domenica 15 giugno 2014

Matteo Renzi e lo sciogliersi della neve


La neve sulla politica italiana incomincia a sciogliersi e qua e là appare quello che c’è sotto, il buono e il cattivo. Si vede quello che c’è sotto il grande consenso a Matteo Renzi, il leader uscito dal vuoto della politica. Emerge l’operazione che ha reso possibile la nascita del suo governo in un contesto di pressoché azzeramento delle posizioni di potere che in genere rendono credibile una democrazia. Tre sono i soggetti che si vedono: Europa, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Partito democratico. Poi, il vuoto: zero sindacati, zero confindustria, zero chiesa, quasi zero politica, quasi zero stampa. Zero significa ciò che non c’è o non si vede. A parte gli scandali; ma quelli in Italia sono così alti che né neve né ghiacciai riescono a coprire.
Renzi è figlio di un’Europa, che tiene a non farlo sapere, di un Presidente della Repubblica sornione che sa che gli altri sanno della parte che ha avuto e se ne compiace, di un Partito democratico che ha sospeso il dibattito interno in attesa che la situazione apra verso nuove e più chiare direzioni.  Per questo appare come il personaggio più strano che la politica italiana abbia espresso in questi centocinquant’anni di storia unitaria. Difficile trovare qualcuno a cui somigli tra i numerosi leader politici italiani del passato. Non ha avuto finora vera conflittualità politica per saggiare le sue caratteristiche e le sue capacità. Forse somiglia un po’ a Mussolini per certo menefottismo e un po’ a Berlusconi per leggerezza di comportamenti. Vero è che la situazione politica dalla quale è emerso è assai strana. Da una madre strana non poteva uscire che un figlio strano.
E’ una stranezza che si è determinata progressivamente da tre anni in qua, da quando il Presidente Napolitano, messo alle strette da una crisi assai difficile della nostra democrazia, si è ricordato di essere un comunista, cresciuto alla scuola della più spregiudicata ideologia politica del Novecento e ha pensato bene di comportarsi di conseguenza. Napolitano, che aveva messo da parte l’arte ben appresa, vi ha fatto ricorso quando ha capito che coi metodi della democrazia tradizionale non sarebbe riuscito a raddrizzare la barca, che continuava ad imbarcare acqua. Così, bando alle formalità. L’importante è uscire dall’impasse. Se serve uno come Renzi, col suo fare da dittatorello mezzo boy-scout e mezzo travet,  va benissimo. Dopo si vedrà.
Si capisce meglio Matteo Renzi se si pensa a Enrico Letta. I due incarnano i relativi tipi e modi di far politica nel passaggio dall’uno all’altro di Napolitano: con Letta si era nella vecchia logica democratica, ossequiosa e rispettosa delle leggi scritte e non scritte, che non consentiva però di andare avanti, con Renzi in quella spregiudicata, al di fuori di ogni galateo, di passar sopra a tutto e a tutti e di procedere come uno schiacciasassi. 
Renzi non ha tardato a manifestarsi per quello che veramente è. Se ne accorse Enrico Letta ai tempi in cui era Presidente del Consiglio, quando da nuovo segretario del Pd quello in faccia gli rinnovava fiducia e alle spalle cercava il punto dove colpirlo meglio. Si disse allora che in fondo la politica è stata sempre così. Ora, però, è come un’escalation di modi inurbani e dispotici, accettati solo perché in Italia continua a farla da padrona la cortigianeria.
Gli esempi dell’arroganza di Renzi incominciano a non contarsi più. Tanto sono tanti! Il prof. Giorgio Orsoni, ex sindaco di Venezia, lo ha definito «superficiale e farisaico», dopo che, in seguito alla faccenda del Mose, si era visto abbandonato e misconosciuto da tutti, Renzi compreso, quasi fosse lo smemorato di Collegno, che, da quel che diceva, non si capiva chi fosse e da dove fosse giunto lì a Venezia a sedersi sullo scanno più alto della città dei Dogi.
Nel suo stesso partito, di cui è segretario nazionale – tradizione democristiana, non comunista, di ricoprire le due cariche di Presidente del consiglio e di segretario nazionale del partito di maggioranza – l’ex sindaco di Firenze è chiamato “dittatore”. Dopo la sostituzione di Corradino Mineo nella Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama perché in dissenso con l’idea di Senato voluta da “Lui”, sempre nel suo stesso partito si parla di un nuovo “editto bulgaro”. Ricordiamo che l’altro editto bulgaro fu quello di Berlusconi contro il trio Biagi-Santoro-Luttazzi. Ben quattordici senatori del Pd si sono autosospesi per protesta. Renzi ha risposto con la consueta arroganza padronale oltre che con disinvolta “utile” ignoranza: «Non ho preso i voti che ho preso per lasciare il futuro del Paese nelle mani di Mineo». Linguaggio da basso mercato.
Anzitutto i voti non li ha presi lui. A certi livelli la forma è sostanza. In Italia si è votato per il Parlamento Europeo e non per Matteo Renzi; in secondo luogo il futuro del Paese è del Paese, non solo suo. Un vero leader democratico, come l’inglese Cameron, a proposito del voto europeo, ha scritto che chi ha votato alle Europee «lo ha fatto per scegliere il proprio parlamentare europeo» non altro (Corsera, 13 giugno 2014). E va bene che lo abbia detto in polemica con chi avrebbe già scelto il nuovo Presidente europeo in difformità dai trattati; ma il concetto è valido in sé. Sembra ovvio, ma qualcuno dovrebbe ricordarlo a Renzi. Se si lascia passare l’idea che il 25 maggio il popolo italiano ha votato per lui e non per eleggere il proprio rappresentante al Parlamento Europeo, allora veramente l’Italia non riuscirà mai a diventare un paese moderno e serio.

Ci sarebbe da chiedersi dove sia andata a finire quella coscienza democratica che ha caratterizzato il ventennio berlusconiano, che aveva nei girotondi, in MicroMega, nella magistratura, nella Costituzione, in tanta stampa democratica, la rappresentazione di una battaglia che poteva sembrare  eccessiva nei modi ma sicuramente nobile nei fini. Purtroppo di tutto questo, mentre la neve si scioglie, non si vede traccia; invece spuntano dai contorni sempre più chiari e vivaci ciò che resta dopo il passaggio di una grande mandria di pecore.

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