Questa nostra società va sempre
più convincendosi che è sufficiente avere una giornata all’anno per celebrare
particolari ricorrenze e scordarsene per le restanti trecentossentaquattro.
Quella che abbiamo celebrato
l’altro ieri, lunedì, 22 aprile, è stata la Giornata Mondiale
della Terra, una particolare ricorrenza perché con una parola, Terra, si abbraccia
il problema umano in tutte le sue declinazioni: salute, fame, sete, pace, cultura.
Ma in specifico, paesaggio e ambiente, perché sono gli aspetti più
immediatamente richiamati dalla Madre Terra. Questa Giornata, giunta ormai alla
sua 43ª edizione, si celebra in 175 paesi del mondo. Da noi, nel Salento, è
giunta per iniziativa dell’Amministrazione Provinciale su proposta del Sen.
Giorgio De Giuseppe, Difensore Civico della Provincia.
Quel che è emerso nelle belle e
significative relazioni tenute, a Taurisano, dal Sen. Giorgio De Giuseppe e
dall’Avv. Fabiano Amati, già Assessore regionale ai Lavori Pubblici, ha messo in rilievo un dato che in genere è nascosto: il rapporto
paesaggio-ambiente.
De Giuseppe ha ricordato che se
la condizione di Lecce dal punto di vista ambientale non è quella di Taranto e
di Brindisi il merito è di quella classe politica, con in testa Giuseppe
Codacci Pisanelli, che negli anni Cinquanta del secolo scorso optò per la
rinuncia all’industrializzazione selvaggia a favore del territorio, del
paesaggio, con tutto quello che ne consegue in termini di sviluppo e ha
stigmatizzato l’eccessiva disinvoltura con cui le amministrazioni concedono
licenze edilizie o permessi per il passaggio sui loro territori di nuove strade
che in buona sostanza non servono a nulla mentre sconvolgono il paesaggio.
L’Avv. Amati ha puntato il dito, invece, sulla tutela dell’ambiente, per tale
intendendo anche ciò che si nasconde nel sottosuolo e che pertanto non si vede
e perciò non si considera. Ha come aggiunto alla sensibilità per la
salvaguardia del paesaggio la necessità della salvaguardia dell’ambiente. Quel
che infatti si stenta a capire e a far capire è che l’ambiente non è solo una
questione di bellezza estetica, il paesaggio appunto, ma di vita o di morte
dell’umanità. Le risorse della Terra vanno esaurendosi e con la loro riduzione
e scomparsa saltano tutti gli equilibri della natura.
Non potevano non venire a galla
alcuni clamorosi casi di danno al patrimonio paesaggistico del Salento. Così la
strada famigerata 275 che porta da Lecce a Leuca, per la quale si è prodotto un
grave scempio al territorio attraversato. A scempio è stato aggiunto scempio,
quando Roberto Gennaio, autore di numerosi libri su paesaggio e ambiente,
presente per la presentazione del suo ultimo libro “Titani. Olivi monumentali
del Salento” (Lecce, Grifo, 2012), ha citato il caso della Marina di Alliste,
dove per costruire una “passeggiata” di qualche centinaio di metri proprio
sulla costa ad un passo dal mare si sta consumando l’ennesimo scempio
paesaggistico.
E’ di questi giorni l’allarme
lanciato da “Forum Ambiente e Salute” per la deliberazione dell’Amministrazione
Comunale di Nociglia di estirpare un filare di più di venti pini italici lungo
un corso cittadino per costruire una pista ciclabile. Allora se “ciò che si dovrebbe
fare” e “ciò che si fa” fossero due squadre di calcio a confronto vincerebbe
sempre “ciò che si fa”, ossia quel che si ritiene più utile nell’immediato. Poi
tanto, c’è la Giornata Mondiale
della Terra per mondarsi dai peccati! Ma qui non si tratta di peccati, bensì di
danni.
Ha un po’ stupito l’Avv. Amati
quando ha quasi ipotizzato una sorta di rivalità tra paesaggio e ambiente in
riferimento all’espianto di alberi di ulivi per la famigerata 175. Al di là
della quantità di alberi, dieci o cento, o del trapianto in altro sito, qui si
tratta di due punti importanti da chiarire: primo, ma la strada che si
costruisce è proprio indispensabile? Secondo, non è una violenza trapiantare altrove
alberi secolari, così fatti dal tempo e dal luogo in secoli e secoli di azione
modellatrice da parte degli agenti naturali?
Si dirà, ma se nel corso dei
millenni l’uomo ha avuto bisogno delle risorse della natura per giungere al
grado odierno di benessere e di civiltà, perché ora deve privarsi di quanto gli
serve per procedere sulla stessa strada? Ecco, qui è il punto. Deve rendersi
conto che la Grande Madre
Terra non solo va rispettata per amore filiale ma anche salvaguardata per
necessità. Le offese fatte alla natura, alla Terra, ricadono sugli stessi
uomini. Se il clima sta cambiando è perché l’ecosistema è stato alterato per l’eccessiva
immissione nell’aria di anidride carbonica, i ghiacciai si sciolgono, aumentano
le maree e i mari erodono le coste e arrivano a portarsi via le case, che
sciaguratamente sono state costruite sulla sabbia. Se ci facciamo una
passeggiata lungo la costa salentina ci rendiamo conto che non sono chiacchiere
quelle degli ambientalisti.
Allora, non so se per accorgersi
del degrado paesaggistico-ambientale vale più una Giornata all’anno, oppure una
seria riflessione su ciò che vediamo accadere tutti i giorni dell’anno.
Nessun commento:
Posta un commento