domenica 1 novembre 2009

L'Italia al netto di Berlusconi

Va detto chiaro e forte: Berlusconi rappresenta oggi in Italia il degrado della politica, come non era stato mai conosciuto da cinquant’anni in qua. Che quotidianamente ce lo vengano a raccontare gli offesi e disgustati sacerdoti del galateo democratico, quelli, per intenderci, che si aggirano intorno al sacro fuoco de “la Repubblica” e de “L’Espresso” e di altari e tempietti votivi vari eretti nei dintorni, è inutile come bussare alle porte del Colosseo. Ci sarebbe solo da obiettare che Berlusconi è anche a capo di un governo, che nessuno ancora ha dimostrato che non stia governando bene, a parte le trovate propagandistiche, stancamente ripetute e puntualmente smentite dai fatti, delle opposizioni. Le quali, peraltro, insistono sulla questione morale, non solo per furore antiberlusconiano, ma anche per mancanza d’altro. L’antiberlusconismo, come unico male di questo paese, proposto in tutte le salse e tirato fino all’inverosimile, rischia più del male stesso, ossia il berlusconismo, a creare assuefazione.
Ma l’altro c’è. Non riguarda Berlusconi – abbiamo detto al netto di Berlusconi – riguarda l’Italia. Ed è qualcosa che è assai più grave. Nel Nord c’è una questione padana, la cui pericolosità viene nascosta o sottovalutata, mentre nel Sud si torna a glorificare il brigantaggio come fenomeno di resistenza all’invasore. Alla vigilia dei 150 anni dell’unificazione nazionale, il Paese è più lacerato che mai; e non solo per le ataviche disparità socio-economiche, ma questa volta per più consapevoli risentimenti politici e culturali. E’ forse una simile condizione più lieve delle sortite di Berlusconi contro i giudici? Dei suoi festini nelle sue lussuose dimore? Delle escort, che fanno da cornice alla sua solitudine di uomo sempre più fallito nella sua dimensione affettivo-spirituale? Mi piacerebbe che qualche disgustato antiberlusconiano rispondesse su questo.
Una recente puntata di “Blu notte – Misteri italiani” su Rai Tre (30 ottobre), condotta dallo scrittore Carlo Lucarelli, ha ricordato che nella sola provincia di Caserta in questi ultimi anni di imprese casalesi, così dette da Casal di Principe, il comune epicentro del sisma camorristico-mafioso, le vittime – intendo morti ammazzati – assommano a 1.500: una guerra! A Castelvolturno, sempre nel Casertano, dove nel 2008 ci fu la strage degli immigrati di colore da parte della camorra, ci sono 25.000 clandestini, ignorati dalle autorità. Regioni come Campania, Calabria e Sicilia sono territori dove lo Stato non esiste, nel senso che non può esercitare la sua sovranità con la forza della legge e dei suoi uomini. Se non è frontalmente attaccato, è perché prudentemente fa di tutto per non apparire. Recentemente nel rione Sanità di Napoli un uomo è stato ammazzato in pieno giorno sotto gli occhi di tutti, ripreso dalle videocamere di servizio, senza che nessuno facesse neppure spallucce, mentre i passanti lo scavalcavano come fosse una pozzanghera. In quelle regioni la gente permale intimidisce e ammazza; quella perbene reclama il diritto alla paura e al silenzio. Mi piacerebbe che qualche disgustato di Berlusconi rispondesse alla domanda: butteresti giù dalla torre le schifezze di Berlusconi o le nefandezze della camorra e della mafia? Non c’è alcun dubbio che gli italiani perbene, che vivono nel terrore casalese o corleonese, direbbero: che venga pure uno mille volte peggio di Berlusconi purché riesca a pulire il paese dalla barbarie di tanti criminali.
Viviamo una condizione diffusa di sporcizia morale, per anni e anni propagandata dai disgustati democratici antiberlusconiani come normali libertà da tutelare. E’ lecito in questo paese drogarsi, andare a puttane e a transessuali, si tratti pure di alte personalità del mondo delle istituzioni, come Sircana, portavoce di Prodi qualche anno fa, come Marrazzo, presidente della Regione Lazio, di recente. Ma chissà quanti altri sguazzano nel disordine morale a dispregio delle istituzioni che occupano indebitamente! Ma Marrazzo si è dimesso – obiettano i disgustati antiberlusconiani – Berlusconi dice di non dimettersi neppure se i giudici lo condannano; e liquidano la faccenda con tutto il luridume annesso e connesso.
E’ vero: Berlusconi prevarica gli altri poteri dello Stato, sminuisce il legislativo e tende a fare a meno del Parlamento, si oppone al giudiziario, che minaccia di voler riformare; vero…verissimo! Ma quando i giudici, che dovrebbero limitarsi ad applicare le leggi che il Parlamento approva, minacciano scioperi e creano condizioni conflittuali in opposizione ad un sacrosanto dovere del Parlamento e del Governo, si comportano meglio?
Il resto d’Italia, al netto di Berlusconi, è peggio. Se non altro perché Berlusconi è uno, e prima o poi dovrà finire; ma tutto il resto è una pandemia, che colpisce in ampiezza e profondità ed ha radici che arrivano a nutrirsi di quella democrazia tanto difesa dai disgustati antiberlusconiani.
[]

Nessun commento:

Posta un commento