sabato 30 gennaio 2021

Conte si è dimesso per colpa di se stesso e di Zingaretti

E’ strano questo nostro paese. L’Italia dico. Da tempo si sapeva che il governo Conte era lento, sonnacchioso, che tirava a campare. Se n’erano accorti i partiti che lo sostenevano, i quali continuamente cercavano di dargli una scossa. Ma niente. Per giunta Conte avocava a sé la gestione del Recovery fund (209 miliardi di Euro) e non voleva mollare la delega ai Servizi. Il più accanito pungolatore era Matteo Renzi, che continuamente minacciava di togliere il sostegno facendo sfilare la sua rappresentanza dall’esecutivo. E intanto Zingaretti, segretario del Pd, la più forte componente del governo Conte dopo i Cinquestelle, che faceva? Niente! Una beata minchia. Finalmente, tira e tira, la corda si è spezzata. Renzi ha tolto il sostegno e il governo Conte è caduto. E la colpa a chi credete che sia stata data? A Renzi ovviamente. Il quale avrebbe dovuto continuare ad assistere fermo ad un governo che si caratterizzava sempre più per l’immobilità dell’azione e per la personalizzazione del potere.

E, invece, la colpa va data prima di tutto a Conte che avrebbe dovuto cambiare passo, darsi da fare di più, cedere qualcosa del suo troppo potere e per la gestione dei fondi europei rispettare non solo i suoi sostenitori di governo ma anche le opposizioni. Lui ha pensato, invece, i meriti dei fondi europei sono miei e dunque sono io a doverne beneficiare.

Ma la colpa è anche di Zingaretti, che ha dimostrato di valere nulla, di non avere un minimo di ascendente sugli alleati. Non è di adesso questa sua povertà di credito. Già il governo Conte bis fu fatto contro la sua iniziale opposizione. E’ uno che finisce sempre per accodarsi alle iniziative degli altri. Sarebbe dovuto essere lui a mettersi fra Conte e Renzi per cercare di giungere ad una soluzione dei problemi. E, invece, lui che ha fatto? In privato dava ragione a Renzi fino a quando questo non si è deciso a compiere il gesto estremo di togliere l’appoggio al governo; e nei confronti di Conte si limitava a fare dichiarazioni di nessun peso e di nessuna credibilità.

Ma neppure dopo, a governo caduto, Zingaretti ha tentato di prendere in mano la situazione. Anzi, se n’è uscito con dichiarazioni isteriche: con Renzi mai più. Senza rendersi conto di quel che diceva e soprattutto della realtà in cui si trovava. Se con Renzi mai più, allora con chi? Coi responsabili! Uno spettacolo tanto indecoroso quanto improbabile per mancanza di un numero sufficiente di volenterosi costruttori come sono stati nobilmente chiamati questi peripatetici. Cerca e ricerca, ne hanno trovati talmente pochi da aggravare la situazione; ora si ritrovano con un quinto partner al tavolo delle spartizioni. E va bene che si chiamano Europeisti! Ma cosa portano in termini di voti e di contenuti ad una ipotetica riedizione di un Conte ter questi Ciampolilli? Niente.

Al momento in cui scriviamo il Presidente della Camera Fico, su mandato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sta cercando di verificare se effettivamente si può riproporre un governo nel perimetro di quello precedente, ossia con M5S, Pd, Italia viva e Leu, più, a questo punto, gli Europeisti. Questo sarebbe maturato nelle 32 ore di colloqui tenuti dal Presidente Mattarella con i rappresentanti delle massime istituzioni e dei partiti politici.

Impossibile prevedere esiti. Renzi resta enigmatico e inattendibile. Dice continuamente cose apparentemente simili ma diverse. Non ha detto no a Conte, ma no a veti, dunque né sì né no. Dice che vuole partire anzitutto dalle componenti del governo e poi dalle cose da fare. In altri termini vuole che venga riconosciuta la legittimità della sua presenza nella coalizione di governo, e poi parlare delle cose da fare e in ultima analisi del nome del premier incaricato.

Ma se tutto dovesse concludersi con una conferma di Conte, come a questo punto sembrerebbe piegarsi la situazione, dovrebbero spiegare a che cosa è servito tutto questo ambaradam della crisi e della caduta del governo. Soprattutto in che cosa questo Conte ter sarebbe diverso dal Conte bis? Che cosa avrebbe ceduto Conte a Renzi o agli altri?

Intanto nel M5S è cresciuto il dissenso dopo le dichiarazioni del reggente Crimi di apertura di credito a Renzi. Alcuni, e tra questi Di Battista e il Presidente della Commissione Antimafia Morra, hanno dichiarato apertamente di essere contrari ad un nuovo governo con Italia viva. Dopo le sparate antirenziane di tutto il Movimento dei giorni scorsi, la virata grillina comunicata al Quirinale ha creato giusto sconcerto. Ma in politica il concetto di giusto non è di casa.

 

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