domenica 9 giugno 2013

Identità nazionale e famiglia non sono bagattelle


Aveva ragione Indro Montanelli quando diceva che in Italia una politica di destra la può fare solo un governo di sinistra e, viceversa, una politica di sinistra la può fare solo un governo di destra. Ora che destra e sinistra sono insieme al governo, che faranno? Io farò una cosa a te e tu farai una cosa a me? Vedremo.
Fino ad ora hanno fatto alcune cose importanti, non importantissime, diciamo a livello di quel vivere inteso come campare. Non è poco, dati i tempi. In situazioni di carestia bisogna accontentarsi anche di un tozzo di pane raffermo. Si tratta di cose perciò che non riguardano specificamente né la destra né la sinistra. La sospensione dell’Imu sulla prima casa, il finanziamento della cassa integrazione in deroga, il pagamento dei debiti degli enti pubblici alle aziende creditrici, riguardano tutti gli italiani.
Dunque, per il “vivere” tutti d’accordo; e sul fronte del “filosofare”? Qui si capisce poco che cosa si stia facendo di destra e che cosa di sinistra. O, per lo meno, si vede qualcosa di sinistra; non si vede nulla di destra. Nelle more di qualche apparizione, è lecito sospettare che qualcosa di grosso si stia rimuginando. Che Berlusconi la faccia franca nei processi? Che passi il presidenzialismo e il Cavaliere punti alla presidenza della repubblica? Che Alfano speri di liberarsi di lui se dovesse essere condannato? Insomma, in qualcosa si spera, qualcosa però che per motivi diversi è inconfessabile; che soprattutto non esce dalla logica della lotta politica personale, che vede Berlusconi e Alfano fare i loro propri conti politici. Dalle loro elucubrazioni, il popolo di destra – ammesso che ancora ce ne sia uno – è del tutto assente.
La destra si è sempre caratterizzata per la difesa delle grandi sintesi collettive – Stato, Società, Nazione – e dei valori ad esse collegati. E’ la destra che si può anche non condividere, ma è la più nobile. Essere di destra significa sentire sotto e sopra la pelle l’idea di un certo modello di Stato e di Società. In questo modello, per l’individuo c’è posto solo se è capace di sacrificare certi diritti e certi bisogni. Se non è capace o non è disposto vuol dire che è decisamente di sinistra, che ha altra cultura ed altra sensibilità. In una società democratica è perfettamente normale che gli individui coltivino sensibilità diverse, si battano per diritti diversi, per modelli diversi. L’Italia è un paese democratico. La democrazia, nella sua essenzialità, è il campo ben squadrato con le sue regole dove si confrontano le due squadre.
Ora, sul tavolo ci sono due grossi problemi, collegati all’identità nazionale e alla famiglia. Chi li considera bagattelle evidentemente si sbaglia o fa il furbo. Per un verso lo jus soli, che riguarda la cittadinanza italiana per tutti coloro che nascono sul territorio italiano, senza nessuna distinzione; e il riconoscimento agli omosessuali di tutti i diritti di cui godono i cittadini italiani, matrimonio e adozione di figli compresi. Questi due punti stravolgerebbero, ove passassero, la società italiana. Sono, come ognuno può vedere, obiettivi della sinistra, perché è la sinistra, almeno qui in Europa, che si batte per i diritti individuali di un certo tipo. Il fatto che ci sia anche qualcuno di destra a sostenerli non significa che ipso facto diventano obiettivi di destra. Bondi farebbe bene a grattarsi da sé i propri pruriti o tornarsene a farlo nella sua antica dimora, che era appunto la sinistra.
Il governo Letta ha due ministri, entrambi del Pd, posti al perseguimento del diritto di cittadinanza generalizzato (jus soli) e del diritto degli omosessuali a vivere pienamente la cittadinanza italiana (pari opportunità). Sono i ministri, di italianità acquisita, Kyenge e Idem. Entrambi donne. Essi perseguono con serietà e coerenza i loro obiettivi. E’ appena il caso di ricordare che in un primo momento ministro alle pari opportunità era la Biancofiore del Pdl, poi trasferita perché non gradita ai movimenti di sinistra o, per dirla papale papale, era un ostacolo ai loro obiettivi.
La Kyenge e la Idem hanno annunciato, insieme alla Presidente della Camera Boldrini (di sinistra) che il 15 giugno andranno al gay-pride di Palermo. Una scelta assolutamente coerente. Ci mancherebbe altro che non andassero! Ma allora questo governo si assumerebbe la responsabilità – ovvio, responsabilità grave per uno di destra, grandissimo merito per uno di sinistra – di far compiere passi avanti importanti a questi due obiettivi.
E che dovrebbe fare la componente di destra del governo? Mandare tutto all’aria? La risposta non è nell’umore immediato di chi ancora si considera di destra. Sarebbe poco male. Ma potrebbe essere nei comportamenti di una destra che oggi prende atto di essere scolorita e confusa, per non dire del tutto assente, ma che, come l’acqua che scava il suo corso, potrebbe di qui a non molto giungere tumultuosa a rivendicare il suo spazio di sfogo. Vediamo ormai che masse di gente si riversano sulle piazze e danno vita ad autentiche rivolte di popolo anche per motivi inizialmente da poco. L’ultimo caso in Turchia, dove si è iniziato per difendere un parco e si è finiti per difendere un modello di vita.

Lo stravolgimento della società dai suoi caratteri tradizionali è materia importante e incandescente. La destra non può riconoscere come suo né come con-suo un simile stravolgimento. Berlusconi e Alfano, Letta e tutta la sua corte di destra e di sinistra sono avvisati. 

1 commento:

  1. anziché "il riconoscimento agli omosessuali di tutti i diritti di cui godono i cittadini italiani, matrimonio e adozione di figli compresi" avrei detto "il riconoscimento agli omosessuali di tutti i diritti di cui godono i cittadini italiani eterosessuali" visto che (si spera) i cittadini italiani omosessuali sono già cittadini italiani

    RispondiElimina