martedì 23 aprile 2013

Giornata Mondiale della Terra: dal rispetto per sensibilità alla tutela per necessità



Questa nostra società va sempre più convincendosi che è sufficiente avere una giornata all’anno per celebrare particolari ricorrenze e scordarsene per le restanti trecentossentaquattro.  
Quella che abbiamo celebrato l’altro ieri, lunedì, 22 aprile, è stata la Giornata Mondiale della Terra, una particolare ricorrenza perché con una parola, Terra, si abbraccia il problema umano in tutte le sue declinazioni: salute, fame, sete, pace, cultura. Ma in specifico, paesaggio e ambiente, perché sono gli aspetti più immediatamente richiamati dalla Madre Terra. Questa Giornata, giunta ormai alla sua 43ª edizione, si celebra in 175 paesi del mondo. Da noi, nel Salento, è giunta per iniziativa dell’Amministrazione Provinciale su proposta del Sen. Giorgio De Giuseppe, Difensore Civico della Provincia.
Quel che è emerso nelle belle e significative relazioni tenute, a Taurisano, dal Sen. Giorgio De Giuseppe e dall’Avv. Fabiano Amati, già Assessore regionale ai Lavori Pubblici, ha messo in rilievo un dato che in genere è nascosto: il rapporto paesaggio-ambiente.
De Giuseppe ha ricordato che se la condizione di Lecce dal punto di vista ambientale non è quella di Taranto e di Brindisi il merito è di quella classe politica, con in testa Giuseppe Codacci Pisanelli, che negli anni Cinquanta del secolo scorso optò per la rinuncia all’industrializzazione selvaggia a favore del territorio, del paesaggio, con tutto quello che ne consegue in termini di sviluppo e ha stigmatizzato l’eccessiva disinvoltura con cui le amministrazioni concedono licenze edilizie o permessi per il passaggio sui loro territori di nuove strade che in buona sostanza non servono a nulla mentre sconvolgono il paesaggio. L’Avv. Amati ha puntato il dito, invece, sulla tutela dell’ambiente, per tale intendendo anche ciò che si nasconde nel sottosuolo e che pertanto non si vede e perciò non si considera. Ha come aggiunto alla sensibilità per la salvaguardia del paesaggio la necessità della salvaguardia dell’ambiente. Quel che infatti si stenta a capire e a far capire è che l’ambiente non è solo una questione di bellezza estetica, il paesaggio appunto, ma di vita o di morte dell’umanità. Le risorse della Terra vanno esaurendosi e con la loro riduzione e scomparsa saltano tutti gli equilibri della natura.
Non potevano non venire a galla alcuni clamorosi casi di danno al patrimonio paesaggistico del Salento. Così la strada famigerata 275 che porta da Lecce a Leuca, per la quale si è prodotto un grave scempio al territorio attraversato. A scempio è stato aggiunto scempio, quando Roberto Gennaio, autore di numerosi libri su paesaggio e ambiente, presente per la presentazione del suo ultimo libro “Titani. Olivi monumentali del Salento” (Lecce, Grifo, 2012), ha citato il caso della Marina di Alliste, dove per costruire una “passeggiata” di qualche centinaio di metri proprio sulla costa ad un passo dal mare si sta consumando l’ennesimo scempio paesaggistico.
E’ di questi giorni l’allarme lanciato da “Forum Ambiente e Salute” per la deliberazione dell’Amministrazione Comunale di Nociglia di estirpare un filare di più di venti pini italici lungo un corso cittadino per costruire una pista ciclabile. Allora se “ciò che si dovrebbe fare” e “ciò che si fa” fossero due squadre di calcio a confronto vincerebbe sempre “ciò che si fa”, ossia quel che si ritiene più utile nell’immediato. Poi tanto, c’è la Giornata Mondiale della Terra per mondarsi dai peccati! Ma qui non si tratta di peccati, bensì di danni.
Ha un po’ stupito l’Avv. Amati quando ha quasi ipotizzato una sorta di rivalità tra paesaggio e ambiente in riferimento all’espianto di alberi di ulivi per la famigerata 175. Al di là della quantità di alberi, dieci o cento, o del trapianto in altro sito, qui si tratta di due punti importanti da chiarire: primo, ma la strada che si costruisce è proprio indispensabile? Secondo, non è una violenza trapiantare altrove alberi secolari, così fatti dal tempo e dal luogo in secoli e secoli di azione modellatrice da parte degli agenti naturali?
Si dirà, ma se nel corso dei millenni l’uomo ha avuto bisogno delle risorse della natura per giungere al grado odierno di benessere e di civiltà, perché ora deve privarsi di quanto gli serve per procedere sulla stessa strada? Ecco, qui è il punto. Deve rendersi conto che la Grande Madre Terra non solo va rispettata per amore filiale ma anche salvaguardata per necessità. Le offese fatte alla natura, alla Terra, ricadono sugli stessi uomini. Se il clima sta cambiando è perché l’ecosistema è stato alterato per l’eccessiva immissione nell’aria di anidride carbonica, i ghiacciai si sciolgono, aumentano le maree e i mari erodono le coste e arrivano a portarsi via le case, che sciaguratamente sono state costruite sulla sabbia. Se ci facciamo una passeggiata lungo la costa salentina ci rendiamo conto che non sono chiacchiere quelle degli ambientalisti.
Allora, non so se per accorgersi del degrado paesaggistico-ambientale vale più una Giornata all’anno, oppure una seria riflessione su ciò che vediamo accadere tutti i giorni dell’anno.

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