domenica 7 dicembre 2025

L'Europa tra Scilla e Cariddi

Chi è Scilla per l’Europa e chi Cariddi, i due mostri marini che giravano sottosopra le navi che passavano dallo Stretto per poi ingoiarsele? Il mito non dice quale dei due fosse più pericoloso e noi, per mettere i piedi per terra, fuor da ogni metafora, diciamo che per il pericolo che sta correndo l’Europa uno vale l’altro: Putin che invade l’Ucraina e minaccia l’Europa, Trump che espone l’Europa a rischi ben maggiori. Il disegno di Putin è chiaro. Lo è da sempre. Vuole ricomporre la Russia degli zar o l’Urss dei comunisti. L’una e l’altra prevedono l’annessione come minimo, oltre che dell’Ucraina, delle repubbliche baltiche, di parte della Polonia e di altri territori confinanti. Quel che dice Putin per rassicurare non vale niente. È uno spergiuro da delinquente politico, che della parola mancata fa una sorta di valore, di cui si gloria. Quel che dice Trump è ancora peggio: l’Europa non è in grado di avere una politica sua, sta rinunciando alla sua civiltà, d’ora in poi se la deve cavare da sola coi mille problemi che ha; gli Usa hanno altro a cui pensare. Questo significa che l’Europa deve attrezzarsi per fare a meno degli Usa e per scoraggiare ulteriori avventure russe ai nostri danni. Questo significa che dobbiamo armarci non tanto per prepararci alla guerra, che deve essere scongiurata, quanto proprio per scongiurarla. I pacifisti italiani, che stanno un po’ dappertutto sono contrari. Tutti papalini sulla pace disarmata e disarmante. Si sentono tutti Leone I che ferma Attila. Il voltafaccia americano è quello che fa più male, perché è giunto da un momento all’altro, all’improvviso. Nessuno alla vigilia dell’elezione di Trump pensava che gli Usa avrebbero recuperato la dottrina del Monroe, l’America agli americani. Un secolo circa di politica e due guerre mondiali, che convincevano di un’unione inseparabile tra Europa e America, sono stati spazzati via con un colpo di spugna. L’Europa rischia di frantumarsi, parte dei paesi affascinata dalle sirene di Putin e parte da quelle di Trump. Finora la situazione è rimasta inalterata, formalmente tiene, anche se amici di Putin e di Trump ci sono in ogni paese europeo e addirittura in ogni schieramento politico. In Italia leghisti e grillini, i primi in centrodestra, i secondi in centrosinistra, continuano ad avere simpatia per Putin anche se la mascherano con la pace, che, a loro dire, sarebbe più concretizzabile avendo Putin per amico. Allo stesso modo cresce in tutta Europa il numero di chi ritiene che in questo momento sia più conveniente avere governi autocratici che democratici old style. In Italia Giorgia Meloni incomincia a faticare per convincere che Trump non vuole rompere con l’Europa. Il pensiero di Trump, più volte esplicitato in questi ultimi tempi, invece non dimostra amicizia per il vecchio continente. Questo, nonostante i cambiamenti ai suoi lati, non dimostra di volersi adeguare ma insiste e persiste a mantenere pigramente la sua vecchia politica, come se nulla fosse cambiato, come se negli Usa ci fosse ancora Reagan e nella Russia ancora Gorbaciov. Facile dire che i soldi invece di spenderli in armi vanno spesi per aumentare i salari, gli stipendi, le pensioni, migliorare la salute e la sicurezza, come fanno i partiti di centrosinistra. Certo, si può vivere anche bene da paesi satelliti di questa o quella potenza straniera, da servi, purché lo si dica apertamente. I grillini sfondano porte aperte quando dicono che è meglio spendere in welfare che in armi; ma poi? Come risponde il nostro Paese ai nuovi imperi? Come risponde l’Europa di cui siamo parte fondante? Chiediamo alla Quarta Roma un trattamento di favore? Chi non vuole che l’Europa si armi per fronteggiare il nemico deve dire anche come la vede debole ed esposta alle prepotenze degli altri. Non si tratta di questioni astratte, ma concrete e brucianti. Quali sarebbero le nostre condizioni di vita in un mondo dominato dalla Russia o dall’America o da entrambe, noi essendo in una posizione subalterna? Finora l’Europa, pur con molti problemi, ha garantito una crescita importante, un tenore di vita per i suoi popoli quale non era stato mai conosciuto prima. Questo non può essere scisso dalla sua capacità di conservare la libertà. In questo momento ci sono paesi dell’Europa minacciati da una potenza straniera che gioca coi popoli come il lupo con l’agnello. È la Russia di Putin. La risposta che dobbiamo dare, forte e credibile, è che non siamo affatto disposti a cedere il bene della libertà e della crescita in cambio di una pace fasulla, che pace non è ma sottomissione e povertà.

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