mercoledì 6 marzo 2013

Roberta Lombardi, la grillina impertinente



Roberta Lombardi, grillina – pare – di qualche capacità, se è stata eletta capogruppo alla Camera dei Deputati, non ha messo ancora del tutto piede in politica che già incomincia a conoscere che aria tira. Circa un mese fa, sul suo blog aveva espresso sul fascismo dei giudizi non in linea con la vulgata antifascista. Nulla di particolarmente eretico. Addirittura si chiedeva perplessa che tipo di ideologia fosse mai stata quella del fascismo, che, dopo aver pensato e fatto cose buone, ne fece altre di pessime e di obbrobriose.
Se la Lombardi ha studiato, come credo abbia fatto, avrà appreso che il fascismo non fu quello che per ragioni di opportunismo politico fu il male assoluto – Fini docet! – ma fu un movimento prima socialisteggiante, un partito poi strumentalizzato dagli agrari e dagli industriali, un regime violento e liberticida successivamente, imperialista, razzista e via di seguito fino alla catastrofe della guerra. Questo, in estrema sintesi, sono le tappe del fascismo. Ognuna di esse ha però i suoi contenuti, positivi alcuni, discutibili altri, assolutamente da respingere altri ancora. Sembra che stia recitando il rosario delle ovvietà. Me ne scuso coi lettori.
Ora, negare che all’interno di alcune fasi, il fascismo ebbe una politica sociale importante, che di fatto introdusse lo stato sociale, che bonificò zone del paese da millenni malariche prosciugando e costruendo città, che mise ordine nelle banche, nelle industrie, nei trasporti, nei servizi, delle due l’una: o è frutto di ignoranza autentica o espressione di pusillanimità opportunistica, che in politica purtroppo vale oro colato.
Io non credo che i grillini vengano da un altro pianeta, sono italiani come tutti gli altri, diciamo da almeno mille anni in qua; non sembrano molto esperti né particolarmente colti. Se mi sbaglio sarò felice di riconoscerlo. Per ora vedo che sono in gran parte giovani e non hanno avuto le opportunità di crescere in politica come i loro omologhi precedenti, nelle sezioni dei partiti e nelle piazze, ad ascoltare dalla viva voce i loro leader. Ma sono pur sempre della stessa razza italica, nel bene e nel male; finiranno per diventare, come diceva Nietzsche, quello che sono. Persone normalissime, che hanno avuto le loro esperienze politiche giovanili, professionali ed ora politiche. Certo è che si sono proposti come persone pulite, oneste, sincere in discontinuità coi politici tradizionali: sporchi, disonesti e bugiardi. Mi permetterei di non generalizzare.
Mi chiedo, come si può pretendere che uno sia pulito, onesto e sincero e nello stesso tempo intellettualmente disonesto, pusillanime e opportunista? Non lo so. E’ come chiedere ad un asino di ragliare e cinguettare a seconda di chi lo ascolta. Consiglierei a qualcuno di andare a leggersi l’Asino d’oro di Apuleio.
Mi pare che tutti siamo stanchi di un certo tipo di politico. Se dobbiamo dire basta a costui, che nel nome di un Machiavelli mai letto o mai capito, pensa di poter dire e fare quello che vuole, perché la politica è una zona franca, non possiamo chiedere alla giovane grillina di fare mea culpa, battendosi il petto con una pietra, e giurare di essere tutta antifascista, nient’altro che antifascista.
Lo potrebbe pure fare, la Lombardi, ma da quel momento non ci sarebbe da meravigliarsi se la stessa cercasse o non respingesse occasioni di profitto personale, sgomitasse e tradisse per avere un posto di maggiore prestigio, accettasse regali costosi, si ritrovasse, senza saperlo, con conti in banca cifrati e via politicando come i tanti politici tradizionali hanno fatto da sempre in Italia ma in un crescendo vertiginoso in questi ultimi anni.
Perché impedire ad una persona di esprimere il suo pensiero, motivato e giustificato? Perché continuare a pensare che le menzogne siano produttive e politicamente corrette? Il fascismo, come il socialismo, il liberalismo, il comunismo, sono ismi che appartengono al Novecento, sono finiti, si sono in qualche modo trasformati, in alcuni casi sono diventati una cosa completamente diversa. Ma la verità, l’onestà, la libertà, la giustizia sono valori assoluti, universali, che non sono cambiati dalla notte dei tempi e non possono cambiare. E’ a simili valori che tutti coloro che si occupano di politica e dunque del bene e del destino comune, devono ispirarsi, senza vuoti ed eccezioni. 

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