domenica 3 agosto 2014

Destra e Sinistra sono finite, si ricomincia da Hegel


Le crisi sono come le gravidanze, le puoi nascondere quanto vuoi, alla fine si mostrano in tutta la loro evidenza. Destra e Sinistra sono in crisi, direi avanzata.
Qualche settimana fa (domenica, 29 giugno) i quotidiani commentavano il ritorno di Gianfranco Fini alla politica. Incredibile: vuole fare il coach della Destra. Di quale Destra nemmeno lui lo sa, avendo esordito che la Destra non c’è più. Seicento persone, il giorno prima, avevano risposto all’appello dell’ex leader missino e di An presentandosi al Palazzo dell’Eur in una specie di convention: “Partecipa, l’Italia che vorresti. La tua idea per la destra che non c’è”. Qualcosa come il teatro dell’assurdo. Ma la politica non è il teatro dell’assurdo. Se uno improvvisamente si presenta e dice: il Godot che aspettavate sono io. Ah, li mortacci tua e …il minimo che gli capita è di essere preso a scarpate, leggi lanci di scarpe.
Da parte sua Berlusconi apre al riconoscimento delle coppie gay dopo che la sua fidanzata, Francesca Pascale, ha aderito all’Arci-gay. Siamo alle comiche finali. Se qui non ridi, di che rider soli? In quello che resta della fu invincibile armada del centrodestra hanno fatto finta di allarmarsi per poi fare finta di rassicurarsi che jamais la Destra avrebbe accettato i matrimoni gay: parola di Dio, pardon di Berlusconi. Gasparri sorride felice della correzione, come se veramente ci credesse. Ha una faccia così da fesso che il comico che lo imita è di gran lunga più presentabile.
Nel frattempo anche Fratelli d’Italia si sono spaccati sulle coppie gay. Ci sono alcuni che sono favorevoli. Ma favorevoli a chi, a che cosa? Ciò che ha sempre contraddistinto l’uomo di Destra è l’impersonalità delle posizioni che assume, fino al cinismo. Non dice sì o no alla persona fisica con cui ha a che fare, ma ai principi attinti, anche quando personalmente può perdere tutto o qualcosa nella battaglia. Ogni piccolo no nasce da un grande sì. No a due omosessuali che vogliono contrarre matrimonio? Nasce dal sì alla famiglia naturale, quella composta da diecimila anni di storia da un maschio e una femmina; dal sì all’ordine sociale; dal sì al Decalogo: onora il padre e la madre. Chi sostiene che è meglio distinguere i genitori in genitore uno e genitore due invece di papà e mamma è uno che non riesce ad andare oltre il dato personale e individuale, rispettabile quanto si vuole ma sempre piccolo e circoscritto.  
Chi oggi conserva qualcosa di Destra si nasconde, si camuffa, ha paura di non sembrare moderno, umanitario, progressista, riformista, in una parola di sinistra: è plagiato. Non sa neppure che a volte dietro le parole non c’è nulla. Parole che fanno opinione, che creano movimenti, che portano caterve di voti a politici improvvisati, comici rincoglioniti. Almirante fin dagli anni Sessanta mise in guardia i suoi dalla guerra delle parole. Vesciche, piene di nulla, come le chiamava l’Ariosto nell’immaginario viaggio sulla Luna del suo Astolfo.
Ritardati! Scoprite oggi la legittimità dei diritti individuali, di certe posizioni sociali? Non capite che così facendo vi dichiarate falliti, più che sconfitti? Andate a raccogliere le briciole della mensa della Sinistra crapulona; non riuscite ad avere un minimo di coerenza e di coraggio. Sì, il coraggio, se volete, di difendere i vostri principi fino al torto conclamato e oltre, posto che i principi possano avere torto o ragione, essendo universali astrazioni, aspirazioni teoriche, punti cardinali da tener saldi e presenti nell’azione.  
In verità neppure a Sinistra ci sono idee chiare; e anzi si assiste ad una situazione paradossale: la sinistra moderata più quella radicale, l’una e l’altra componenti del Pd, votano appunto il Pd, che però con Renzi fa una politica di puro qualunquismo centrodestroide. La Sinistra sembra rispondere a specchio alla Destra: vota per chi fa una politica mai stata della Sinistra. Sono dei Narcisi che non si buttano nello stagno per abbracciare se stessi ma colpiscono con furia idiota il se stessi di una volta. Ma in questo momento sono vincenti e d’altro non si preoccupano, a parte i soliti irriducibili sergenti giapponesi dell’ultra Sinistra: i Rizzo, i Ferrero, i Diliberto.
La Destra si avvia così a trovare uno spazio nel territorio ideologico della Sinistra, convinta di poter far passare certe scelte e certe posizioni come patrimonio comune, fisiologico, tanto universalmente valide da non appartenere più né alla Destra né alla Sinistra, come lo stomaco o qualsiasi altra parte anatomica dell’organismo umano non appartengono a specifiche persone, ma a tutti come parti ineliminabili. Sembrano muoversi come nella dialettica hegeliana: destra e sinistra, tesi e antitesi, sono arrivate alla sintesi; che diventa tesi contro cui si contrappone una nuova antitesi per giungere ad una nuova sintesi. Ma chi ha perso di più è la Destra che ricomincia a costruirsi uno spazio identitario in casa d’altri, dopo aver sepolto gran parte del suo valore storico.
Al disastro l’hanno portata venti anni di finismo e di berlusconismo. L’uno con le sue manie di grandezza personale: ha sciolto tre partiti: il Msi, An e Fli e contribuito a far fuori Scelta Civica, senza avere uno straccio di direzione politica o di modello sociale. L’altro, coi suoi indegni comportamenti, ha squalificato non solo la Destra, perfino la più moderata e liberale, ma l’Italia intera. Oggi l’elettore di Destra non ha più un partito da votare, una proposta politica da coltivare, una militanza da esercitare.

E l’elettore di Sinistra? Sembra contento della prospettiva elettorale, anche se Renzi sta facendo a Sinistra quel che Fini e Berlusconi hanno fatto a Destra. Non crede nel benessere di cui attualmente sta godendo: prende consensi, ma per chi e per che cosa? Più di uno ormai non vuole più chiederselo per paura di rimanere di pietra come di fronte alla Gorgone.

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