domenica 22 maggio 2011

Strauss-Kahn o del tallone d'Achille

Il caso dell’ormai ex direttore del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn, ebreo di chiara origine tedesca, è fatto apposta per dire: avete visto? Chi occupa posti così importanti nelle istituzioni, a qualsiasi livello, non può essere facile preda di chi vuole colpirlo; magari, colpendo lui, per colpire altrove e ben più estesi obiettivi. Ciò, evidentemente, a prescindere, dalla casualità dell’accaduto o dal piano diabolico per incastrarlo. Chi troppo in alto sale cade sovente precipitevolissimevolmente.
I greci, che già 2500 anni fa avevano considerato tutto il considerabile dell’animo umano, ci hanno proposto con Achille, semidio figlio di Peleo e della ninfa Teti, un personaggio che era il non plus ultra della forza e della perizia del guerriero, reso invulnerabile dalla madre per averlo immerso nelle acque dello Stige, ma vulnerabile ad un tallone, in una delle parti cioè meno mortali del corpo. La madre, immergendolo, lo aveva preso per quel tallone. Un’inezia, la sua vulnerabilità. Poi cadde nel tranello di recarsi ad un appuntamento e lì Paride lo colpì con una freccia. Morale della favola: non c’è uomo potente che non abbia il suo punto debole, il proverbiale tallone d’Achille.
Per Strauss-Kahn non si è trattato proprio del tallone, ma di un’altra parte anatomica assai più a rischio di imboscate e tranelli. Era noto che il personaggio soffrisse di sessismo compulsivo, una malattia, per così dire, a causa della quale quando viene viene…la crisi. Uscendo dalla doccia del suo lussuoso albergo, nudo, ha visto la cameriera. Una facile preda per un uomo come lui, straricco e strapotente! Gettarsi sopra e farle la festa è stato un raptus. Un momento, che gli è costato la vita. Parliamo di quella politica. Padreterno dei soldi mondiali e sicuro temibile candidato alla presidenza della repubblica francese. Finito, in un attimo, in maniera volgare, animalesca, stupida come solo gli animali possono essere. Precipitevolissimevolmente.
E’ andata così? E se fosse andata diversamente? Se chi aveva interesse a toglierlo di mezzo, sapendolo “malato” di sesso avesse architettato tutto, con la cameriera procace, provocante in un primo momento per attrarlo e resistente dopo per simulare lo stupro, lasciandogli sul petto dei graffi, segni della prova?
Probabilmente non si saprà mai. Quel che è certo è che per lui è finita. Può anche andargli bene il processo. Può evitare la condanna, tutti o una parte degli anni di carcere ipotizzati per i reati che gli sono contestati. Ma non può recuperare più l’immagine perduta.
Quel che è di lezione, non già per lui, più, ma per chi ambisca ad avere grandi e importanti incarichi nelle istituzioni, è che deve assolutamente sapere se ha o meno scoperti “talloni d’Achille” per evitare di cadere in un tranello o soltanto essere ricattato.
Il caso Strauss-Kahn insegna che un uomo di potere, specialmente quando rappresenta il suo paese ai massimi livelli, non può mettersi nelle condizioni di essere ricattato, perché in quel caso non è tanto e solo lui il ricattato quanto e soprattutto il paese di cui è rappresentante.
Non è stata, la sua, una vicenda da niente. Per lui è una tragedia. Ma, proprio per il ruolo che alle tragedie attribuivano i greci, deve lasciare un segno educativo, esemplarmente forte. Agli altri!
[ ]

Nessun commento:

Posta un commento