mercoledì 27 gennaio 2010

Vendola Palese Poli: una partita asimmetrica

Come volevasi dimostrare: Niki Vendola ha sconfitto ancora una volta il suo antagonista interno al centrosinistra Francesco Boccia, sponsorizzato da tutto il Pd (D’Alema, Bersani, Franceschini); Adriana Poli Bortone è stata ancora una volta messa da parte dai capi territoriali del centrodestra, che non hanno esitato a mettere perfino la propria faccia pur di esorcizzare qualsiasi suo ritorno nella di lei casa naturale. Il popolo di centrodestra avrebbe preferito stare unito, pazienza!
Nulla da dire allo sconfitto del Pd e al candidato scelto per rappresentare il Popolo della Libertà Rocco Palese. Entrambi sono persone degne del massimo rispetto. Il primo è un economista di belle speranze, forse nel centrodestra sarebbe stato già valorizzato meglio; il secondo è un politico di provata esperienza, ambivalente, buono al governo (con Fitto), buono all’opposizione (con Vendola).
Non è di loro che qui si vuol parlare, ma del mondo politico che i due rappresentano e del modo con cui sono giunti l’uno alla sconfitta da parte della base, l’altro al successo da parte del vertice; l’uno che esce dal campo con l’onore delle armi, l’altro che rischia di fare la figura del missus dominicus non gradito.
Nelle due modalità c’è tutta la differenza fra due modi di intendere la partecipazione politica. Lo vede perfino un cieco: nel primo caso, la base ha chiesto di contare e nonostante le iniziali resistenze dei vertici è riuscita nel suo intento; nel secondo caso, la base non è stata interpellata minimamente, chiusa negli stazzi della grande fattoria. Nel primo caso la base è stata soggetto dell’operazione e per le elezioni si sentirà coinvolta in prima persona a difendere una sua scelta; nel secondo, la base, fino al giorno delle elezioni negletta, andrà alle urne per soddisfare una scelta fatta da altri e con criteri a lei ignoti. La differenza non è irrilevante, è la stessa che passa fra chi combatte per difendere la propria casa e i propri cari e chi fa finta di combattere per trovarsi dietro il carro del presunto vincitore.
Nel centrosinistra i cittadini fanno ancora politica, discutono, si confrontano, votano; nel centrodestra sono ridotti a comparse, sospettano, malignano, litigano.
Il successo di Niki Vendola è straordinario. Vincere col 73 % non è vincere, è bastonare, è rovesciare una gragnuola di colpi sulle teste di chi ti voleva mettere da parte in nome di un potere usurpato. La sua vittoria è la vittoria della sua gente, che ha rivendicato il diritto di decidere, che ha stabilito un punto fermo in politica: non è vero che o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra, ma è vero che puoi buttare sia la minestra sia chi te la vuole cacciare in gola. E’ la vittoria di chi intende la politica come partecipazione, passione, rivendicazione anche identitaria. Quel 73 % di cittadini che hanno votato Vendola lo hanno fatto anche per difendere il proprio mondo politico da contaminazioni alambiccate in laboratorio.
A fronte di questo universo politico, di sinistra, ci doveva essere il suo omologo avverso, ossia l’universo politico della destra, che oggi solo Adriana Poli Bortone incarna e rappresenta. Palese ha un altro vissuto, che esclude l’anima sociale. A destra non vogliono le primarie non solo e non tanto perché non rientrano nella tradizione, ma soprattutto perché, nello specifico pugliese, esse avrebbero dato ragione a lei. La Poli Bortone è oggi il solo esponente del centrodestra in grado di coniugare i valori della tradizione con le esigenze del nuovo senza barattare il proprio vissuto e senza fughe in avanti per paura di perdere il posto in prima fila. Il mondo missino, non ancora del tutto estinto, ha ragione di guardare a lei come al suo candidato naturale; ma anche il mondo di An, se vuole difendersi dal tentativo fagocitante di Forza Italia e della Lega, ha ragione di scegliere lei per lanciare un messaggio forte. L’apporto, poi, politico ed elettorale dell’Udc dimostra che lei gode del favore dell’elettorato cattolico e moderato ed aumenta le sue chances di successo.
Per altre strade, insomma, la politica è giunta a proporre agli elettori il vero confronto, quello che doveva essere scontato fin dall’inizio, che è tra Niki Vendola, uomo di sinistra, governatore uscente, e Adriana Poli Bortone, donna di destra, capace di governare, di suscitare entusiasmo, di interpretare quell’elettorato che l’ha seguita per più di quarant’anni.
Vendola sembra avvantaggiato potendo contare su tutto l’elettorato di centrosinistra; non così per Palese e Poli, i quali devono giocare una partita in cui l’avversario più subdolo è proprio quello più vicino. Ma, nella casa del centrodestra, c’è chi potrà perdere qualcosa di più delle regionali.
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