giovedì 2 maggio 2013

Confronto su Vanini




      - Tu credi di sapere di Vanini
      ogni minima cosa,
      dalla nascita al nome,
      dagli scritti a Tolosa;

      ti senti un autentico specialista:
      non vaniniano sei, ma vaninista.

      - Vaniniano, vaninista! Non c’è
      alcuna differenza,
      di Vanini ho raggiunto
      la vera conoscenza.   

      Nessuno meglio di me al mondo intero
      conosce la sua storia e il suo pensiero.

      - Vedo che tu non dai molta importanza
      fra studiare un autore       
      o seguirne l’esempio,
      tu sei un conoscitore

      di Vanini, ma come lui non fai, 
      tu certo non ti metti nei suoi guai.
     
      - Non credo che qualcuno si sia speso
      meglio di me al Vanini,   
      io son sicuro che
      avrei fatto quattrini

      se mi fossi in altro autore impegnato.
      Ed ora son perfino sospettato?

      - Certo! Tu non ti metteresti mai
      nella sua situazione
      d’andar controcorrente;
      tu sei al baraccone

      del potere legato a fil d’acciaio,
      tu sei il frate che non lascia il saio.

      - Ma che dici? Sei tu superlegato
      al buonsenso-pensiero,
      quello che condannò
      Vanini audace e fiero.

      Tu, teocon, ateo e devoto insieme,
      impianti accuse a me davvero sceme.

      - Tant’acqua è ormai passata sotto i ponti,
      or la moda è diversa,
      il male è diventato
      il bene e viceversa:

      le idee di Vanini son dominanti,
      son del pensiero nuovo i suoni e i canti.

      - Grazie al suo coraggio, al suo sacrificio,
      ciascuno è liberato,
      i diritti cresciuti,
      l’altare è limitato:
     
      oggi nessuno è mandato all’inferno 
      in nome e per conto del Padreterno.

      - All’inferno or si va per altre idee!
      Il vero vaniniano
      di oggi è chi dissente,
      è lui l’anticristiano.

      Che vaniniano sei se all’occorrenza
      pieghi il pensiero tuo alla convenienza?
       
      - Siam tutti battezzati e cresimati
      e tutti andiamo in chiesa.
      Allor, che vuoi che sia!
      A me certo non pesa

      ogni tanto perfino praticare
      coi  preti le bazzecole d’altare.

      -  Ecco, che riveli il tuo vero volto:
      tu fotti Gesù Cristo
      e col Vanini fai
      un grande fritto misto.

      Tu sei appena appena un vaninista,
      ma più e meglio sei opportunista.

      - Allor ti dico che i parenti tuoi
      mandarono Vanini
      al rogo ed al supplizio,
      quelli di oggi affini

      gli farebbero di nuovo il servizio:
      girala pure, è questo il vostro vizio.

      - Ed io ti ribadisco che a mandare
      a morte prima Cristo
      e poi Vanini fu
      quel tribunale tristo

      al quale sei devoto e sei legato
      come a bandiera sua un buon soldato.
     
      - E’ un tribunale che ha cambiato legge,
      vige la tolleranza,
      Sinedrio e Sant’Uffizio
      non han cittadinanza:

      sono vaninista e un po’ vaniniano,
      se proprio vuoi, anche un po’ cristiano.

      - Troppe cose per uno solamente.
      Tu sembri un venditore
      d’oroscopi e fortune,
      un pio millantatore:

      chi sta col diavolo e con l’acqua santa
      non ha di che gloriarsi e non si vanta.

      - E’ del sapiente il fin la mescolanza,
      chi non sa mescolare, 
      parodiando il Marino,
      è buono per strigliare.

      Io nego Gesù Cristo e mi confesso,
      amo Vanini ma ancor più me stesso. 

      

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