sabato 4 maggio 2024

Giorgia Meloni oltre le votazioni

Per tutte le cose che sono accadute e che stanno accadendo – dico tutte, ma proprio tutte – il primo governo Meloni deve porsi una scadenza, che è dopo le elezioni, quali che saranno gli esiti, che comunque non potranno essere che di cambiamento dei rapporti di forza all’interno delle coalizioni. La candidatura di Vannacci nella Lega, che è parte fondativa e costitutiva del centrodestra, è uno sgarbo alla Meloni e un insulto a tutto il popolo del centrodestra. O davvero pensa Salvini di sottrarre voti alla sinistra col suo generalone? Se così è vuol dire che i mojiti ancora se li fa, ma di nascosto. Che cosa ha a che fare con la destra un generale dell’esercito, che con la divisa indosso si mette a sparare granate micidiali contro parti del popolo, sia pure minoritarie e culturalmente e politicamente discutibili? Nulla. Anzi è segno che quel generale, che si propone come un’icona, si comporta in maniera sleale e vorrei aggiungere illegale. E chi sa che il senso dell’onore e della lealtà tradizionalmente sta a destra non può non considerarsi offeso e irritato. Salvini, che lo ha voluto, mentre lui si nasconde, in funzione anti alleati, pagherà per questo tradimento. Mai, come in queste elezioni europee, il Paese ha dimostrato tanto cialtronismo. Vecchie erose cariatidi del vecchio establishment, che spiccano per decadenza anche fisica, si stanno presentando alle elezioni per un posto in Europa, dove, a parte la riscossione del lauto stipendio, non faranno un cazzo, quando cazzo ha il significato di nulla. Altri, una volta fieri del proprio nome e cognome, hanno scelto di proporsi con un nome fittizio preceduto da un “detto” che meglio sarebbe dire “cosiddetto”. Tanto per imitare Giorgia Meloni, che meglio avrebbe fatto a proporsi col suo nome e cognome anagrafico. Così abbiamo il “detto generale” per Vannacci, il “detto pavone” per Cecchi Paone, altra colonna portante del cenotafio nazionale degli illustri curiosi. E chissà quanti altri ancora si stanno presentando con “detto” davanti a ipocoristici, diminutivi e appositivi, nel trionfo dell’italica creatività. Altri ancora, i big che si sono candidati, sanno perfettamente che una volta eletti non andranno neppure un giorno a Strasburgo, perché incompatibili sono i tempi di lavoro delle varie assemblee. Tutto questo ed altro fanno vedere la classe politica sempre più staccarsi dai canoni di serietà e di impegno che una volta aveva o forse solo si ipotizzava, ma mai così scaduta come oggi. Ci sono delle straordinarie immagini che da sole dicono chiaramente che questa classe politica è fatta di sbandati, di perdigiorno. Basta vederli nel corso dei telegiornali: a gruppetti avvicinarsi a Montecitorio o a Palazzo Madama mentre danno l’impressione di essere usciti o stanno per entrare in qualche pizzeria. Neppure si preoccupano di apparire più presentabili, meno sciatti e vagabondi. Fateci caso. Dove vanno Lupi e il suo seguito? E quel Magi? Sempre allo stesso modo, sempre sulla stessa piazza, sempre le stesse persone e soprattutto sempre lo stesso bighellonaggio. A cui, a volte, dà un senso l’incontro dell’inviato di “Striscia la notizia”, con una bella presa per il culo finale. Ma intanto sono apparsi e questo conta. Poi c’è la questione seria del Ministro Santanchè. Le accuse, formalizzate e poste alla base del suo rinvio a giudizio, non possono più essere eluse, come se fossero ancora allo stadio di dicerie dei giornali dell’opposizione. Il governo deve liberarsi dei soggetti impresentabili e dannosi, ne va della sua salute, della sua durata, del consenso popolare, che nel nostro Paese ha dimostrato negli ultimi anni di cambiare come per la donna dice l’aria del Rigoletto. Questo non significa dare in pasto all’opposizione un ministro per tacitarla, ma dimostrare di sapersi difendere bene come dalle minacce esterne così da quelle interne. Se Giorgia Meloni vuole davvero durare fino alla scadenza naturale della legislatura deve comportarsi come fa un allenatore di calcio, che, nel corso della partita sostituisce chi in campo batte la fiacca, chi maltratta gli avversari e rischia di essere espulso, chi non risponde più alla tattica di gioco. Da quando è stato varato questo governo ha dovuto sostituire due sottosegretari (Montaruli e Sgarbi), e non è successo niente, anzi la gente ha apprezzato. Qualcuno, che non ha dimostrato di essere all’altezza, al netto delle vocianti opposizioni, può essere benissimo essere sostituito. Ne gioverà il governo, ma anche il Paese. Si ricordi, poi, la Meloni che molti governi incominciano a scricchiolare quando non funzionano i servizi pubblici. Quelli italiani sono allo stremo.

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