Al Meeting di Rimini, domenica,
19 agosto, Monti ha detto che vede l’uscita dalla crisi, una variante della
luce in fondo al tunnel di qualche settimana prima. Nna ‘nticchia meno ottimista di lui il suo Ministro per lo Sviluppo
Corrado Passera, quello che alcuni anni fa risanò le Poste, intese come
finanziaria, e precipitò le Poste, intese come servizi. Oggi le Poste sono in
attivo, ma per ricevere una lettera o un avviso è una scommessa. I postini son
tutti impiegati di concetto agli sportelli e gli sportellisti sono tutti
direttori o facenti funzione; e i direttori in pensione, non sostituiti con
pari grado. Personale a perdere, come i vuoti di certe bevande. Conseguenza:
non ci sono più postini, ne vengono assunti a tempo e sbattuti di qua e di là
nei paesi. Sono giovani, spesso giovanissimi e per di più con diploma o laurea.
Ma torniamo al Monti ottimista. Può essere che lui veda l’uscita. Ma la vede
solo lui, non il Paese, che retrocede su tutti i fronti; non i giovani, che
vivono senza prospettive. Passera aggiunge che tutto dipende da noi, da come
sappiamo servire il governo dei salvatori della patria. Passera dice che Monti
ha evitato che l’Italia venisse commissariata. E da quando uno Stato sovrano
rischia di essere commissariato? Da quando, lo dice la storia, ossia dai tempi
del feudalesimo, da quando il sovrano toglieva il feudo ad un suo vassallo e lo
assegnava ad un altro. Purtroppo è quanto è accaduto all’Italia, con la
sostituzione di Berlusconi con Monti, per ordine di quel sovrano che è oggi la
finanza europea coi suoi intendenti e comites,
che sono i mercati, le agenzie di rating, le banche, le compagnie di
assicurazioni e quelle petrolifere. Se si continua così, prima o poi verrà
qualcuno che farà marciare il Paese “contro Giuda e contro l’oro”. E gli
italiani staranno con lui, come sempre!
***
Ma il Passera, esempio di
sconcordanza grammaticale di un articolo maschile con un nome femminile –
peggio le femmine di famiglia per inevitabili allusioni –, a Rimini ha detto
delle cose per le quali gli ostili al suo governo del precedente governo si
convincono sempre più di essere stati degli allocchi a lasciare bellamente che
Passera e compagni prendessero il loro posto. Ha detto che gli ultimi vent’anni
sono stati di disastro e che meno male per Monti. Purtroppo questi ministri
tecnici ci costringono a tornare sugli stessi argomenti: segnano loro il passo,
lo segniamo pure noi. Ma di quale Italia parla Passera? Può essere che Monti
abbia salvato l’Italia, ma è un’Italia astratta, che non esiste, perché quella
che esiste, che è sotto gli occhi di tutti, proprio salva non è. Lo dicono
tutti i dati che quotidianamente vengono pubblicati. Lo dicono i terribili
fatti che accadono, non ultimi, se pure lo sono in ordine di tempo, gli incendi
e le stravaganze di una magistratura che collabora agli “incendi” – a casa
bruciata diamo fuoco!, dice un vecchio motto popolare – ordinando di chiudere la più grande acciaieria
d’Europa perché inquinante, con la perdita nell’immediato di ventimila posti di
lavoro e in prospettiva con la dipendenza dalla Cina di acciaio e di chissà
quante altre cose.
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Oggi la Patrizia Todisco
è la Giovanna
d’Arco della magistratura. Va tutelata, dicono alcuni esponenti dell’Anm
(Associazione nazionale magistrati), perché è sotto minaccia da parte di
politici e giornalisti. La
Todisco – lo ripetiamo – ha fatto il suo dovere, come dovrebbe
fare ogni operatore all’interno delle istituzioni dello Stato. Ma eccepiamo. La
magistratura tarantina, che ordina la chiusura dell’Ilva perché inquina, dovrebbe
spiegare dove è stata e che cosa ha fatto in tutti questi anni di inquinamento.
