Chi l’avrebbe mai detto! Anna
Maria Cancellieri, il ministro di giustizia del governo Letta, il ministro
degli interni del governo Monti, il prefetto di ferro, con più cuore ma non con
meno rigore del più famigerato “prefetto di ferro” di Mussolini, si è rivelato
il più berlusconiano dei politici in circolazione. Ma come si può? Prendi il
telefono, ti rivolgi ad un alto funzionario del ministero per far uscire dal
carcere la tua amica Gloria Ligresti, la
stessa titolare dell’azienda di cui era
manager il figlio, solo qualche mese fa benservito con tre milioni e mezzo di
euro di liquidazione. Incredibile! Una, due, tre volte incredibile!
Ma, dopo il primo attimo di incredulità,
diciamo pure amara, perché nella vita bisogna pur credere in qualcosa e in
qualcuno, si realizza che il caso è tipicamente italiano. Può anche accadere
altrove, beninteso, ma altrove un minuto
dopo essere stato scoperto il ministro responsabile si dimette senza che
nessuno glielo chieda o glielo imponga.
Davvero infantili le ragioni che
adduce la Cancellieri ,
che scomoda addirittura la Costituzione. Dovere di ministro, motivo
umanitario, la
Costituzione che vuole che il carcere sia educativo e non
punitivo e via di questo passo, fino, magari, al “Deo lo vult” dei cavalieri crociati.
Ma sono scuse, semplicemente per non compiere un atto, che dovrebbe stare in
chi è ministro, come un gesto previsto e scattante per automatismo in
circostanze del genere: dimettersi. Avrebbe dovuto dire: cittadini ho compiuto
un gesto che non dovevo compiere da ministro quale finora ho dimostrato di
essere; lascio perché un motivo non meno importante dell’etica civile mi ha
suggerito di compiere un gesto umanitario. Non mi sento meno ricca di prima,
ma, al contrario, assai più ricca, perché ho dimostrato che anche un ministro
della Repubblica, inappuntabile, ha un cuore, che non lede ma arricchisce la
donna che sono, il ministro che sono stato. Non lo ha fatto, accampando scuse
da italianuzza, che, più che senso dello Stato o buon cuore, ha famiglia.
Sorprende che lei non capisca o
faccia finta di non capire che la questione nella quale si è cacciata è assai
più grande della cosa in sé. Troppe commistioni tre le due donne, tra le due
famiglie; troppo alto il livello economico e sociale delle stesse per non
pensare che certe cose accadono, oggi come ieri, tra potenti, ricchi,
privilegiati. Quante persone non marciscono in carcere in attesa di giudizio,
malate, se non nel corpo, nello spirito al punto che ne traggono le conseguenze
suicidandosi? O queste cose la
Cancellieri non le sa? Quando pensa alla Costituzione come
appiglio per rimanere al suo posto, pensi invece allo spirito tante volte
invocato della Costituzione che garantisce a tutti i cittadini italiani gli
stessi diritti, le stesse opportunità.
Ora troveranno casi di intervento
umanitario per dimostrare che lo stesso atteggiamento il ministro l’ha avuto in
precedenza per altri. Ma se pure riescono a trovare migliaia di casi risolti in
questo modo, non sminuisce affatto la gravità del suo gesto. Chi sta in alto
non può aggrapparsi se non ad appigli più alti, non più bassi.
Probabile, comunque, che se la
passi liscia, perché in Italia la giustizia, in ogni sua forma, è strabica.
Cancellieri non è Berlusconi. L’avesse compiuto lui un interessamento del
genere, apriti terra e inghiottiti Cesaria, come si dice da noi, nel
Salento.
Già è scattato in suo favore il
Procuratore capo di Torino Caselli per
sostenere che tutto è avvenuto in piena regola e che l’intervento del ministro
è stato del tutto inutile, perché già la procedura per far uscire dal carcere la Ligresti era stata
avviata.
Solo il Movimento 5 Stelle ha
chiesto immediatamente le dimissioni, annunciando una mozione di sfiducia individuale
nei suoi confronti. Gli altri hanno dato il via ad una serie di caroselli
ipocriti e strumentali.
I radicali addirittura sfruttano
il caso per riprendere la questione dell’amnistia e dell’indulto. Quelli del Pd
vogliono sentirla in aula prima di decidere se si deve o meno dimettere, come
se lei non avesse già detto quello che aveva da dire. Ricordiamo che il
ministro Josefa Idem di questo stesso governo si dimise per molto meno. Ma quella è
tedesca di nascita! Conterà pure qualcosa.
Quelli di Scelta civica, cui la Cancellieri
appartiene, dicono che è tutto in regola e che si sta montando un caso per
mettere in difficoltà il governo. Perfino la Lega vuole attendere la discolpa parlamentare
della rea.
E quelli del Pdl? Per loro Parole chiave: Cancellieri Item Ligresti Giustizia Dimissioni
Argomento: Caso Cancellieri
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