domenica 3 luglio 2011

Lecce: 29 quintali di corrispondenza al macero

Ecco dove va a finire la posta non recapitata: al macero! Le reti televisive nazionali e locali hanno informato, sabato 2 luglio, che la Guardia di Finanza leccese ha scoperto in un sito di raccolta di carta da macero tra Nardò e Galatone 29 quintali di corrispondenza. C’era di tutto: lettere, cartoline, stampe, bollette, cartelle.
Cinque funzionari di Poste Italiane sono indagati. Ma i vertici dell’azienda hanno tenuto a far sapere che l’operazione della Guardia di Finanza è stata possibile per il loro fattivo contributo. Il messaggio è chiaro: Poste Italiane funzionano così bene che appena si accorgono che qualcosa non va puniscono i loro funzionari. Ma, per favore!
Non viviamo nel paese di Alice, sappiamo perfettamente che la gestione di Poste Italiane da un po’ di anni è in mano ai privati, i quali dovrebbero garantire il servizio, secondo una leggenda metropolitana, meglio della gestione pubblica. Pubblico o privato, gestito da persone oneste e competenti, non dovrebbe esserci nessuna differenza, perché il servizio è quello che è e se espletato come si deve con attaccamento al lavoro e lealtà verso l’azienda dovrebbe avere la stessa qualità e gli stessi costi. Ma siamo in Italia, paese in cui il cialtronismo è una “virtù” perché viene furbescamente contrapposto al “vizio” di considerare l’ufficio alla latina (officium), ossia un dovere, che facilmente traligna in qualcosa di coattivo e perciò insopportabile.
Poste Italiane, prima che cedessero la gestione ai privati, avevano una pletora di impiegati ad ogni livello, tranne che in quello terminale dei portalettere, segmento lavorativo sempre sacrificato. Si segnalavano sì dei disservizi, ma sostanzialmente le cose funzionavano. La gestione dei privati, tesa ossessivamente al profitto, ha ridotto i dipendenti ad ogni livello. Man mano che dirigenti, impiegati e portalettere si mettono in pensione, vengono sostituiti all’interno: i portalettere diventano impiegati, gli impiegati dirigenti e via di seguito. Conclusione: ci sono settori delle Poste che funzionano bene, altri, invece, i più vicini all’utenza popolare, come la consegna della corrispondenza, che funzionano malissimo o non funzionano affatto.
I primi a non capire l’importanza del portalettere sono proprio i dirigenti di Poste Italiane, che assumono giovani senza nessun criterio, se non quello dell’occupazione, per licenziarli o trasferirli altrove dopo qualche mese. Questi giovani sono fortemente penalizzati. Si ritrovano in un paese dove non conoscono nessuno e devono recapitare la corrispondenza, che a volte non ha l’indirizzo correttamente indicato, dove molti cittadini non hanno il numero civico e se ce l’hanno a volte non corrisponde per mutata numerazione, molti non hanno la cassetta delle lettere. E tuttavia, dopo un po’ di tempo, questi sfortunati giovani riescono a prendere possesso della situazione e a distribuire la corrispondenza più o meno regolarmente. Ma ecco che vengono trasferiti. A questo aggiungasi che l’organico dei portalettere è sempre al di sotto delle necessità dell’ufficio. A volte addirittura per malattia o per altro qualcuno si assenta; e allora la zona resta priva di portalettere per l’intero periodo di assenza.
Aggiunta ad aggiunta: il boicottaggio passivo, che ormai è più di un sospetto. Alcuni dirigenti d’ufficio lasciano che si crei disagio pubblico per costringere Poste Italiane ad assumere personale più qualificato e in maniera stabile o solo per vendicarsi di un’azienda che non pensa che a spremere i suoi dipendenti.
In cosiffatta situazione, davvero Poste Italiane pensa di scaricare la colpa ai primi funzionari che incontra e punirli quali responsabili del fattaccio della corrispondenza al macero?
L’impressione che si ha è che Poste Italiane di cambiare strategia non ne vogliano sapere e riducono tutto ai soliti casi di “infedeltà” di alcuni loro funzionari. La chiamano proprio così: infedeltà. E intanto le cose continueranno ad andare come prima, fino al prossimo fattaccio.

Nessun commento:

Posta un commento