sabato 22 aprile 2023

L'Italia e la sostituzione etnica

C’è gente in Italia a cui la crisi demografica non interessa niente, l’invasione progressiva di negri e di musulmani meno di niente. Che di qui a poche decine di anni ci possa essere una popolazione negro-musulmana che contende il primato quantitativo agli italiani, bianchi e cristiani, è cosa che non la riguarda. E in democrazia la quantità conta più della qualità! Rischiamo di diventare noi sopportati in casa nostra. Per simile gente, non conviene neppure scomodare parole particolari, sono dei mangiaccaca, senza bisogno di traduzione. Ci sono poi a sinistra quelli che s’indignano per ogni nonnulla, i cacasenno. Non c’è ministro o sottosegretario di questo governo di cui essi non hanno chiesto le dimissioni, per qualche parola, secondo loro, politicamente scorretta. Subito è scattato il terrorismo politico nei loro confronti, la mannaia delle accuse: razzista! fascista! nazista! inadeguato! rozzo! impresentabile!, con la richiesta di correggersi o di dimettersi. Neppure ai tempi della controriforma, quando un Galileo Galilei era costretto a dire di vedere cose che non c’erano né in cielo né in terra. A proposito del calo delle nascite in Italia e dell’aumento dei migranti, il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, immaginandosi uno scenario, che non è molto difficile prevedere fra un po’ di anni, ha detto che l’Italia rischia la “sostituzione etnica”, ossia la sostituzione degli italiani che non ci sono coi negro-musulmani che ci sono invece in abbondanza grazie all’immigrazione. La risposta ad un simile scenario secondo il ministro sta nell’incrementare le nascite di bambini italiani con una politica demografica ad hoc. Tutto qui. Parole semplici e chiare, direi sacrosante, che hanno sconvolto le opposizioni, perché l’espressione “sostituzione etnica” richiama il complotto del cosiddetto piano Kalergi. Che è una colossale minchiata, dato che a destra si è contrari all’immigrazione e sostenitori del restare ognuno a casa propria. Insomma un piano sì, quello delle sinistre, ma di distrazione di massa, per non far riflettere sulla vera questione. In Italia c’è la democrazia, che consente a chiunque di esprimere il suo pensiero e di avere una sua visione delle cose. Il politico e ancor più un ministro ha il compito di pensare oggi quel che può accadere domani in ragione del suo operato, deve avere la capacità di intercettare i problemi del futuro. Se no, che politico è? C’è una parte politica che se ne frega di quel che sarà domani la popolazione italiana e dei problemi che potrebbero esplodere a causa dei cambiamenti determinati dal calo delle nascite e dall’aumento dei migranti. Una visione vogliamo chiamarla legittima? Siamo in democrazia. Non mi piace ma consento che tu ce l’abbia, la esprima e ti batta per farla prevalere. Chiedo: perché dall’altra parte non si rispetta chi ha una visione diversa delle cose e cerca, stando al potere perché mandato dagli italiani, di provvedere ad evitare di trovarci impelagati nei mille problemi che le società multietniche producono? Chi ha una posizione non democratica in questo dibattito sono quelli di sinistra. Sono essi che nella loro presunzione di essere in un giusto “divino” vorrebbero impedire a quelli di destra di avere una posizione diversa. Purtroppo sono assecondati nella loro presunzione proprio dalla destra. A destra, invece, dovrebbero smetterla di avere nei confronti della sinistra una sorta di complesso di inferiorità, come a voler dare per scontato che quello che si pensa e si dice a sinistra sia per ciò stesso superiore a quello che si pensa e si dice a destra. Le battaglie politiche si perdono e si vincono dopo aver perso o vinto la guerra delle parole. Lo ammoniva Giorgio Almirante ai suoi dì. Forse ogni tanto a destra farebbero bene a ricordare i loro uomini e le loro idee invece di tenerle nascoste per paura, la solita paura, di passare per fascisti. È indegno in questo paese che non si possa avere un pensiero diverso da quello della vulgata di sinistra. Roba da inquisizione! A destra non interessano la superiorità o l’inferiorità delle tesi e delle parole. Sono punti di vista che possono interessare studiosi e professori, che ci sono tanto a destra quanto a sinistra. Quel che interessa è avere le idee chiare su quello che si vuole che questo paese sia, che questo paese diventi. Non bisogna avere un’intelligenza superiore per capire che se gli italiani diminuiscono e i migranti aumentano, ad un certo punto il rapporto fra le due componenti si ribalta. È questo che vogliono a sinistra. Ma se è così, lo dicano e per questo chiedano il voto agli italiani, senza nascondimenti o taroccamenti del pensiero. Per ora gli italiani hanno detto no e hanno dato il consenso a chi la pensa in maniera diametralmente opposta. Si tenga cippo di qui.

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