domenica 16 gennaio 2022

Lo Stato e i cittadini: avanti a forza di ricatti

A mali estremi, estremi rimedi. Così dice un noto proverbio. A volte, però, si prende l’abitudine e si ricorre al rimedio estremo anche quando se ne potrebbe fare a meno. Il ricatto, per esempio, da parte delle istituzioni, pubbliche e private, può andare anche bene in talune circostanze, cause di forza maggiore, non va bene in altre e comunque è una metodologia priva di etica, che copre mentalità violente e vessatorie. Alcuni esempi. Nel campo dell’intrattenimento televisivo non tutti gli utenti sono trattati allo stesso modo. E’ normale che alcuni amino alcuni spettacoli ed altri ne amino altri. Ci mancherebbe che non lo fosse! Non è normale, invece, che debbano essere privilegiati alcuni a scapito di altri. Gli italiani si saranno accorti che la Rai sistematicamente manda in onda gli spettacoli da alcuni più attesi in seconda o terza serata, come lo sport e in specifico il campionato di calcio, dopo aver trasmesso i talk-show e le fiction, in orari proibitivi per chi o la mattina successiva si deve alzare presto per andare a lavorare o non ha negli occhi la tenuta della lunga permanenza davanti al televisore. Il ricatto di chi gestisce i programmi è evidente. Se tu, appassionato di calcio, vuoi vedere quel che più ti interessa, devi sorbirti anche ogni altra sbobba; e, se no, niente! Si può eccepire che comunque un ordine nelle trasmissioni è necessario. Ma altrettanto si può eccepire che chi ama uno spettacolo non può essere costretto a sorbirsene altri che non ama o addirittura ne possa ricevere un danno. Ma non è solo la televisione a comportarsi in maniera vessatoria. Non diversamente fa lo Stato quando vuole raggiungere certi obiettivi. Di recente in due importanti settori. Uno, della salute pubblica. Senza entrare nel merito – se ha torto o ragione lo Stato a comportarsi in un certo modo coi cittadini – ha detto: tu, cittadino, sei libero di non vaccinarti contro il Covid, ma se non lo fai e vuoi essere libero di muoverti e di frequentare ogni luogo, di lavoro o di divertimento, sei obbligato a vaccinarti e ad avere pertanto il passaporto sanitario (green pass). Non è il fine che qui si discute – in piena pandemia c’è poco da obiettare – ma il mezzo, che tradisce una sorta di violenza soft nei confronti dei cittadini. Nello specifico caso si può essere d’accordo, ma altrettanto d’accordo si può essere nel riconoscere che si tratta di un autentico ricatto. Lo Stato meglio avrebbe fatto se avesse imposto l’obbligo vaccinale a tutti. È perfino offensivo ostentare concessione di libertà quando poi di fatto obblighi il cittadino a comportarsi in maniera “coatta”. Un altro settore in cui è evidente il ricatto è la digitalizzazione, attraverso l’uso di computer e smartphone. Lo Stato sta facendo di tutto perché i cittadini – è questo uno dei tanti obiettivi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), per il quale l’Europa ci ha dato una caterva di miliardi – ricorrano sempre più alla digitalizzazione, favorendo quanti hanno dimestichezza con le nuove tecnologie di comunicazione e di connessione. Per sbrigare una faccenda all’Ufficio Postale il cittadino, che fa buon uso dello smartphone, si connette e si prenota e così non fa più la fila per accedere allo sportello. Come, invece, sono costretti a farla, a volte per lunghe ore, gli altri, fra cui persone anziane bisognose di sbrigarsi per tornare a casa per una serie di motivi, fra cui bisogni fisiologici e assunzione di farmaci. Sempre più spesso negli uffici postali c’è gente anziana e malata che vede sfilare davanti tanti freschi e baldi giovani, i quali allo sportello arrivano subito dopo essersi connessi. Anche qui, non si discute la digitalizzazione, che è fattore imprescindibile di crescita, ma non la si può scaricare sul disagio delle persone più fragili. Sarebbe opportuno che gli sportelli si dividessero fra quelli che procedono per connessione e quelli che procedono per ticket preso all’ingresso, specialmente nelle fasi di maggiore affluenza di pubblico. Basterebbe che la digitalizzazione non fosse una corsa, che inevitabilmente lascia indietro alcuni, ma un modo per andare avanti nel rispetto di tutti. La digitalizzazione sta creando nuovi analfabeti, i quali hanno bisogno di rivolgersi al parente, all’amico, al vicino di casa per poter esercitare un loro diritto. Da qualche tempo a questa parte i cittadini sono tenuti sempre più fuori da ogni considerazione da parte dei pubblici poteri. Chi fa le leggi e le riforme non tiene minimamente conto delle necessità pratiche e immediate di tutti i cittadini e spinge avanti a forza di ricatti e di violenze, anche se né gli uni né le altre hanno sembianza di forza bruta.

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