domenica 1 dicembre 2013

Il dopo Berlusconi e la crisi istituzionale


Ciò che sorprende in tutta la vicenda della decadenza da senatore di Berlusconi è che nessuno, dentro e fuori il parlamento e il governo, ha riflettuto sul fatto che i rappresentanti del popolo, dalle elezioni del 2006 alle ultime del febbraio 2013, in quanto espressione di un sistema elettorale incostituzionale – presto l’incostituzionalità la ufficializzerà anche la Consulta – vivono e operano in condizioni di illegittimità sostanziale. Perfino il Presidente della Repubblica Napolitano, per il secondo mandato ricevuto, è espressione di un’assemblea illegittima in radice. Ergo: è un Presidente illegittimo! Ben inteso, questa legge è stata considerata incostituzionale solo dopo che non ha dato gli esiti di governabilità attesi, aspetto che attiene la politica non già il principio. Vedremo quali spiegazioni di merito darà la Consulta.
Questa situazione, assurda in qualsiasi altro paese europeo o dell’occidente moderno, qui in Italia è normale, anzi normalissima. E’ così normale che nessuno ci pensa, nessuno ne parla. Si potrebbe obiettare che si è in presenza di un caso di usucapione; ovvero sì, la situazione è anomala, perfino illegittima, ma siccome sono passati degli anni, ci sono stati parlamenti e governi diversi, frutto di questa legge elettorale, la situazione è da considerarsi normalizzata, o per lo meno tale fino a nuova legge sostitutiva. Esattamente come accade a chi, pur non essendo proprietario di un passaggio, dopo un po’ di anni che passa sempre di lì senza che nessuno lo contesti ne acquisisce il diritto per usucapione. Il porcellum, così viene detto il sistema elettorale padre di questa situazione, ha porcellizzato deputati, senatori e loro estensioni, in alto e in basso loco.
Non entro nel merito della decadenza di Berlusconi, rischierei di ripetermi. Dico solo che è responsabile di comportamenti assolutamente riprovevoli, a livello non solo morale ma anche legale, ma è altrettanto vero che prove i giudici non sono riusciti a trovarne e che da vent’anni subisce la persecuzione della magistratura. Una persecuzione tanto più grave quanto più la magistratura, che se ne è fatto carico, è di parte e nello stesso tempo deficitaria e omissiva di impegno su altri fronti. L’Italia è il paese della mafia e delle mafie; è il paese in gran parte reso invivibile a causa da una parte della malapopolazione che opera a danno della società e dall’altra della magistratura, che, in tutt’altre faccende affaccendata, fra cui l’aspirazione a far politica con e senza la toga, lascia il paese alla mercé di chi lo vuole. In Italia – e completo il pensiero – ci sono delinquenti, malfattori, imbroglioni a tutti i livelli; ma di essi la magistratura se ne occupa proprio quando non ne può fare a meno e spesso proscioglie con una facilità che offende il buon senso. Vedi il caso Cancellieri. Bisognerebbe ricordarsi di quell’amara riflessione fatta circa duemila anni fa dal poeta Ovidio, il quale, relegato a Tomi per i bunga bunga romani, si rodeva il fegato pensando che bene vixit qui bene latuit (visse bene chi ben si nascose). Mettiti a sinistra, magari nasconditi a sinistra, e fotti quanto più puoi, male che ti vada, non ne uscirai con le ossa rotte. Questa è la lezione!
Ma torniamo all’incredibile situazione in cui versiamo. La prima urgenza è di recuperare una condizione di legalità, approvando una nuova legge elettorale e votando immediatamente dopo. Il tempo che i soliti furbi cercheranno di farci perdere, magari in nome di chissà quali urgenze e priorità, potrà servire a loro per crearsi condizioni politico-elettorali di vantaggio. Abbiamo sentito che tutti, sia i tre che si contendono la segreteria del Pd, sia quelli del Pdl, Forza Italia e Nuovo Centro-destra, pongono al vertice delle priorità la legge elettorale. Questo nelle parole. Nei fatti, invece, non pensano affatto né alla legge elettorale né al voto. Il governo Letta promette o minaccia, a seconda dei punti di vista, di durare fino al 2015. E’ probabile che questo non accada, ma intanto si cerca di accreditarlo come possibile. Letta continua a dire ogni giorno di essere più forte del giorno prima, ma rimanda al giorno dopo i miglioramenti dell’Italia. Ha incominciato a dire che qualche miglioramento già si vedeva quest’estate, ora dice che si vedrà nel 2014. Una specie di racconto da Mille e una notte, quando la bella e furba Shahrazad allungava il racconto di notte in notte per non essere giustiziata. Letta, più forte del giorno prima – dice lui – promette il miglioramento al giorno dopo, con la speranza che lo facciano durare.
Le primarie Pd dell’8 dicembre potrebbero dare una prima scossa alla situazione. Se, come si dice, vincerà Renzi, non potrà non accadere nulla. Intendiamoci, non perché si nutra molta speranza in questo banditore della politica – il sacco potrebbe essere pieno di foglie secche, come dice un vecchio proverbio – ma perché gli altri, che a me sembrano assai più attrezzati, dico Cuperlo e Civati, concorreranno a smuovere le acque prima che diventino limacciose. E’ assai probabile che il Governo Letta spiri a gennaio o a febbraio dell’anno prossimo, in modo che si voti a primavera.
Resta l’incognita della legge elettorale. Essendo stato già abolito il porcellum dalla Consulta, in difetto di tempi utili per approvare un’altra legge, probabilmente si voterà col mattarellum. Il che aprirebbe scenari imprevedibili. Quando fu introdotto, infatti, nel 1993, la situazione politica era decisamente diversa dall’attuale. Il primo beneficiario fu proprio Berlusconi che vinse le prime elezioni, nel 1994, col nuovo sistema elettorale.

Giuseppe Maranini, grande costituzionalista, acerrimo nemico della partitocrazia, ammoniva che il sistema elettorale è determinante per la corsa al potere, che c’è un rapporto diretto tra il sistema e il successo elettorale. Non è detto che uno stesso partito vinca le elezioni quale che sia il sistema elettorale. I protagonisti della politica lo sanno ed ecco perché sulla legge elettorale tutti dicono che si deve fare, ma poi tutti perdono tempo. 

Parole chiave: Berlusconi Napolitano Letta porcellum Renzi Cuperlo Civati Maranini

Argomento: crisi istituzionale   

Nessun commento:

Posta un commento