domenica 8 maggio 2011

Farmaci: una sovrattassa sulla sofferenza

L’Unione Europea ha imposto all’Italia di adeguare il prezzo dei medicinali a quello europeo. In Italia, infatti, i medicinali costavano di più rispetto agli stessi che si potevano acquistare in altri paesi dell’Unione. Secondo dati forniti da Eurostat nel 2005 uno stesso farmaco costava in Italia il 18 % in più rispetto ad altri paesi europei. Non erano i più cari d’Europa; in altri paesi, come la Germania, il costo era maggiore.
Ma secondo Altroconsumo i prezzi dei farmaci di fascia A (quelli a carico del Servizio Sanitario Nazionale) sono i più alti d’Europa. Ai dati di Altroconsumo la Federfarma ha risposto in maniera dura, smentendo. Ma come al solito in Italia non si capisce mai come veramente stanno le cose. Sta di fatto, però, che le farmacie si rivalgono sui cittadini per farsi integrare il costo facendo pagare loro la differenza.
Ma, ancor meno comprensibile, è quanto è accaduto coi farmaci generici, un ripiego per quei cittadini non in grado di consentirsi i farmaci prescritti dal medico come i più efficaci ma anche i più costosi.
Dal 15 aprile è entrato in vigore il nuovo listino, con l’indicazione del costo per ciascuno dei 4.188 farmaci generici a prescrizione che lo Stato è disposto a pagare, avendo operato un taglio alla spesa sanitaria. Conseguenza è che le aziende devono uniformare il costo dei farmaci a quello che lo Stato rimborsa, né più né meno. Le riduzioni del prezzo, anche del 40 %, comportano però alle stesse una diminuzione di entrate di ben 600 milioni di Euro. Un costo, secondo la Assogenerici, che le aziende produttrici non sono in grado di sostenere; il rischio è la perdita di mercato, la chiusura delle aziende o il loro trasferimento all’estero.
Ma, allora, chi paga? Oh bella! I cittadini, i quali, ormai – un minimo di cinismo non guasta! – incominciano ad educarsi a risparmiare sui medicinali, che una volta sprecavano a più non posso. Ognuno aveva una farmacia in casa; e di farmaci scaduti si riempivano periodicamente i cassonetti della spazzatura. Ma, mentre in tempi di vacche grasse lo spreco è possibile, anche se deleterio, in tempi di vacche magre, invece, come quelli che stiamo vivendo, il risparmio di farmaci non è sempre possibile, in presenza, a volte di soggetti, malati cronici, che hanno bisogno delle medicine come si ha bisogno dell’aria per respirare e dell’acqua per dissetarsi.
No, non si tratta di un timore; ma della realtà. Le farmacie non sono più affollate come una volta e i clienti devono integrare il costo dei medicinali garantendo alle aziende e alle farmacie quel rimborso di cui lo Stato non intende più farsi carico.
Dopo la reintroduzione in Puglia del ticket sulle ricette (1 Euro a ricetta) questo rincaro è veramente insopportabile, non solo e non tanto materialmente, il costo in denaro, per intenderci, che è già importante, ma soprattutto sul piano etico perché si configura come una vera e propria sovrattassa sulla sofferenza.
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