Cerco, servendomi di un
precedente storico, di far capire quanto sia pericolosa la faccenda musulmana
per gli europei e per la pace mondiale.
Una delle più gravi aberrazioni
di tutti i tempi è stata la soluzione finale dei nazisti contro gli ebrei. I
nazisti avevano torto a considerare nemici gli ebrei; si trattava di una fisima
ideologica che peraltro avevano ereditato da altre culture europee. Il nazismo
con la violenza e la propaganda fece credere ai tedeschi che gli ebrei erano
nemici della Germania, che l’avevano invasa e che ne opprimevano il popolo. Non
era vero, perché gli ebrei tedeschi erano tedeschi a tutti gli effetti, avevano
lavorato e prodotto, studiato e combattuto per la Germania; ma la sensazione per
i tedeschi fu quella di avere in casa il nemico. Il resto lo conosciamo.
Senza entrare nel merito della
vicenda, in sé esecrabilissima, è proprio la sensazione di sentirsi oppressi da
una popolazione straniera che spinge a reazioni estreme e terribili.
Che farà l’Europa quando si
sentirà davvero invasa e oppressa dai musulmani? E qui stiamo parlando di
un’oppressione assai più concreta e più motivata, perché mentre gli ebrei in
Germania avevano radici profonde, erano pacifici e laboriosi e nella crema del
popolo tedesco una componente importante era costituita da ebrei, i musulmani
in Europa portano morte e spavento.
A mio modestissimo avviso ci
stiamo avviando verso un’altra soluzione finale. Ciò accadrà quando gli stati
europei saranno costretti, per la sicurezza delle loro popolazioni, a stroncare
i mali estremi dell’islamismo ricorrendo ad estremi rimedi.
Invasione e oppressione musulmane
sono già in essere. Esse sono di due tipi, per un verso il terrorismo dei
combattenti musulmani, che fa stragi e modifica il modo di vivere degli
europei, per un altro la conquista di spazi fisici e morali sempre più ampi da
parte dei cosiddetti musulmani moderati. Nell’uno e nell’altro caso si avverte
sempre più la presenza e la minaccia di una forza straniera e ostile. Non c’è
da meravigliarsi se prima o poi ci sarà la reazione. Essa sarà
partorita dalla stessa Europa. Nella storia il necessario arriva sempre
puntuale.
E veniamo a noi. In Italia non ci
sono stati finora attentati. Merito dei nostri servizi di intelligence? Mettiamola così. Ma si potrebbe anche dire che noi ad
ogni livello stiamo bene attenti a non irritare i musulmani. Se così fosse, non
sarebbe una cosa ignominiosa, ma sulla quale bisogna riflettere.
Si dice che Renzi è un
“disertore” perché non si è schierato con gli alleati europei nella lotta
all’Isis. Se Renzi è un disertore, voglio farmi male e dico che lo siamo tutti
noi. Non diciamo fesserie, a noi la guerra non piace nemmeno a pronunciarla,
figurarsi a farla. E le esperienze belliche, da un secolo a questa parte, ci
hanno scottate le carni. Quindi, lasciamo stare.
Ma, in questo nostro “prudente”
tirarci indietro, stiamo esagerando; stiamo andando oltre le aspettative degli
stessi musulmani. Oggi, non solo abbiamo paura di frequentare certi luoghi dove
si ritiene più probabile che avvengano attentati, non solo ogni mucchiu, come dice un proverbio salentino, ci pare turchiu (ogni cespuglio ci
sembra un turco), retaggio delle invasioni e delle stragi subite dai turchi, ma
stiamo rinunciando ad essere noi stessi da noi stessi, senza cioè che nessuno
ce lo dica, ce lo ordini, ce lo imponga.
Io non credo che si possa
tollerare, fin d’ora, senza aspettare altro tempo, che dei dirigenti
scolastici, con la pretesa ragione di non offendere la sensibilità religiosa di
chi cristiano non è – è palese il riferimento esclusivo ai musulmani – impediscano
di praticare la religione cristiana a scuola, togliendo i crocefissi dalle
aule, e impedendo la tradizione del presepe. Questi signori – si fa per dire –
sono assolutamente inadeguati, non voglio dire altro, a svolgere il compito per
il quale sono oggi strapagati; e nella maggior parte dei casi sono dei
professori falliti e infingardi, diventati dirigenti con concorsi farsa. Chi lo
dice ha quarant’anni di insegnamento negli istituti superiori e nei licei; e ne
ha conosciuti che ne ha conosciuti! Non conosco il dirigente scolastico Marco
Parma, dell’Istituto comprensivo Garofani di Rozzano in provincia di Milano,
l’eroe laico che ha vietato di festeggiare il Natale nella sua scuola per non
offendere i musulmani, e dunque non so chi sia. Ma le ragioni addotte ai suoi
provvedimenti anticristiani puzzano di cacca, in ogni senso. Pare che abbia
rimesso il mandato. Non ci sarebbe da meravigliarsi se invece fosse stato
costretto a farlo. In ogni caso, plaudiamo.
L’assurdo è che mentre il
Presidente della Repubblica Mattarella, il Presidente del Consiglio Renzi,
Hollande, la Merkel, Obama, Cameron e tutti insistono nel mantra che dobbiamo
fare quello che abbiamo sempre fatto, e cioè cantare, ballare, gioire, riempire
gli stadi, i ristoranti, i teatri, mangiare e bere e fare i gaudenti secondo il
nostro costume di divertirci ed essere felici, per non darla vinta a chi ci
vuole spav entare e far cambiare vita, degli oscuri dirigenti scolastici, ma
dal potere enorme, ci dicono che non possiamo più essere cristiani se non di
nascosto, nelle catacombe di casa.
Questa rinuncia alla propria
cultura, ai propri costumi, alla propria identità per non offendere la
sensibilità di stranieri, che dovrebbero inserirsi proprio attraverso la
condivisione delle nostre leggi e della nostra cultura, è aberrante; è qualcosa
che va combattuta subito e stroncata immediatamente, senza pietà e misericordia.
Lo Stato non deve preoccuparsi di sembrare autoritario se dirama, attraverso i
suoi ministeri, disposizioni ad estendere il nostro essere italiani ed europei
anche osservando le nostre abitudini religiose. E se ci sono dei dirigenti
scolastici e dei professori che non condividono, essi se ne devono andare,
devono fare un altro lavoro; ma non possono in alcun modo sottrarsi a dei
doveri civici, morali, e non voglio dire patriottici per non apparire
inutilmente vintage.
Nella mia esperienza di vita ho
vissuto e studiato a Berna per due anni, dai quindici ai diciassette anni;
frequentavo la scuola pubblica e il giorno che c’era religione, sempre la prima
ora, siccome lì erano protestanti, noi cattolici entravamo in classe l’ora
successiva. E comunque eravamo tutti cristiani.
Oggi il vero pericolo che
corriamo noi in Italia non è tanto quello degli attentati fragorosi e
sanguinosi, che pure c’è, ma quello portato in maniera subdola, silenziosa,
strisciante, di questi pseudoilluministi, che ammantano di nobili propositi la
loro rivoltante pusillanimità.
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