domenica 9 gennaio 2022

Chi non fa figli, potendoli fare, tradisce il genere umano

Recentemente Papa Francesco ha invitato la gente ad adottare bambini invece di cani e gatti. Se ne dispiacerà l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente di Leidaa (Lega italiana difesa animali e ambiente). La quale continua, invece, a lanciare messaggi ai cittadini perché adottino animali. Se ne dispiaceranno gli animalisti, i quali ormai si rivolgono agli animali che hanno in casa come se questi fossero figlioletti o nipotini a cui fare smancerie: vieni su alla mamma, bello della zia; vedi chi c’è, tesoro, è arrivato papà…e via di seguito. Che se uno sta in un’altra stanza, non vede e sente soltanto, pensa che di là ci siano veramente dei bambini. Gli animalisti, a parte le esagerazioni comunicative con gli animali, che tradiscono confusioni emotive e affettive, fanno bene ad amare gli animali. Chi dice loro di no? Ma fanno male a non considerare bene le parole del Papa, i cui significati vanno ben oltre quello più immediato, pur importantissimo. Sì, le parole del Papa non hanno un solo significato, ma tanti significati. Quando parla, spesso sembra poco preoccupato di sembrare politicamente corretto e trascura gli effetti collaterali di quel che dice. Un riesame delle sue parole è necessario sempre. Fin dal suo primo proporsi con quel suo impacciato “buonasera” il giorno della sua elezione, Papa Francesco costringe a riflettere appunto sugli aspetti collaterali. Personalmente non mi ha mai particolarmente impressionato. Qualche volta mi ha perfino irritato. Quando disse: chi sono io per giudicare i gay? Oppure quando, a proposito dell’acquisto del famigerato palazzo di Londra, disse che era giusto che il Vaticano si comportasse secondo le leggi del mercato, salvo poi a cambiare idea. Oppure…beh, lasciamo stare, non è questo il punto, e veniamo al dunque. Questa volta sono parzialmente d’accordo con lui. Parzialmente perché avrebbe dovuto, a mio modestissimo e indegno parere, aggiungere al suo invito anche il fare figli, il produrre bambini, non solo adottarli. Sono essi, infatti, che garantiscono la continuità della specie umana, altrimenti destinata a estinguersi. Se non lo ha detto c’è un perché. Non solo avrebbe rischiato di essere politicamente scorretto – e Dio sa quanta importanza oggi ha l’essere invece corretto anche per un papa – ma molto probabilmente avrebbe in qualche modo offeso quanti di figli non ne possono avere perché impediti da condizioni materiali e culturali. Non solo gli sterili, maschi e femmine, ma anche quelli che per scelte personali non intendono mettere al mondo dei figli, si sarebbero sentiti presi di mira. E presi di mira si sarebbero sentiti anche quelli che chi come Niki Vendola e compagno un figlio lo hanno adottato. Già ha rischiato tanto limitandosi ad invitare a non adottare cani e gatti ma bambini. Anche perché non c’è fra gli animalisti chi non abbia pensato elementarmente che l’adottare cani e gatti non impedisce di adottare anche bambini. Il pensiero del Papa ancora una volta è scivolato lungo una linea di confine, di collateralità riflessiva. Sarebbe importante che su questo tasto Papa Francesco insistesse. È una questione della massima importanza, specialmente se la scorporiamo dalla sua genericità. Metterla sul piano etico e scientifico. Etico, perché ogni individuo riceve la vita, è assolutamente doveroso che la dia anche. Scientifico, perché se ognuno decidesse di non fare figli, per l’umanità sarebbe la fine. Oggi non è tempo di doveri, o per lo meno non è di moda parlarne, prima di farlo conviene farsi un giro su se stessi di 360°. Ma il Papa, che pure pone problemi seri e angoscianti come l’emigrazione, sulla quale insiste e non potrebbe non farlo, dovrebbe spingersi oltre. Lui può, dall’alto del suo magistero. Dovrebbe insegnare che ci sono doveri primari, ineludibili. Quali sono i doveri di un essere umano nel corso della sua vita? Alla base di tutti i doveri ce n’è uno imprescindibile: perpetuare la specie. Chi non mette al mondo dei figli non dà il suo contributo alla perpetuità della specie umana. Nessuno può speculare sugli altri e pensare: tanto ce ne sono altri che provvederanno. Non voler mettere al mondo dei figli è male, speculare che lo facciano gli altri non è peggio, ma poco poco più ignobile. I figli non solo perpetuano in prospettiva l’umanità, ma nell’immediato possono essere medici e scienziati, artisti e tecnici, imprenditori e produttori, buoni lavoratori e amici, i quali rendono più bella e più vivibile l’esistenza. Ne vale la pena!

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