Possibile che non le sia mai arrivata nessuna denuncia da parte di cittadini
singoli, di enti e di associazioni? Perché non è intervenuta sul nascere del
fenomeno? Se lo avesse fatto si sarebbe evitato l’inquinamento dell’area con
grande danno di allevatori e coltivatori, si sarebbero evitate tante morti per
tumori causati dalle materie inquinanti, si sarebbe evitato il drammatico
dilemma di oggi “lavoro o morte”. La magistratura in Italia ha gravissime colpe
in ogni settore della vita nazionale. Non interviene mai, nonostante
l’obbligatorietà dell’azione penale, quando è il momento di intervenire e
lascia che alla fine le situazioni incancreniscano, al punto che solo un intervento
d’autorità, con mortificazione delle istituzioni, può risolvere il problema.
Non c’è cittadino italiano che non si sia ormai convinto che rivolgersi alla
magistratura non serve a niente, è un perdere tempo. Immagino che tanti
agricoltori della zona di Taranto e di Statte, tanti mitilicoltori del Mar
Piccolo, tanti cittadini abbiano inviato migliaia di denunce in questi anni. E
la magistratura che ha fatto? Ha taciuto. Ha lasciato fare. Perché così si usa
in Italia. I primi a non vedere, a non sentire e a non parlare sono i
magistrati e i loro più diretti collaboratori: carabinieri, polizia di stato,
guardia di finanza. Ma questi almeno operano, quando operano, per ordine
ricevuto! E i magistrati, quando?
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E intanto per il governo Monti
inizia la campagna elettorale per la riconferma. L’agenzia di rating Moody’s ha
detto, martedì, 21 agosto, che l’Italia insieme con Spagna e Portogallo saranno
fuori crisi entro il 2013 se, però, faranno le brave, ossia se continueranno
nella politica intrapresa di contenimento della spesa e di riforme. Più
esplicita l’agenzia di rating Fitch. Il suo direttore operativo ha detto che
Monti “ha tanta credibilità. Rischi se lui lascia”. Si tratta di interferenze
gravi nella vita politica di un Paese che ormai di sovrano ha il solo debito. Gli
italiani si troveranno a votare l’anno venturo sotto il ricatto dell’Europa e
delle agenzie di rating. Ecco, allora, esplicitato il Passera che pontifica
dalla tribuna del Meeting di Rimini pressappoco così: questi ultimi venti anni
sono da buttare con tutti i suoi protagonisti, ora ci siamo noi, noi del
governo Monti, a salvare l’Italia. Lo dicono anche le agenzie di rating. Avete
visto mai? Siamo passati dalle televisioni di Berlusconi alle agenzie di
rating, con la differenza che quelle almeno, come obiettivi da colpire, avevano
un volto e un recapito, queste, invece, sono coperte dalla rete di Sigfrido, sono
invisibili, non si sa chi siano e dove stiano.
***
Continua l’avant-arrière del governo sulla riduzione delle tasse. Il Ministro
del Lavoro Elsa Fornero ha detto al Meeting di Rimini che al prossimo Consiglio
dei Ministri (24 agosto) si discuterà dell’ipotesi di ridurre le tasse dei
lavoratori nel quadro dei provvedimenti per la crescita. Dopo l’anticipazione
della “Repubblica” sull’argomento e la smentita mediata di Monti, ecco che il
governo torna alla carica. Si ha l’impressione che questo governo o per lo meno
alcuni dei suoi ministri stiano facendo di tutto per avere un futuro politico.
E’ il caso di Corrado Passera, della Fornero, della Cancellieri e di Giulio
Terzi. Sembrano aver preso gusto. L’appetito – si sa – vien mangiando e il
detto meju cumannari cca futtiri non
vale solo in Sicilia. Alla storica Scuola Siciliana dei poeti del Duecento si
deve aggiungere la
Scuola Siciliana dei politici del Duemila. Al Meeting, poi, è
come mettersi in vetrina. Ha ragione don Sciortino di “Famiglia Cristiana”, a
dire che “Comunione e Liberazione” non dovrebbe prestarsi a simili
speculazioni. Dalla tribuna di Rimini sono passati tutti in questi anni e tutti
sono stati applauditi. Mac Luhan diceva che il mezzo è il messaggio. E il luogo
no? Il Meeting di Rimini, peraltro, è una cosa e l’altra. Di lì non si può non promettere e promettere,
salvo poi smentite. E, puntualmente, dal lunghissimo Consiglio dei Ministri del
24 agosto – pare sia durato nove ore – è uscita l’autosmentita: ogni crescita
deve essere supportata dal rigore, ossia dalla disponibilità di danaro. E
Grilli, Ministro delle Finanze, ha sentenziato: non c’è un soldo!
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