lunedì 14 dicembre 2020

Se una pioggia di miliardi...

Generalmente si pensa che guadagnare dei soldi sia molto difficile e che spenderli sia invece molto facile. Punti di vista. Ecco, c’è un punto di vista che rovescia quanto detto: se a “guadagnarli” e a “spenderli” è una pubblica amministrazione o addirittura il governo nazionale. In questo caso può essere facile avere i soldi, difficile spenderli, specialmente se parliamo del governo italiano nello specifico della pandemia da Covid 19. Ci si potrebbe ritrovare nell’assurdo di avere i soldi e di non saperli spendere.

L’Italia, grazie al Recovery fund (Fondo di recupero) potrebbe trovarsi nel prossimo biennio, 2021-2022, sotto una pioggia di miliardi di Euro, più di 200. Un’enormità. Gli esperti dicono che si tratta di un’opportunittà per il nostro Paese importantissima, da segnare una svolta nel processo di modernizzazione. L’Europa ci è sempre venuta incontro. “Questa volta – dicono Fabrizio Barca e Mario Monti (due che se ne intendono) – ci dà tre stimoli in più: 1) l’invito a condividere con gli altri Paesi un disegno comune (verde, digitale, riduzione delle disuguaglianze); 2) ingenti risorse finanziarie per realizzarlo e per innestarlo nei bilanci nazionali; 3) un metodo nuovo sotto due profili cruciali: a) non più solo investimenti, ma anche riforme; b) un dispositivo di rimborsi delle spese in base all’esibizione non semplicemente dei pagamenti effettuati, ma anche della prova della realizzazione delle azioni programmate e soprattutto dei loro risultati in termini di benessere economico e sociale” (Corsera del 13.12.2020). Ne discende dunque la necessità per il nostro governo di approntare un Recovery plan (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) all’insegna di due principi come forse non abbiamo mai fatto in precedenza in questo nostro Paese: “il linguaggio dei risultati e la grammatica della gestione” (Barca-Monti). Una rivoluzione nel Paese in cui è sempre bastato avere a posto le carte.

I soldi in arrivo non sono tutti guadagnati, con o senza le virgolette, ma in parte ricevuti a fondo perduto ed altri in prestito, nell’un caso e nell’altro si tratta comunque di somme da spendere con oculatezza e a condizioni cogenti. Occorrono piani dettagliati per scadenze precise. Per capire, perfino un privato qualsiasi se si rivolge ad una banca per un prestito, deve dimostrare l’attendibilità del progetto d’investimento e dare tutte le garanzie di restituzione. Nel nostro caso è la “mamma” Europa che ci viene incontro in seguito alla congiuntura pandemica. Non si tratta di provvedimenti solo per il nostro paese, avendo noi una bella faccia, come pensiamo di avere, ma per tutti gli stati che fanno parte dell’Unione e che si trovano variamente in crisi. A noi è stata data la fetta più grossa, il 28 % dell’intero fondo, che è di 672,5 mld.. Mamma o non mamma, i soldi che ci danno dobbiamo saperli spendere bene e alla data stabilita li dobbiamo restituire.

Date queste premesse, il governo deve dotarsi di una struttura che rediga i piani e che sappia poi spendere i soldi entro le date convenute. Questo nostro governo è nelle richieste condizioni? Per quasi unanime giudizio, esclusi i diretti interessati del governo, non lo è. Non lo dicono solo gli osservatori politici di entrambe le tendenze, ma anche gli stessi politici protagonisti con le loro parole e i loro comportamenti.

La componente maggiore, il M5S, sta franando da anni e si riduce sempre più nei numeri, che pure sono importanti in Parlamento, ma soprattutto sta venendo meno come visione comune delle cose, come propositi politici strategicamente condivisi. Se quella dei Cinque Stelle doveva essere una rivoluzione, come dicevano, non c’è di loro chi non si sia già accorto che si è finiti nella più squallida paludosa restaurazione. Le altre componenti della maggioranza, per ragioni diverse, sono scontente e divise. Il Pd rimprovera al Capo del Governo di avocare troppo a sé tutto tanto da evocare i famigerati pieni poteri. L’Iv di Renzi fa lo stesso e minaccia di uscire dal governo e di farlo cadere se ancora questo insiste sulla cabina di regia, la struttura che dovrebbe gestire i soldi del Recovery fund. Il Leu, per la sua inconsistenza, che parli o non parli è lo stesso.

È di tutta evidenza che la maggioranza non è in grado di dare risposte precise nei tempi precisi e chiede l’aiuto dell’opposizione, forte anche delle sortite del Presidente della Repubblica che invitano all’unità e alla collaborazione. Ma l’opposizione è divisa anche lei. La Lega è propensa a collaborare, Fratelli d’Italia no, mentre Forza Italia, che sembrava la più vicina al governo si è defilata. Ciò che era ieri oggi non vale e domani chi lo sa! Questa è la situazione, mentre si ritiene sempre più vicina l’ipotesi di elezioni, in presenza però di una pandemia in agguato di ondate, che sconsiglia assembramenti di qualsiasi portata, compresi gli elettorali, e l’urgenza della vaccinazione di massa.

Corriamo il rischio di arrivare alle scadenze per forza d’inerzia senza nessuna specifica preparazione. Già sono emersi i primi disaccordi sull’entità delle somme da spendere per i singoli settori. Le finite entro le quali stanno i soldi del Recovery fund sono il 31 luglio 2022 (assegnazione delle gare per le opere da realizzare) e 31 luglio 2026 (collaudo delle opere stesse). Non osservare queste scadenze potrebbe farci perdere i finanziamenti.

A fronte della situazione solo un governo di unità nazionale, sospese tutte le ostilità, potrebbe farcela. Purtroppo è altrettanto vero che una simile soluzione è ben lontana. Pur considerando le abbaiate di Renzi solo appunto abbaiate, non si capisce come possa fare un governo come quello di Giuseppe Conte a soddisfare impegni da far tremare le vene e i polsi al Paese nel bel mezzo di una emergenza sanitaria, che, stando a quanto dicono gli esperti, potrebbe durare ancora per un bel po’.

Entriamo così negli anni Venti di questo secolo con le vele afflosciate, tutti verso una stessa meta: i soldi; ma ognuno con propositi e forse appetiti diversi. In questo caso di certo c’è solo la deriva per il Paese e forse la galera per qualcuno.    

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