Giovedì, 9 aprile.
La situazione. In
Italia: casi totali 139.422 (+ 3.836), positivi 95.262 (+
1.195), guariti 26.491 (+ 2.099), deceduti 17.669 (+ 542). In Puglia: casi
totali 2.238 (+ 101), guariti 177 (+ 9), deceduti 219 (+ 10). Complessivamente
siamo sul plateau (pianoro) come
dicono gli esperti prima di iniziare la discesa. Ma da noi, in Puglia, siamo ancora
lontani dal raggiungere il picco.
Ora la polemica è se aprire o meno al ritorno
graduale alla normalità, polemica che si riverbera sulle scelte fatte: era
proprio la cosa più indovinata quella di chiudere tutto in tutta Italia? Renzi
dice che se non moriamo di pandemia moriamo di carestia. Anche alcuni
intellettuali, come Cacciari e Tarchi, dicono che è mancata la politica nelle
scelte fatte, dettate esclusivamente dal comitato tecnico. Insomma quel che si
rimprovera ai politici “assenti” è di non aver saputo adottare provvedimenti
che tenessero conto non solo dell’immediato ma anche del poi e abbiamo così
messo l’Italia in ginocchio. Anche Gramellini, il corsivista del “Corriere
della Sera”, sembra strizzare l’occhio alla tesi del dover convivere con il
virus, piuttosto che illudersi di poterlo sconfiggere definitivamente col
blocco di tutte le attività. Forse se tedeschi e olandesi sono così ostinati
contro di noi è per lo stesso motivo, non condividono le scelte fatte dal
governo Conte.
Dal celodurismo di Umberto Bossi al celofarismo
contro il Coronavirus. Oggi il “Corriere della Sera” ha distribuito un piccolo
pannello col tricolore sul dritto e con una colomba sul verso con la scritta
“celafaremo”. E’ uno di quegli oggetti-ricordo che durano negli anni,
specialmente se a qualcuno viene in mento di incorniciarlo per conservarlo.
Il quotidiano tedesco “Die Welt”
ha pubblicato su tutta pagina un appello ad Angela Merkel: “non mollare sugli
italiani”, non dare loro soldi perché è già pronta la mafia per
impossessarsene. Ovvio che gli italiani facciano gli offesi. Ma se siamo stati
per primi noi – col capo della polizia Gabrieli – a mettere in allarme le
autorità per le speculazioni che potrebbero fare le cosche mafiose! E non è di
oggi la notizia che la Polizia ha intercettato e bloccato un autocarro
proveniente da un paese dell’Est con 500.000 Euro, guidato da calabresi?
Dovremmo essere un po’ più coerenti e autocritici. Forse saremmo più credibili.
Venerdì, 10 aprile. La situazione. In
Italia: 143.626 (+ 4.204), positivi 96.877 (+ 1.615), guariti
28.470 (+ 1.979), deceduti 18.279 (+ 610). In Puglia: casi 2.301 (+ 63),
guariti 190 (+ 13), deceduti 225 (+ 6). Sostanzialmente di stallo. Importante
sarà la settimana prossima, quando in Puglia si raggiungerà il famigerato
picco.
Questa terribile congiuntura “coronavirale” è stata caratterizzata
finora da una montagna di bugie. Alcune, quelle dette dalle autorità politiche
e sanitarie, possono classificarsi come Platone suggeriva “nobili menzogne”,
perché finalizzate alla necessità di contenere l’epidemia. Spaventare la gente
al fine di ottenere il massimo del rispetto delle leggi è stato un bene. Altre
sono sorte e diffuse alla cazzo di cane, non si capisce bene perché, perfino
che il virus s’attacca alle scarpe, che può uscire con lo sciacquone del bagno
e via “viruscoronando”. Altre, con qualche fondatezza ma esagerata, sono state
comminate un po’ per paura e un po’ a fin di bene. Mi è capitato di vedere
persone con mascherina in faccia convinte di stare lontano da altre per non
essere contagiate, incapaci di mettere un discrimine tra un contagio probabile,
come può accadere in una zona rossa, e un contagio del tutto teorico e legale,
come in una zona dove non si è verificato ancora caso alcuno.
Mi sembra di vedere in questi ultimi tempi più persone in giro per il
paese. Forse sono io che, uscendo di casa più tardi rispetto a prima, quando
vigeva l’ora solare, incontro più persone o forse è proprio vero che la gente
incomincia ad essere stanca di fermare qualsiasi sua attività, anche la più banale
e quotidiana, ed esce. Comunque non è un buon segno, perché ancora i dati
dicono che il coronavirus è in agguato.
