domenica 14 aprile 2013

Saggi avere parlato, augh!



Si rischia di mancare di rispetto a se stessi se ci si meraviglia che dai dieci giorni dei dieci saggi non sia uscito nulla che possa veramente segnare una svolta, un principio di percorso, da poter dire che ne è valsa la pena. Gli stessi commentatori sono ironici e severi. Ainis sul “Corriere della Sera” ha detto che alcune idee sono originali ma non esatte, altre sono esatte ma non originali. Stefano Feltri del “Fatto quotidiano” ha detto che qualcosa di notevole la commissione economia l’ha detta, ma quella delle istituzioni ha fatto flop, perché per ogni proposta c’era chi dissentiva e si verbalizzava. Ma, onestamente, non ci si aspettava altro. Le dieci persone scelte da Napolitano sono tutte rispettabili ed esperte ognuna per specifiche competenze; non sono loro in discussione, ma la situazione nel suo complesso. Se da alcuni loro stessi colleghi partono attacchi ironici nei loro confronti, si consideri anche quel pizzico d’invidia che c’è in ognuno di noi. Se altri alzano la voce per farsi sentire, come il Presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo, si può comprendere. Che nessuno pensi che gli unici saggi d’Italia siano quelli scelti da Napolitano! Essere scelto, comunque, è bello, diciamo la verità, anche per una passeggiata. Si capiscono i risentimenti, taciuti o espressi. E’ la scelta in sé che gratifica. 
Ma, al di là di tutto, occorre cogliere sempre gli aspetti positivi delle cose. La politica, porcellum a parte, è come il porco, non si butta niente. E’ proverbiale l’inutilità della Bicamerale, per fare un esempio, eppure fu in quella sede che Berlusconi e D’Alema si apprezzarono fuori dai fuochi di sbarramento esterni; una “collaborazione” che dura ancora. Liberi, poi, di considerarla una iattura.
Un certo bilancio le due commissioni dei saggi lo hanno fatto. Nessuno può dire augh! come un capo pellirossa, ma non si può neppure far finta che questa iniziativa con le sue risultanze non ci sia stata. Napolitano l’ha valorizzata, lasciandola in eredità al suo successore come un documento da considerare nelle future dinamiche politiche e di governo. Non è il suo testamento, ma neppure carta straccia.
Di positivo c’è stato il fatto che persone di varie tendenze, anche con esperienze politiche pregresse (Violante Pd) ed esperienze politiche in itinere (Quagliarello Pdl), si siano incontrate senza preoccupazioni di prendersi reciproca orticaria. In Italia si è sempre un po’ contradaioli. Si dice che è stata evitata a bella posta la foto della stretta di mano tra Berlusconi e Bersani per non mettere carne a cuocere sulla graticola dei sospetti e delle contrapposizioni al coltello; qualcosa di terribilmente compromettente quasi fosse il bacio tra Andreotti e Totò Rijna, che nell’immaginario popolare ha superato quello di Giuda.
Di positivo c’è che Napolitano ha voluto rendersi conto di persona delle difficoltà di un dibattito politico che in questi ultimi anni è diventato sempre più aspro e sempre meno motivato con ragioni nobili. Ai suoi tempi, che un po’ sono i nostri, le contrapposizioni tra i partiti erano forti, ma motivate tutte da un’idea nobile della politica, dello Stato, della società, della nazione. Non che il Capo dello Stato non conoscesse le cause di una simile deriva, ma aveva bisogno anche di un documento che la ufficializzasse. La relazione dei dieci saggi lo ha fatto.
Il Presidente della Corte Costituzionale, Gallo, che di stare secondo in una graduatoria nazionale dei saggi non gli va, ha nuovamente sollevato la questione dell’incostituzionalità del porcellum, per il premio di maggioranza. Questo non stupisce noi italiani, adusi a vivere fuori legge per anni ed anni, salvo che ad un certo punto un giudice si alza una mattina e decide di dire basta. E tutto quello che si è fatto in regime di abuso? Boh! Gli stranieri hanno ragione o di non capirci o di prenderci in burla. Gallo è andato oltre. Ma è nelle sue prerogative dettare ai poteri legislativo ed esecutivo l’agenda? Me lo chiedo, perché non ho mai letto da nessuna parte che tra i compiti del potere giudiziario c’è anche quello di interferire con gli altri poteri dello Stato. Comunque, cosa detta capo ha.   
Gallo ha sollecitato anche la regolamentazione delle coppie omosessuali. A prescindere da ogni altra considerazione di forma, è giusto che il problema venga finalmente affrontato, anche se per come lo ha impostato Gallo sono sorti non pochi dissensi.  Altra questione – e questa con tutto il rispetto è proprio di lana caprina – è il diritto di scegliersi il cognome o di aggiungere a quello paterno quello materno. Non so se con tutti i problemi che abbiamo oggi in Italia ci dobbiamo porre pure quello del cognome. Ma se ce lo dice un saggio, forse ce ne dobbiamo occupare. 

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