La cancellazione del reato di
immigrazione clandestina è un fatto molto grave, tanto più che tale reato
esiste in molti paesi d’Europa, del nostro non meno civili; anzi. L’Italia
diventa terra di tutti. Si può immaginare cosa sarà il nostro Paese di qui a
qualche anno.
Così vuole Allah-Napolitano, così
vuole il suo profeta Maometto-Letta. In buona sostanza quello che era un
governo di larghe intese tra centrodestra e centrosinistra è diventato il
governo del prefisso “centro”, una sorta di regime assembleare dove basta un
emendamento proposto da un grillino perché si formi in aula una variabile di maggioranza;
dove la Presidente
della Camera è una Vispa Teresa, che
enuncia ciò che è reato e ciò che non lo è. Vigente la legge del reato di
immigrazione clandestina, chi aiuta immigrati clandestini ad entrare in Italia
commette un reato di favoreggiamento. In un paese serio la terza carica dello
Stato non si permette di fare apologia di reato o addirittura istiga a
compierlo. In un paese serio il Presidente del Consiglio non grida vergogna
contro i magistrati che inquisiscono chi commette dei reati, come ha fatto Letta
contro i magistrati che hanno inquisito i superstiti del barcone affondato, che
sempre immigrati clandestini erano. A chi si appella alla Costituzione per
giustificarsi occorre ricordare che essa è della Repubblica Italiana e non
dell’orbe terracqueo. Sarebbe inutile avere una Costituzione nazionale se bastasse
la
Dichiarazione Universale dei Diritti.
I cittadini che hanno votato
centrodestra chiedono: era nelle intese del governo abolire il reato di
immigrazione clandestina?
Ora il Parlamento si appresta a
tradurre in legge l’indulto e l’amnistia, secondo voluntate del Presidente Napolitano, per svuotare le carceri
italiane, che restano una vergogna secondo il radicale Pannella come una
vergogna erano quelle borboniche di centosessanta anni fa, secondo la denuncia
dell’inglese Gladstone. Il provvedimento rientra in una campagna di buonismo
diffuso allo scopo di far recuperare alla classe politica, sputtanata fino
all’inverosimile, un minimo di reputazione. Il provvedimento non serve a
niente, come non sono serviti a niente i precedenti similari provvedimenti. Dopo
qualche mese la maggior parte dei detenuti scarcerati tornano dentro perché
fuori altro non possono fare che delinquere.
Ma i cittadini che hanno votato
centrodestra chiedono: indulto e amnistia erano nelle intese del governo?
Già, ma a chi lo chiedono? Il Pdl
è una brocca rotta, i cui cocci sono tenuti insieme dalla saliva ministeriale, mentre
continua a perdere contenuti. Il più importante è la sicurezza dei cittadini,
esposti ai rischi di una ora legalissima invasione di stranieri e da
un’altrettanto legale evasione carceraria di migliaia di detenuti.
Questo governo pensa ed opera
secondo una cultura estranea alla destra: legge sull’omofobia, sul femminicidio,
sull’immigrazione, sull’amnistia e Dio sa su quanto altro. Non che la destra
sia contraria ad intervenire su simili criticità sociali, ma ha da sempre punti
di vista diversi, per così dire meno calibrati sull’individuo e più sul
sociale, meno sul singolo e più sull’insieme, meno di superficie e più di
profondità.
Ci sono ottime probabilità che a
conclusione di questo governo i cittadini di centrodestra non abbiano più nulla
di cui preoccuparsi, nulla che li possa indurre a votare centrodestra. Ah, ci
sarebbero le tasse. Alfano alza la voce per non far sentire il sottofondo del
rumore fatto dall’immigrazione clandestina e dalla scarcerazione dei detenuti e
dice: noi siamo i guardiani che impediscono l’aumento delle tasse. Questa è una
presa in giro dei cittadini. A nessuno è lecito mancare di rispetto alla gente
con fandonie simili come quella delle tasse. Le tasse sono aumentate ed
aumenteranno perché il paese è come un malato che ha bisogno di dosi sempre più
massicce di cortisone, che notoriamente ha effetti collaterali gravissimi.
Si possono anche capire certe
cose, ma vanno dette e spiegate, non taciute, non nascoste, non mistificate.
I cittadini che hanno votato
centrodestra non sono più rappresentati. Questo è il punto. E di questo si
dovrebbero preoccupare i responsabili del partito. Se ce ne sono ancora o se
c’è ancora il partito.
Mettiamo pure che il partito,
malconcio malconcio, ci sia ancora. Allora in previsione che Berlusconi,
costretto ai servizi sociali, non sarà più in grado di dirigerne la politica,
lo dovrà fare qualcuno in sua vece. Questo qualcuno non potrà essere Alfano,
sia perché è dimostrato che non è più lui, dopo lo strappo, l’interprete della
maggioranza del partito, sia perché ha fatto una scelta, che è quella di
rimanere al governo come vice premier e ministro dell’interno. Non è possibile
che lui continui ad essere segretario di un partito, che nello stesso tempo
faccia politica e stia nel governo, stia cioè nel legislativo e nell’esecutivo.
Sono due poteri che devono stare separati e non confusi nella stessa persona. A
prescindere dalla crisi contingente, è un principio basilare dello Stato di
diritto, dello Stato di democrazia. Fitto ha ragione nel chiedere l’azzeramento
delle cariche e il Congresso. Ma forse basterebbe che Berlusconi si facesse
restituire da Alfano la carica di segretario del Pdl, visto che questi non ha
avuto finora la sensibilità o il dovere di farlo spontaneamente.
Parole chiave: Letta Alfano
Berlusconi Immigrazione Amnistia Governo
Argomento: Crisi del Pdl
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