domenica 27 maggio 2018

Governo Lega-5S: cambiamento in peggio




Si potrebbe chiudere il discorso appena iniziato: so’ ragazzi! Così, per lo spettacolo offerto in questi giorni dai grillini nelle persone dei loro massimi rappresentanti.
Cambiamento, è indubbio: c’è stato. Cafonaggine, maleducazione, ignoranza, mancanza di rispetto per le istituzioni, iattanza, ricatti, intimidazioni. Un repertorio di comportamenti che rende un profilo antropologico subpolitico.
All’osservazione di un giornalista nel caso Mattarella non avesse dato l’incarico al premier da loro suggerito-imposto, Di Maio ha risposto: “Il Presidente non si permetterebbe”. Tre parole, due paroline monosillabiche e un condizionale che pesano come una minaccia. Ribadita dalle parole di un altro grillino, Alessandro Di Battista, il quale ha addirittura usato toni intimidatori: “Stia attento…” rivolto al Presidente della Repubblica.
L’enfasi usata nel rimarcare la rivoluzione, il cambiamento, la nascita della Terza Repubblica, la scrittura della storia, esprime una volontà di affermare il minimo rachitico facendo del gigantismo, la voce grossa, roboante per nascondere la preoccupazione di non farcela. Si potrebbe pure dire che tanto entusiasmo è tipico dei neofiti, dei principianti. So’ ragazzi!
L’art. 92 della Costituzione dice che la designazione del Presidente del Consiglio incaricato di fare un governo è prerogativa del Presidente della Repubblica. Dire che non potrebbe fare diversamente da quanto due capi partito gli hanno suggerito-imposto, vuol dire che il Presidente della Repubblica è meno di un notaio. E’ meno, perché un notaio, in quanto pubblico ufficiale, si rifiuta di fare qualcosa contro legge. Qui non si è contro legge, per certi aspetti è peggio. Perché si vuole ostentare la prepotenza di una scelta, che è di per sé nelle cose.
Non contenti della loro prepotenza e arroganza, i grillini continuano ad autoesaltarsi, a mettere veti, a fare ricatti: o così o si torna al voto! In questo, coadiuvati dai leghisti.
Robero Fico, che è Presidente della Camera, grillino doc, ascolta l’Inno Nazionale con le mani in tasca. Accanto gli è il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, con la mano sul cuore; e un militare, irrigidito nel saluto. E quando gliel’hanno fatto notare, se n’è uscito col solito ribaltamento del male: meglio con le mani in tasca che con le mani contro lo Stato.
Siamo in presenza di ragazzi poco educati, meno ancora istruiti, che, invece di riconoscere le insufficienze e le inadeguatezze, le esaltano come qualità e virtù civiche. I grillini hanno sempre qualcosa di peggiorativo di quello che fanno loro da rovesciare sugli altri.
Il Presidente del Consiglio suggerito-imposto, Giuseppe Conte, neppure erano trascorse ventiquattr’ore dalla designazione, che già veniva pizzicato per aver drogato il proprio curriculum, con millanterie tanto miserabili quanto inutili. Professore e avvocato! Che bisogno c’era di infarcire un profilo professionale, già di prestigio, con minchiate per allocchi? Ma so’ ragazzi! No, questo ha cinquantaquattro anni, ha già varcato da un pezzo il “mezzo del cammin”.
In questi giorni mi è venuto spesso da pensare alla Marcia su Roma di Mussolini del 1922. Anche lui era un ragazzo. Aveva più o meno la stessa età di tanti capi grillini; e dietro lo seguivano i ragazzi che erano stati in trincea e alcuni avevano fatto gli arditi “pugnal tra i denti e bombe a mano”. Me ne sono ricordato perché in tutti i trascorsi anni dalla fine del fascismo e della guerra ci hanno detto che il re Vittorio Emanuele III per quel 28 ottobre del ’22 avrebbe dovuto firmare lo stato d’assedio e prendere a connonate quei ragazzi fascisti, peraltro armati e poco intenzionati a cedere le armi. Le cannonate sono una cosa, il rispetto, anche liturgico, della Costituzione un’altra.
Né Vittorio Emanuele III né Sergio Mattarella hanno saputo farsi sentire, i due hanno ceduto ai ragazzi. Il primo per evitare uno spargimento di sangue dagli esiti imprevedibili. Il secondo non si sa, forse per non indispettire questi ragazzi che dicono di aver vinto le elezioni. Ma so’ ragazzi!
Chi sta facendo la figura dello sbruffone è Salvini, il capo della Lega. Altro convinto di avere vinto! Il quale guida una pattuglia di deputati e senatori, alcuni dei quali, quelli eletti nell’uninominale, hanno beneficiato del voto di Forzisti e Fratellisti d’Italia, ovvero della coalizione. Non dico che è un traditore, parola troppo grossa, dico che un irruento poco riflessivo, ha ceduto alla lettura politica di Di Maio, il quale da sempre sostiene che non c’era nessuna coalizione. Non solo gli ha dato politicamente ragione, ma, mettendosi in una posizione subalterna, si è di fatto consegnato con muli e conducenti alla parte politica avversa. Avversa non solo alla coalizione, ma anche alla sua componente, la Lega. Salvo che non si voglia fare una sola famiglia, e duabus una. In fondo, so’ ragazzi! Fanno presto ad intendersi.
A voler essere pignoli, occorre dire due cose. La prima è che Mattarella è oggettivamente sottoscopa. Ha cercato di menare il can per l’aia, con tutti i suoi giri di consultazioni, ma senza esito. La seconda è che violazioni alla Costituzione, vere e proprie, finora non ce ne sono state. Quel che c’è stato, però, e in maniera pacchiana esibito, è la strafottenza verso persone e istituzioni. Comportamenti tra il cafonesco e l’infantilistico, che potrebbero nascondere cose assai più gravi non ancora emerse, e che potrebbero diventare consuetudini istituzionali. Che sarebbe come eleggere l’arroganza e l’ignoranza a regole politiche. Il fascismo iniziò coi suoi “me ne frego”. I grillini coi “vaffanculo”. Aspettiamoci il resto!   

Nessun commento:

Posta un commento