sabato 8 luglio 2023

L'Ottantotto, per fatto personale

Ero un apologeta del nazismo senza saperlo. Lo devo al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi se oggi lo so, ma – ahimè – non so che fare per non esserlo più. Per fortuna non sono un calciatore. Piantedosi, in una dichiarazione di intenti col mondo del calcio per la lotta all’antisemitismo, ha chiesto alla Federazione di vietare ai calciatori di avere sulla maglietta il numero 88, perché questo è apologia di nazismo in quanto simbolo dell’espressione Heil Hitler, due iniziali con la lettera acca, che nella successione dell’alfabeto occupa l’ottava posizione. Ed io che c’entro? Purtroppo sono nato l’otto agosto per di più del 1945, anno della morte di Hitler. Dunque a chi mi chiede la data di nascita io faccio apologia di nazismo se rispondo “8 8 1945”. L’avere questa data di nascita certo non è stata una mia scelta. Devo tacere, però, un particolare sospetto. Arrivato il momento di nascere, non ne volli sapere e anzi mi rivoltai nel grembo di mia madre per uscire coi piedi in avanti anziché con la testa. Erano i giorni in cui sul Giappone piovevano bombe atomiche. Mia madre mi diceva che non volevo nascere e che fui tirato fuori coi ferri – i ferri erano già nel mio destino! – quando già la gravidanza era al decimo mese abbondante. È stato come è stato, la cosa potrebbe essere interpretata dal Ministro Piantedosi, esperto di simbologie ed esoterismi, come una mia scelta. Giuro di essere innocente e comunque protesto il mio diritto di essere nato quando altri mi fecero nascere. Lasciamo il faceto e passiamo al serio. L’improvvisa preoccupazione di Piantedosi di apparire difensore dell’antifascismo e dell’antinazismo può essere legittima e comprensibile se si pensa che lo stesso non si è distinto finora per parole ed opere molto democratiche. Ma essa confligge non solo col buonsenso – perché prendersela coi numeri? – ma anche con la Costituzione. Benedetta Costituzione, sempre lei! E meno male, dico io. Vietare l’uso dell’88, oltre che imbarazzante sul piano della razionalità, è un disconoscere un diritto ad una persona. Ci sono tanti motivi, né buoni né cattivi, semplicemente normali, per scegliersi un numero sulla propria maglietta. C’è chi si sceglie il 17 e chi il 13, l’anno di nascità o il numero degli anni d’età, il numero corrispondente alla lettera iniziale del nome del proprio amore. Se si criminalizza un numero per improbabili significazioni occulte qua tornano le streghe e va a finire che questo numero viene messo al bando in tutti gli ambiti possibili e immaginabili. La targa della macchina, il numero civico, il numero del telefono e tanti altri. E potrebbe essere esteso ad altri personaggi, a Mussolini, per esempio, che nacque nel luglio del 1883. Quello, il doppio otto, ce l’aveva addirittura dentro. Togliere, dunque, l’88 o altri numeri dalla numerazione? E allora Piantedosi come si regolerà con l’aritmetica e la ragioneria? Io, un modo, potrei suggerirglielo, per quel che vale. È un modo che non offende nessuno. Si potrebbe usare l’espressione che spesso si usa quando non si vuole pronunciare la parola cancro e al suo posto si dice “quel male”, innominabile per scaramanzia. Così che a chi mi chiedesse quando sono nato io potrei rispondere “sa, quel male lì”. A buon intenditor… e lasciare che ognuno si scelga il numero che vuole. Purtroppo le cose andranno diversamente. L’88 è “fuori legge”. Cosa che se fosse accaduta o accadesse oggi in un regime totalitario noi, democratici, avremmo ragione di dare del ridicolo al governo e di gridare quanto sono fessi. Invece si vuole “cancellare” un numero e non succede niente. Ormai, del resto, si vogliono cancellare i nomi e i concetti di razza, di stirpe, di etnia, di padre, di madre. Si aboliranno i colori? Hanno criminalizzato tutte le testimonianze dei secoli passati e dei loro uomini più illustri per un nuovo dizionario, creando una nuova tendenza, la cancel culture, che in italiano vuol dire cultura della cancellazione. I popoli, che nella storia sono stati offesi, pretendono che i nuovi governanti dei paesi offensori chiedano perdono. Tremate, romani, italiani, americani, inglesi, francesi, belgi, olandesi, spagnoli, portoghesi! Tremate, ex dominatori! È tempo che paghiate per le vostre malefatte! I monumenti e i numeri non sono che l’inizio della rivoluzione. Ma io il mio numero 88, c’entri o meno il riferimento ad Hitler, lo difendo. Se non lo facessi, negherei me stesso e cederei alla cancellazione del buonsenso.

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