Beppe Severgnini, interista eroico, più del sergente giapponese che
continuò ad essere in guerra con gli americani per molti anni ancora dopo la
guerra, che lui non aveva saputo essere finita essendosi perso in una foresta,
oggi ha pubblicato una poesia del poeta Vittorio Sereni (1913-1983), come lui
interista, sul tema del calcio giocato a porte chiuse. Da interisti, che volete
che parlassero di Inter-Milan o di Inter-Napoli? Macché, parlano di
Inter-Juventus. A parte il tifo, essendo io juventino, meno eroico di qualsiasi
interista, la
condivido. Dice:
Il verde è sommerso in
neroazzurri.
Ma le zebre venute di Piemonte
sormontano riscosse a un hallalì
squillato dietro barriere di
folla.
Ne fanno un reame bianconero.
La passione fiorisce fazzoletti
di colore sui petti delle donne.
Giro di meriggio canoro,
ti spezza un trillo estremo.
A porte chiuse sei silenzio
d’echi
nella pioggia che tutto cancella.
Purtroppo la crisi del coronavirus impedisce di giocare perfino a porte
chiuse, perché i calciatori, come è successo allo juventino Dibala proprio
contro l’Inter, possono contagiarsi a vicenda. Il calcio è un gioco di
contatti, di forza per vincere l’avversario, di abbracci di gioia coi compagni
dopo un goal segnato. Dunque, niente calcio, almeno per quest’anno. I giornali
sportivi chiacchierano per autoalimentarsi.
Sabato, 11 aprile. La situazione. In
Italia: casi totali 147.577 (+ 3.951), positivi 98.273 (+
1.396), guariti 30.455 (+ 1.985), deceduti 18.849 (+ 570). In Puglia: 2.336 (+
35), guariti 235 (+ 45), deceduti 238 (+ 13). La situazione sembra migliorare,
sia in campo nazionale che in Puglia.
All’esterno di alcune case di Taurisano sono stati esposti dei lumini,
distanziati sui muretti. È un segno di preghiera e di devozione perché il
Signore e i Santi ci preservino dalla pandemia. Dopo i cartelli laici
beneuguranti e confidenti nell’uomo, seguono i segni religiosi che delegano al
buon Dio la nostra salvezza. Gli uni sono espressione di fiducia nella
tecnologia e nella scienza, nel naturale, gli altri sono manifestazione di fede
nel soprannaturale. Sono i termini entro cui da sempre stiamo noi esseri umani
e che si possono rappresentare con quel magnifico incontro di Dio con l’uomo
nel dipinto di Michelangelo alla Cappella Sistina, dove il Signore ha appena
creato Adamo e i due si sfiorano con le dita, il Signore porge, Adamo riceve.
Si sono appena staccati, nell’atto in cui il Signore conferisce ad Adamo
l’autonomia o stanno per incontrarsi? Il tema della creazione farebbe pensare
alla prima ipotesi, storica, ad un atto irripetibile; la seconda alla tensione
per un incontro che forse non ci sarà mai e che resta nel suo farsi.
Con un’altra delle sue conferenze stampa, tenuta in diretta su Rai Uno,
il Capo del Governo Conte ha annunciato la proroga delle restrizioni
“coronavirali” fino al 3 maggio. Praticamente vuole mettere al sicuro il Paese
fino al termine delle feste primaverili: Liberazione (25 aprile) e Festa del
Lavoro (1° maggio), i tradizionali ponti
degli italiani. Periodo particolarmente intenso di feste patronali nei paesi. A
Taurisano se ne svolgevano tre: Madonna di Leuca, San Giuseppe e il Crocefisso.
Dopo il 3 maggio si vedrà. Ha riaperto le librerie, sempre nelle modalità di
legge: mascherina e distanziamento. Ieri sera Conte era arrabbiatissimo. Non
solo ha fatto svarioni dicendo “mantenere le distanze sociali” e non
“distanziamento sociale”, ma se l’è presa in maniera inusuale con le
opposizioni, dando del bugiardo a Salvini e alla Meloni per quanto questi
avevano detto sul Mes, il famigerato Meccanismo Europeo di Stabilità,
commettendo anche qui un’inesattezza quando ha detto che il Mes è stato votato
nel 2012 dal governo del quale la Meloni faceva parte, quando invece a firmare
il Mes fu il governo Monti. Ma quel che più
indigna dello show di Conte è l’uso spregiudicato che fa della
televisione di Stato, confondendo momenti istituzionali con momenti di polemica
politica. Certo, dicendo che lui non firmerà mai per il Mes, si è incartato,
dato che gli accordi all’Eurogruppo si fondano proprio sul Mes. Se invece di un
“trovatello” fosse un politico serio si dovrebbe dimettere cinque minuti dopo
l’accettazione di quegli accordi.
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