mercoledì 4 maggio 2011

Meloni e l'incoerenza come reato politico

Dire ad un giapponese di non mettersi le dita nel naso è un assurdo. I giapponesi o non hanno dita o non hanno naso. Si parla per metafore, ovviamente, un po’ stravaganti. Ma, a volte, più stravaganti sono le metafore e meglio esprimono il concetto. Per dire soltanto che un precetto o lo hai inscritto nel proprio codice bioetico o è necessario che ti venga imposto con tanto di pena nel caso di violazione. Il giapponese è un popolo di disciplinati e di obbedienti. Potrebbe anche fare a meno di avere leggi e divieti. Il popolo italiano è un popolo di indisciplinati e disobbedienti. Ha bisogno di leggi, di divieti, di obblighi e soprattutto di pene; altrimenti trasformano il paese in una giungla. E, a dire la verità, nonostante le infinite leggi che ci sono, benché le pene siano il più delle volte caricate a salve, se non è proprio giungla poco ci manca.
I politici italiani sono i maggiori responsabili di tanto disordine, di tanta maleducazione, di tanta strafottenza. Tra governanti e governati in Italia c’è una sorta di circuito come quello di certe fontane che si alimentano con la stessa acqua che versano: i governanti esprimono i vizi più diffusi dei governati e questi ultimi a loro volta si sentono legittimati dall’esempio dei primi. E’ dai governanti che partono i messaggi più brutti, ma tanto più efficaci.
E’ notizia, ripresa da Gian Antonio Stella, che a sua volta l’ha attinta dal “Manifesto”, che il ministro Meloni per un affare che riguardava la campagna elettorale e una normale attività di partito, si è servito di un volo di Stato per raggiungere Crotone. Il ministro non ha smentito.
Già il fatto è di per sé grave, dato che ai voli di Stato si ricorre solo per motivi eccezionali, inerenti l’attività ministeriale. Non era il caso della Meloni e del suo viaggio in Calabria. Aver utilizzato il volo di Stato è un sopruso, comunque un cattivo esempio; ancor più grave se è provato che la Meloni, quando non era ancora ministro, ha denunciato i privilegi dei politici di potere.
Perché non far diventare reato la contraddizione e l’incoerenza dei politici? Non delle idee, ben inteso, ma dei comportamenti. Io non credo che la Meloni possa dire: mi sbagliavo quando denunciavo i privilegi e gli sprechi dei politici di potere; ho ragione adesso che posso disporre a piacimento dei mezzi per appagare la mia vanità. Chiamata a rispondere del suo comportamento, la Meloni dovrebbe ammettere la sua debolezza e o dimettersi spontaneamente o essere dimessa dai dirigenti nazionali del suo partito o dal Consiglio dei Ministri.
Ammetto che non sarebbe decoroso per un paese come l’Italia avere di queste leggi, ma son sicuro che si guarderebbero bene i signori del potere dal fare i libertini al potere dopo aver fatto i puritani all’opposizione.
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