domenica 1 novembre 2020

Perché un governo di unità nazionale no?

 

 

Disgraziati, sono stati dei disgraziati. Hanno avuto cinque mesi di tempo per preparare quanto era necessario per fare fronte alla seconda ondata di Covid. Ci riferiamo a quanti per tutta l’estate ci hanno detto che la seconda ondata era improbabile, ma che comunque era necessario non abbassare la guardia, mentre spiagge e discoteche erano piene quanto neppure negli anni precedenti lo erano state. E si poteva capire il perché. La gente usciva da tre mesi di confinamento, di chiusura, di proibizioni; e, come accade in casi simili, la libertà riconquistata non poteva che essere celebrata in maniera sfrontata, quasi di rivalsa di fronte alle costrizioni subite. E tutti si sono dati alla pazza gioia, perfino alcuni scienziati che hanno fatto passare, in lite coi loro colleghi Cassandre che non erano del loro parere, l’idea che il virus non esisteva più e che se pure esisteva non faceva più male. Sappiamo come funziona, lo conosciamo, lo teniamo sotto controllo. Così dicevano politici e scienziati. Non tutti, a dire il vero. Ma si sa, alla gente piace sempre di più l’ipotesi più comoda.

Ora allo sciogliersi della neve, come s’usa dire in un proverbio paesano, ecco la realtà. Il Covid è tornato e circola alla grande. Conseguenza è che tutti sono contro tutti. Né sorprende che alla partita si siano inseriti i rivoltosi, tra i più vari, con veri e propri moti di guerriglia urbana in varie città. Si è detto subito per delegittimarli che si è trattato di moti pilotati dalla camorra, dagli ultras di calcio, dai centri sociali, dai fascisti. Probabilmente è così. E’ da mettere in conto. Quando mai nelle insorgenze e nelle rivolte non c’è stata la presenza di criminali e profittatori? Il Sud Italia fu annesso anche con l’apporto della camorra. Che anche questa volta sia accaduto è normale. Ciò non toglie che alla base delle proteste ci siano ragioni sacrosante che interessano i cittadini più laboriosi, i commercianti, gli operatori delle più varie attività produttive e culturali, che con le restrizioni dei Dpcm praticamente devono chiudere bottega e precipitare nella fame più nera. E poi ci sono i poveri derelitti delle periferie urbane, che approfittano per dare addosso al potere e a chi sta bene.

Irrita soprattutto i cittadini il fatto che il governo adotti provvedimenti restrittivi ad alcune componenti sociali ed economiche, vedi tutto il mondo della ristorazione, dello sport e della cultura, dove il contagio se pur ci fosse sarebbe assai meno di tante altre parti, mentre non ha fatto e non fa nulla per evitare che gli assembramenti sui mezzi di trasporto diventino i luoghi del contagio più diffuso. Mezzi di trasporto sì, ma di Covid! I cittadini vanno convincendosi che le autorità governative, mentre nascondono le loro colpe e difendono le loro poltrone, infieriscono contro alcune categorie e scaricano le colpe sui soliti fascisti e centri sociali, camorristi e spacciatori.

Nel migliore dei casi dicono che in fondo da noi non accade nulla di diverso da quel che accade in tanti altri paesi europei, che anzi da noi la situazione è migliore. Beh, a parte che l’aver compagni al duol non scema affatto la pena, come si dice per autoconsolarsi, c’è che il governo non ha fatto nulla per affrontare il ritorno autunnale della pandemia. In un paese serio chi avrebbe dovuto provvedere e non ha provveduto quanto meno dovrebbe mettersi da parte o far sedere allo stesso tavolo del governo quell’opposizione tenuta testardamente lontana, come a difendere posizioni che vanno ben oltre il pubblico interesse e il pubblico bene.

Talchè la domanda che viene di porci è perché di fronte alla confusione, all’inefficienza, agli scontri tra politici prima ancora che tra manifestanti e forze dell’ordine, non si provvede a correggere la rotta: fare un governo di unità nazionale, con obiettivi e tempi precisi, per poi andare a nuove elezioni? Tutti sostengono che sarebbe necessario che maggioranza di governo e opposizione si mettessero d’accordo e cooperassero per il bene del paese. Ma, diciamo la verità, a chi interessa, politicamente parlando, che maggioranza e opposizione collaborino? A nessuno. Nel momento in cui maggioranza e opposizione collaborano ipso facto cessa la democrazia, il dibattito, la politica. Si resterebbe, invece, nella ratio politica se si unificassero le due parti in un unico soggetto politico: un governo di unità nazionale. Tutti avrebbero ragione di impegnarsi per il meglio e ad emergenza finita proporsi all’elettorato. Soluzioni del genere non sono mancate neppure nella storia italiana più recente, vedi il governo Monti, ideato e realizzato dal Presidente Napolitano.

Se tanto non accade ci deve essere una ragione. La ipotizziamo anche perché è talmente ovvia che il non farlo sarebbe come un’omissione dolosa. Chi oggi detiene il potere vuole conservarlo fino alla nuova elezione del Presidente della Repubblica, che per Pd & compagni è un obiettivo irrinunciabile, una sorta di linea del Piave. Sicché il paese paga le conseguenze nefaste della politica intesa come mors tua vita mea: il potere ce l’ho io e me lo tengo. Chi potrebbe intervenire e trovare una soluzione è il Presidente della Repubblica. Come si sa, esso nel nostro ordinamento ha un ruolo importantissimo, specialmente in determinate circostanze. Facciamo un esempio. Se nell’agosto del 2019, dopo la sortita di Salvini, comunque la si voglia considerare, il Presidente della Repubblica avesse privilegiato la situazione politica del paese, stravolta rispetto alle elezioni precedenti, invece di arroccarsi al rispetto formale della soluzione parlamentare e conservare una situazione non più rispondente alla realtà politica, non avrebbe commesso nulla di anormale, entrambe le scelte essendo nella dinamica politica corretta. Accade spesso che tra situazione formale e situazione sostanziale si creino degli scarti. Ecco, allora, quando e come il Presidente della Repubblica ha un forte potere di intervento. Ancora oggi, se partisse da lui, attraverso le vie costituzionalmente rispettate, l’iniziativa di favorire un governo di unità nazionale, di fronte alla grave emergenza Covid, nessuno potrebbe gridare allo scandalo. Del resto, una figura come quella del Presidente della Repubblica, super partes e fortemente tesa al bene del paese reale, se non ci fosse bisognerebbe crearla. Fuori da questa soluzione c’è l’inutile scontro fra maggioranza e opposizione, le quali si scaricano reciprocamente le responsabilità della mancata collaborazione e si rinfacciano, sapendo di mentire, atteggiamenti precostituiti.     

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