Specchia col suo Festival del
film documentario come Campi Salentina con la Fiera del Libro e come Melpignano con la Notte della Taranta.
Avvenimenti annuali che travalicano i confini del Salento leccese.
Il decimo appuntamento specchiese
quest’anno è caduto nel bel mezzo della polemica tra Lecce e Taranto sulla
candidatura a capitale europea della cultura per il 2019. Taranto non ne vuol
sapere di cedere alla richiesta di Lecce, perché ritiene di avere più titoli a
candidarsi a così prestigioso ruolo. Campanilismi più o meno pretestuosi a
parte, che porterebbero a elencazione di titoli
per un primato sempre e comunque discutibile, io credo che la percezione
in questo caso di città dell’arte, di cui indiscutibilmente gode Lecce, abbia
un suo valore, se non dirimente certo orientante. Taranto fa pensare
immediatamente alle industrie, alla marina militare, alle tante problematiche
ambientali connesse; è una città che delega alla provincia il recupero di
attività diverse, come quelle agricole, artigianali e culturali, che pur sono
notevoli e di prestigio.
Lecce è città d’arte per
definizione, titolo riconosciuto e ribadito ancora di recente nel 2007, quando
è stata inserita in una collana di 24 monografie, “Le grandi città d’arte
italiane”, da Electa, la casa editrice specializzata in cataloghi e mostre
d’arte, distribuita dal “Sole 24 Ore”.
Ma è nella provincia che Lecce,
da un po’ di anni, ha il suo valore aggiunto, la sua estensione, il suo
prolungamento vocazionale. E’ sulla provincia che Lecce irradia la sua luce e
la sua vocazione alla conoscenza, al confronto e al dibattito; e con essa si
completa in una straordinaria contiguità territoriale. Di tanto ormai si è resa
conto non solo la nazione, che al Salento leccese dedica attenzioni costanti e
importanti, con le sue istituzioni e i suoi media, ma anche l’Europa e il
mondo. Il Salento, piccola appendice geografica, è oggi un punto di riferimento
mondiale, grazie alle iniziative delle sue amministrazioni locali, dei suoi
operatori culturali; alle espressioni artistiche dei singoli protagonisti, dei
gruppi, del suo associazionismo.
E’ così che il Salento leccese
raccoglie i frutti di una scelta che ogni tanto il Sen. Giorgio De Giuseppe,
oggi Difensore Civico della Provincia, fa bene ad ascrivere alla lungimiranza
della classe politica degli anni Cinquanta e Sessanta, quando i nostri politici
dissero no all’industrializzazione per puntare al territorio, alla vocazione
culturale e artistico-artigianale della sua gente; a quelle attività
promozionali che non avrebbero alterato l’ambiente e anzi lo avrebbero
valorizzato.
Specchia, oggi uno dei borghi più
belli d’Italia, periodicamente proposto dalla Rai, non è che uno dei tanti centri
di forte impegno culturale; diventato una categoria nello specifico della
filmografia. Il suo Festival del cinema del reale, ovvero del documentario,
giunto alla sua decima edizione, è una scadenza nazionale importante, a cui
aderiscono istituzioni di livello nazionale e internazionale. L’evento
specchiese, che ha come direttore artistico Paolo Pisanelli, vede impegnati
soggetti come la “BigSur Immagini e Visioni”, il “Cinema del Reale” e
l’Associazione Culturale “Officina Visioni”; è cofinanziato dall’Unione
Europea, dalla Regione Puglia, da Apulia Film Commission, sostenuto, come è
ovvio, dal Comune di Specchia e patrocinato dalla Provincia di Lecce.
La quattro giorni di Specchia
porta alla conoscenza di un pubblico di operatori, di studiosi, di turisti e di
curiosi, lo straordinario universo di spazi e di tempi, di fatti e di fenomeni,
ripresi e immortalati in pellicola, momenti di vita reale, apparentemente
minori, marginali. Materiali di conoscenza, fonti documentarie, che non
soddisfano solo la curiosità dello spettatore ma servono allo storico quando
ricostruisce e spiega e perciò ha bisogno di documenti, da cui “documentario”
mutua la base semantica.
Specchia è l’occasione per gli
specialisti della materia di incontrarsi tra di loro, per scambiarsi conoscenze
ed esperienze, ma anche per i visitatori di vedere da vicino e di ascoltare dal
vivo. Quest’anno si è potuto vedere il cortometraggio dei fratelli Bertolucci,
Giuseppe e Bernardo, un omaggio alla città di Bologna inserito nel progetto “12
registi per 12 città”. Tra gli incontri
più interessanti quello con Enrico Ghezzi al Castello Risolo nel corso di
“lezioni-colazioni con gli autori”, accorsi numerosi. Tra di essi, oltre a
Ghezzi, Cecilia Mangini, Cristina Torelli, Daniele Vicari, Andrea Segre,
Costanza Quatriglio, Michele Mellara, Michele Riondino, Matteo Garrone, Marco
Spoletini, Alessandria Celesia, Pinangelo Marino, Vincenzo Susca, Claudia
Attimonelli. Si è potuto apprezzare il documentario “Searching for Sugar Man”,
Oscar 2013, che racconta l’esperienza di successo del musicista statunitense
Sixto Rodriguez, noto anche col nome di Jesus, che ha prestato la sua musica
alla colonna sonora delle lotte anti-Apartheid. Si è potuto visitare la mostra
“Taranto rooms”, in cui sette artisti hanno realizzato una pluralità di
rappresentazioni sulla Città dei due Mari.
L’insistenza di documentari sulle città ha elevato il tema come dominante
nell’intera kermesse. “Storie di
città”, infatti, è il titolo della sezione che racconta città invisibili e reali,
spesso ignorate dai loro stessi abitanti. In particolare “Il libraio di
Belfast” di Alessandra Celesia.
Ma anche tanto altro. Tra i
prodotti di qualità “Il Divino amore” di Cecilia Mangini, pioniera del
documentario europeo, opera di cinquant’anni fa che si pensava fosse andata
perduta, con cui è stata inaugurata questa decima edizione del Festival; “La Croce ” e “Fazzoletti di
terra” del regista Giuseppe Taffarel sulla vita dei montanari di Vittorio
Veneto e sui contadini della Valbrenta.
E poi i premi “Cinema del reale”
e “Culturanze”. In chiusura “La festa della festa” con musica, cibo, poesia.
Ancora una volta e direi più di
altre volte l’evento specchiese si è rivelato un contenitore di conoscenze, a
testimonianza dell’indole di un popolo, il salentino, amante dell’arte e della
comunicazione; ma anche attrazione, che ben s’inserisce e risponde alla domanda
turistica, che da qualche anno è cresciuta in quantità ma soprattutto in
qualità.
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