Le crisi sono come le gravidanze,
le puoi nascondere quanto vuoi, alla fine si mostrano in tutta la loro
evidenza. Destra e Sinistra sono in crisi, direi avanzata.
Qualche settimana fa (domenica,
29 giugno) i quotidiani commentavano il ritorno di Gianfranco Fini alla
politica. Incredibile: vuole fare il coach
della Destra. Di quale Destra nemmeno lui lo sa, avendo esordito che la Destra non c’è più. Seicento
persone, il giorno prima, avevano risposto all’appello dell’ex leader missino e
di An presentandosi al Palazzo dell’Eur in una specie di convention: “Partecipa, l’Italia che vorresti. La tua idea per la
destra che non c’è”. Qualcosa come il teatro dell’assurdo. Ma la politica non è
il teatro dell’assurdo. Se uno improvvisamente si presenta e dice: il Godot che
aspettavate sono io. Ah, li mortacci tua e …il minimo che gli capita è di
essere preso a scarpate, leggi lanci di scarpe.
Da parte sua Berlusconi apre al
riconoscimento delle coppie gay dopo che la sua fidanzata, Francesca Pascale,
ha aderito all’Arci-gay. Siamo alle comiche finali. Se qui non ridi, di che rider
soli? In quello che resta della fu invincibile
armada del centrodestra hanno fatto finta di allarmarsi per poi fare finta
di rassicurarsi che jamais la Destra avrebbe accettato i
matrimoni gay: parola di Dio, pardon
di Berlusconi. Gasparri sorride felice della correzione, come se veramente ci
credesse. Ha una faccia così da fesso che il comico che lo imita è di gran
lunga più presentabile.
Nel frattempo anche Fratelli d’Italia si sono spaccati sulle coppie gay. Ci sono alcuni che sono
favorevoli. Ma favorevoli a chi, a che cosa? Ciò che ha sempre contraddistinto l’uomo
di Destra è l’impersonalità delle posizioni che assume, fino al cinismo. Non
dice sì o no alla persona fisica con cui ha a che fare, ma ai principi attinti,
anche quando personalmente può perdere tutto o qualcosa nella battaglia. Ogni piccolo
no nasce da un grande sì. No a due omosessuali che vogliono contrarre matrimonio?
Nasce dal sì alla famiglia naturale, quella composta da diecimila anni di
storia da un maschio e una femmina; dal sì all’ordine sociale; dal sì al
Decalogo: onora il padre e la madre. Chi sostiene che è meglio distinguere i
genitori in genitore uno e genitore due invece di papà e mamma è uno che non
riesce ad andare oltre il dato personale e individuale, rispettabile quanto si
vuole ma sempre piccolo e circoscritto.
Chi oggi conserva qualcosa di
Destra si nasconde, si camuffa, ha paura di non sembrare moderno, umanitario,
progressista, riformista, in una parola di sinistra: è plagiato. Non sa neppure
che a volte dietro le parole non c’è nulla. Parole che fanno opinione, che
creano movimenti, che portano caterve di voti a politici improvvisati, comici
rincoglioniti. Almirante fin dagli anni Sessanta mise in guardia i suoi dalla
guerra delle parole. Vesciche, piene
di nulla, come le chiamava l’Ariosto nell’immaginario viaggio sulla Luna del
suo Astolfo.
Ritardati! Scoprite oggi la
legittimità dei diritti individuali, di certe posizioni sociali? Non capite che
così facendo vi dichiarate falliti, più che sconfitti? Andate a raccogliere le
briciole della mensa della Sinistra crapulona; non riuscite ad avere un minimo
di coerenza e di coraggio. Sì, il coraggio, se volete, di difendere i vostri
principi fino al torto conclamato e oltre, posto che i principi possano avere
torto o ragione, essendo universali astrazioni, aspirazioni teoriche, punti
cardinali da tener saldi e presenti nell’azione.
In verità neppure a Sinistra ci
sono idee chiare; e anzi si assiste ad una situazione paradossale: la sinistra
moderata più quella radicale, l’una e l’altra componenti del Pd, votano appunto
il Pd, che però con Renzi fa una politica di puro qualunquismo centrodestroide.
La Sinistra
sembra rispondere a specchio alla Destra: vota per chi fa una politica mai
stata della Sinistra. Sono dei Narcisi che non si buttano nello stagno per
abbracciare se stessi ma colpiscono con furia idiota il se stessi di una volta.
Ma in questo momento sono vincenti e d’altro non si preoccupano, a parte i
soliti irriducibili sergenti giapponesi dell’ultra Sinistra: i Rizzo, i Ferrero,
i Diliberto.
Al disastro l’hanno portata venti
anni di finismo e di berlusconismo. L’uno con le sue manie di grandezza
personale: ha sciolto tre partiti: il Msi, An e Fli e contribuito a far fuori
Scelta Civica, senza avere uno straccio di direzione politica o di modello
sociale. L’altro, coi suoi indegni comportamenti, ha squalificato non solo la Destra , perfino la più
moderata e liberale, ma l’Italia intera. Oggi l’elettore di Destra non ha più
un partito da votare, una proposta politica da coltivare, una militanza da
esercitare.
E l’elettore di Sinistra? Sembra
contento della prospettiva elettorale, anche se Renzi sta facendo a Sinistra
quel che Fini e Berlusconi hanno fatto a Destra. Non crede nel benessere di cui
attualmente sta godendo: prende consensi, ma per chi e per che cosa? Più di uno
ormai non vuole più chiederselo per paura di rimanere di pietra come di fronte
alla Gorgone.
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