domenica 3 gennaio 2021

Chi minaccia in politica poi le busca

03.01.2021. Matteo Renzi continua a minacciare il governo. Se non fate quello che vi abbiamo chiesto lasceremo la maggioranza. Conte non si lascia intimidire e gli risponde: se lasci il governo mi presento in Parlamento e do il via alla questua. Sembra che si sia giunti al termine di un conflitto a forza di minacce: se tu fai questo io faccio quest’altro, mentre si attende che il minacciante faccia la prima mossa. Da spettatori siamo tutti molto interessati alla sfida, per quanto gli sfidanti siano ben poco importanti, due pesi piuma che si atteggiano a pesi massimi. Non che due pugili piuma non siano rispettabili, sì ma a condizione di sapere di essere dei pesi piuma; se pensano di essere dei pesi massimi la cosa non funziona. Da cittadini siamo molto preoccupati perché la situazione è molto delicata e le questioni dirimenti sono tra le più importanti: Recovery fund e Servizi segreti. Come dire: questione economica, vitale per la ripresa del Paese; e sicurezza nazionale in una fase di incertezze e di preoccupanti scenari internazionali.  

Conte è abituato alle acchiature e ci prova per la terza volta. Nell’ultima è stato aiutato proprio da Renzi, il quale gli indicò il luogo dove l’avrebbe potuta trovare…e fu il governo cosiddetto giallo-rosso, che non c’entra a niente né coi colori della Roma né con quelli del Lecce. Non dovette nemmeno scavare più di tanto, era a fior di terra come le patate. In Italia, quando non ci sono contenuti per indicare un evento o un fatto, si ricorre ai colori. E come chiamarlo se no un governo di tal fatta? Dire Conte bis non era aderente alla realtà perché col precedente non aveva niente a che fare, essendo le forze politiche che lo componevano assai diverse, anzi diametralmente opposte. Come fosse possibile un’operazione del genere lo si capisce soltanto in considerazione del fatto che l’Italia è la patria del parlamento più trasformista d’Europa. Che a tanto si fosse giunti proprio coi più ostili a monovre del genere, i Cinque Stelle, probabilmente lo si deve all’effetto karma, una sorta di nemesi storica. Una forza politica maggioritaria lascia una maggioranza e ne fa un’altra per essere cocciutamente contraria alla precedente, avendo come alleati i nemici più acerrimi: i Dem e i neocomunisti di Leu. Se veramente fosse il popolo a decidere avrebbe innalzato una ghigliottina in pubblica piazza. Il popolo, invece, ormai è abituato a non c’entrare, in barba al dettato costituzionale che lo ritiene depositario di sovranità.

Che cosa spera di ottenere Renzi da questa ondata di Covid politico anti-Conte? Critici nei confronti del governo sono pure i Dem, ma questi non si spingono a minacciare e a lanciare ultimatum, aspettano che le pere maturino e cadano da sé.

Di ragioni Renzi ne ha. Conte vorrebbe fare con i miliardi del Recovery fund un replay della crisi sanitaria pandemica: creare cabine di regia e taske-force per amministrare i 209mld di Euro, tagliando fuori di fatto i ministeri e i partiti politici. Pare una cosa da niente? A me francamente pare una cosa molto seria e preoccupante. La delega ai Servizi segreti – dice Conte – gli spetta in quanto Presidente del Consiglio. E chi lo nega, ma gli spetta è scritto sulla carta, non è un obbligo. La questione è politica. Non può un signor nessuno, venuto dal nulla, avere un potere così smisurato. E poi la sua insistenza a tenersela stretta incomincia a far sorgere qualche sospetto. Che teme? La delega ai Servizi segreti può benissimo andare ad altra persona senza per questo violare la legge, è una questione di opportunità politica. Lo sanno tutti questo, ma solo lui, Renzi, è uscito allo scoperto, mentre gli altri hanno scelto l’attesa di quello che potrebbe succedere.

Renzi non vuole lo scioglimento del Parlamento, vuole andare dritto all’elezione del Presidente della Repubblica, ma vuole giungere in una posizione più importante che non quella di ora; e dopo a nuove elezioni, per ricavare il massimo possibile da quelli che lui considera i nuovi meriti acquisiti. La sua è un’operazione temeraria, ma nella situazione in cui si trova, col suo 3% di consensi secondo i sondaggi, che cosa può sperare? Di vivacchiare in governi in cui ha una rappresentanza proporzionale ai voti? L’uomo è ambizioso. Lo ha già abbondantemente dimostrato. Ama il rischio e ha dimostrato anche di saper accettare le conseguenze di eventuali sconfitte. Si pensi alla batosta del referendum costituzionale. Ma se lascia che le cose scivolino così senza nulla tentare, stando alle previsioni generalizzate ormai, fra non molto, le elezioni porteranno il centrodestra al potere e per lui e tutto il centrosinistra sarà la sconfitta.

Questi sono i ragionamenti che lo scenario politico attuale suggerisce di fare. Ma in politica, si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Potrebbe esserci anche questa volta la possibilità di trovare un’altra maggioranza in Parlamento che faccia a meno dei voti renziani. Di “responsabili” nascono, si nutrono e muoiono le maggioranze politiche in Italia. Allora si verificherebbe quanto già abbiamo visto quando un altro Matteo, Salvini, minacciò Conte di far fuori il suo governo certo che si sarebbe andati a nuove votazioni. Non fu così. Potrebbe non essere così neppure questa volta e per Renzi sarebbe un chi di spada ferisce di spada perisce.  

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