lunedì 13 maggio 2024

Pagine di storia locale: a Taurisano il '68 iniziò così

Taurisano, 13 maggio 2024. Il 10 maggio scorso è morto a Piedimonte, in provincia di Frosinone, dove viveva da molti anni con la famiglia, Stefanino Botrugno. Aveva 93 anni. Era figlio ta nunna Nina Farretta, che gestiva un’osteria in Piazza Fontana, dove adesso c’è un’oreficeria; ed era più giovane di Pino, il più noto dei fratelli. Aveva un negozio di elettrodomestici nei locali oggi dell’avv. Viva, all’epoca di Filippo Leuzzi, accanto, da una parte, aveva l’autofficina di Tonino Galati e dall’altra il laboratorio di falegnameria di maestro Ernesto Barba. Erano tutti missini. Tonino Galati e Stefanino Botrugno erano consiglieri comunali. Si era alla fine del 1967. Da qualche tempo si avvertiva a Taurisano una sorta di insofferenza politica per due importanti personaggi, che condizionavano la politica del paese: Napoleone Di Seclì, già sindaco dal 1947 al 1956, e Oreste Caroli, sindaco in carica, entrambi democristiani “arrivati”. Ci fu una crisi amministrativa. Una componente della Dc, guidata da Ugo Baglivo, si staccò dal resto del partito, in disaccordo su come sistemare la faccenda Cremonini, l’Agenzia del dazio. Se ne discuteva in ogni sezione di partito. C’era la possibilità che mettendosi tutti insieme (dissidenti democristiani, comunisti, socialisti e missini) facessero cadere l’Amministrazione Caroli. Nel Msi io ero stato segretario della Giovane Italia ed ero dirigente del Fuan leccese, organizzazioni studentesche parallele al Msi, ma avevo qualche influenza per via che a me toccava ogni compito di scrittura, lettere, manifesti ed altro. Io ero contrario e lo dissi. Per me la nuova giunta anticaroliana era una macedonia indigesta, stante l’incompatibilità di stare insieme di comunisti, socialisti e missini. Ma quelli, pur di buttar giù il Caroli, erano disposti a fare di tutto e di più. Fui accusato dal solito maestro Ernesto Barba di essere contrario per la mia amicizia con Mimmo Caroli, figlio dell’avv. Oreste. Maestro Ernesto era il dietrologo della compagnia, quello che sospettava sempre. Per lui non esistevano ragioni politiche, ma sempre motivi personali. Trovandomi a parlare con Stefanino Botrugno a tu per tu, gli esposi il mio punto di vista, che lui già conosceva. E quello candidamente mi rispose: il popolo ha eletto me e Tonino e vuol dire che quello che facciamo noi due è ben fatto. E noi abbiamo deciso di far parte dell’impresa. Bella “lezione” di realpolitik. Poi fecero finta di mettersi d’accordo, i dissidenti democristiani con gli altri del partito. Si fecero anche una bella mangiata in un ristorante di Leuca per la ritrovata concordia, ma in Consiglio comunale venne fuori, con rabbiosa sorpresa del Caroli e dei suoi, la maggioranza macedonia con sindaco Ugo Baglivo. Seguirono scene tragicomiche. La giunta Baglivo s’insediò il 30 gennaio del 1968 e durò fino alle elezioni del 1970.

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