- Tu credi di sapere di
Vanini
ogni minima cosa,
dalla nascita al nome,
dagli scritti a Tolosa;
ti senti un autentico specialista:
non vaniniano sei, ma vaninista.
- Vaniniano, vaninista! Non c’è
alcuna differenza,
di Vanini ho raggiunto
la vera conoscenza.
Nessuno meglio di me al mondo intero
conosce la sua storia e il suo pensiero.
- Vedo che tu non dai molta importanza
fra studiare un autore
o seguirne l’esempio,
tu sei un conoscitore
di Vanini, ma come lui non fai,
tu certo non ti metti nei suoi guai.
- Non credo che qualcuno si sia speso
meglio di me al Vanini,
io son sicuro che
avrei fatto quattrini
se mi fossi in altro autore impegnato.
Ed ora son perfino sospettato?
- Certo! Tu non ti metteresti mai
nella sua situazione
d’andar controcorrente;
tu sei al baraccone
del potere legato a fil d’acciaio,
tu sei il frate che non lascia il saio.
- Ma che dici? Sei tu superlegato
al buonsenso-pensiero,
quello che condannò
Vanini audace e fiero.
Tu, teocon, ateo e devoto insieme,
impianti accuse a me davvero sceme.
- Tant’acqua è ormai passata sotto i
ponti,
or la moda è diversa,
il male è diventato
il bene e viceversa:
le idee di Vanini son dominanti,
son del pensiero nuovo i suoni e i canti.
- Grazie al suo coraggio, al suo
sacrificio,
ciascuno è liberato,
i diritti cresciuti,
l’altare è limitato:
oggi nessuno è mandato all’inferno
in nome e per conto del Padreterno.
- All’inferno or si va per altre idee!
Il vero vaniniano
di oggi è chi dissente,
è lui l’anticristiano.
Che vaniniano sei se all’occorrenza
pieghi il pensiero tuo alla convenienza?
- Siam tutti battezzati e cresimati
e tutti andiamo in chiesa.
Allor, che vuoi che sia!
A me certo non pesa
ogni tanto perfino praticare
coi
preti le bazzecole d’altare.
-
Ecco, che riveli il tuo vero volto:
tu fotti Gesù Cristo
e col Vanini fai
un grande fritto misto.
Tu sei appena appena un vaninista,
ma più e meglio sei opportunista.
- Allor ti dico che i parenti tuoi
mandarono Vanini
al rogo ed al supplizio,
quelli di oggi affini
gli farebbero di nuovo il servizio:
girala pure, è questo il vostro vizio.
- Ed io ti ribadisco che a mandare
a morte prima Cristo
e poi Vanini fu
quel tribunale tristo
al quale sei devoto e sei legato
come a bandiera sua un buon soldato.
-
E’ un tribunale che ha cambiato legge,
vige la tolleranza,
Sinedrio e Sant’Uffizio
non han cittadinanza:
sono vaninista e un po’ vaniniano,
se proprio vuoi, anche un po’ cristiano.
- Troppe cose per uno solamente.
Tu sembri un venditore
d’oroscopi e fortune,
un pio millantatore:
chi sta col diavolo e con l’acqua santa
non ha di che gloriarsi e non si vanta.
- E’ del sapiente il fin la mescolanza,
chi non sa mescolare,
parodiando il Marino,
è buono per strigliare.
Io nego Gesù Cristo e mi confesso,
amo Vanini ma ancor più me stesso.
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