martedì 19 maggio 2020

I giorni del Coronavirus 23



Martedì, 7 aprile. La situazione. In Italia: casi totali 132.547 (+ 3.599), positivi 93.187 (+ 1.941), guariti 22.837 (+ 1.022), deceduti 16.523 (+ 646). In Puglia: positivi 2.115 (+ 93), guariti 134 (+ 21), deceduti 195 (+ 13). Intanto secondo il Bollettino epidemiologico della Regione la forbice tra morti maschi e morti femmine si restringe. I dati di ieri sera, alle h. 16,30, dicono che la percentuale dei maschi deceduti è del 52,7 % a fronte del 47,3 % di femmine. Invariata l’età media, 58 anni.

Capo del governo e Papa si sono impossessati della televisione. Il Papa apre la mattina con la messa su Rai Uno e il Capo del governo chiude la sera, sempre su Rai Uno, con le sue compiaciute e compiacenti conferenze stampa. È clerico-fascismo? Dovremmo essere fessi per crederlo; ma siamo fessi se pensiamo che questo connubio non provochi di qui a non molto delle conseguenze. Il Papa di fatto svolge un ruolo politico, non fa che parlare di povertà e di carcerati, in surroga dei politici che evidentemente non sanno nemmeno recitare un’Avemaria. Ieri ha sparato un’altra delle sue. Parlando dei poveri e della necessità di aiutarli – e su questo siamo d’accordo – si è chiesto retoricamente: questo è comunismo? No, è vangelo. Facendo finta di non capire che così dicendo equiparava il comunismo al vangelo, per la proprietà transitiva. Ma lui è il Papa. Chi più in alto?

Quando la noia annoia che si fa? La noia può sollecitare a leggere, a scrivere, a dipingere, a suonare, a classificare francobolli, cartoline, altri oggetti da collezione; ma quando tutto questo è parte della noia, allora il problema è grave. Da quando siamo in clausura “coronavirale” tutti i giorni sono gli stessi. Annoia perfino la stessa noia, si è nell’entropia assoluta. Se potessi vomitare tutto quello che di letto o scritto ho ingurgitato in questi giorni finirei annegato nel mio stesso intruglio di parole. Fino a quando potrà durare questa condizione?

Il caso di Boris Johnson, il simpatico premier inglese, che è passato da un iniziale “vi toccherà piangere i vostri cari”, rivolto ai suoi connazionali, all’essere lui stesso ricoverato in terapia intensiva per essersi contagiato, è l’alfa e l’omega di questo disgraziato fenomeno. Mai dire mai e, soprattutto, mai pensare di essere fuori da un fenomeno che pensi interessi solamente gli altri. Anche a non voler essere superstiziosi, questa pandemia ci tiene tutti sulla stessa barca, anche in località dove ancora non è giunta come in altre. Ma è tanta la paura che ci è stata messa addosso che un po’ tutti ci sentiamo contagiabili, anche mentre siamo soli in giardino o a passeggiare vicino casa in assenza di altri. Ci sentiamo come esseri autocontagiabili. Una condizione assai triste. Per fortuna non tutte le finestre della razionalità sono chiuse e prendere un po’ d’aria da quelle aperte ci salva dal decesso mentale.

Leggo in un libro di Eugenio Scalfari, Grand Hotel Scalfari, scritto con l’ausilio di Antonio Gnoli e Francesco Merlo, due suoi ex di “Repubblica”, che lui è stato fascista fino a 19 anni quando fu espulso niente meno che da Carlo Scorza in persona, per aver scritto sul giornale “Roma Fascista” alcuni articoletti non firmati su presunti profitti di gerarchi sulle aree fabbricabili all’Eur. Scorza lo convocò e gli chiese i nomi dei presunti profittatori per sbatterli in galera. Non avendo saputo dare nessuna spiegazione su chi fossero i colpevoli ed essendosene uscito con generici “così si dice”, Scorza lo prese per il petto, lo sollevò da terra e gli comunicò l’espulsione dai Guf, poi gli tolse le mostrine dalla divisa e lo cacciò via gridandogli di non farsi più vedere. Ora, a parte i modi usati, in perfetto stile fascista, è di tutta evidenza che non meritava altro. E vorrei vedere! In compenso ebbe un motivo per diventare antifascista.

Mercoledì, 8 aprile. La situazione. In Italia: casi totali 135.586 (+ 3.039), positivi 94.067 (+ 880), guariti 24.392 (+ 1.555), deceduti 17.127 (+ 604). In Puglia: casi 2.137 (+ 22), guariti 168 (+ 34), deceduti 209 (+ 14). Pare che la fase discendente presenti segnali confortanti. Ma da noi, in Puglia, il picco si raggiungerà dal 16 al 22 aprile.

Su “Huffington Post” del 5 aprile (la notizia me l’ha passata Tarchi ieri sera) Massimo Cacciari ha osservato che «Questa crisi irrompe nel mezzo di un processo già in atto da tempo e ne accelera straordinariamente i tempi. Aumenta la velocità con cui il sistema tecnico-scientifico si muove verso il centro della scena del mondo, liquidando la funzione preminente della politica e riducendo la spazio dell’autonomia del politico». Osservazione puntuale. La realtà è sotto gli occhi di tutti. In Italia Conte non ha fatto altro che affidarsi a medici e scienziati. Ha fatto bene? Ha fatto male? Il punto è che oggi in Italia non ci sono politici di spessore. Conte è un “trovatello” alla ruota degli esposti grillini di questi ultimi anni. Bisogna dire che non ha sfigurato come tanti altri della covata “comica”. De Benedetto, l’imprenditore e finanziere, lo ha definito bene: è un impiegato. In quanto tale non è in grado di assumersi in proprio nessuna responsabilità. I media, obbedendo a disposizioni governative, hanno addirittura esaltato il modello italiano, che ha fatto registrare il più alto numero di vittime al mondo, solo per lo “state tutti a casa”. La situazione, come già si prevedeva, è drammatica sul fronte del lavoro e della produzione, mentre i cittadini sono obbligati ad attese, a file, a mascherine, che ancora non si capisce se servano o meno a niente, fino a quando non sarà trovato un vaccino e distribuito a tutta la popolazione. Chi oggi ha un’età oltre i sessant’anni può praticamente dire addio alla vita che ha avuto fino a un mese e mezzo fa. Quel che gli rimane è una sopravvivenza avvilente e angosciante, la cui durata non gli basterà per tornare ad essere quello che era.

Un altro ponte è crollato, ad Aulla in provincia di Massa Carrara. Era proprio “necessaria” questa ennesima prova della sciatteria italiana? Quando penso alle tante vittime da coronavirus di Bergamo non posso che associarle a questi crolli. Siamo il paese di Michelangelo e di Raffaello, di Leonardo da Vinci e di tanti altri illustrissimi geni dell’umanità, ma intanto in Italia si muore di più e i ponti crollano. Meditiamo, gente, meditiamo, almeno ora che non abbiamo altro da fare!

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