi di riproporsi come leader di successo sbatte contro la realtà delle cose e più cerca di proporre qualcosa di interessante e più resta impaniato come un fringuello.  

Caratteristica principale di questo coronavirus è l’imprevedibilità della scelta delle vittime. In un primo momento ha “privilegiato” i maschi, nel senso che li ha colpiti di più rispetto alle femmine in un rapporto di 8 a 2, poi di 7 a 3. Ora vedo sul Bollettino Epidemiologico della Regione Puglia del 5 aprile che il rapporto è di 53,7 % dei maschi e del 46,3 % delle femmine. Una situazione di quasi parità. La media dei contagiati da noi è di 58 anni. In Lombardia le vittime del coronavirus tra i 40 e i 50 anni sono in aumento, mentre agli inizi erano soprattutto dai 60 anni in poi. E’ un virus capriccioso o dipende dal fatto che c’è ancora troppa gente in giro che non osserva le prescrizioni di sicurezza e soprattutto il distanziamento sociale? Propenderei per la seconda.

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