sabato 8 giugno 2024

Con la test'alta e con rabbiosa fame

Sabato, 8 giugno, a poche ore dal voto. Per la prima volta si vota di sabato. Per la prima volta dopo le elezioni del 2022 si torna al voto. Si vota per il Parlamento Europeo, ma in ogni parte d’Europa il voto ha un peso diretto sulla politica nazionale. Non fingiamo di non capirlo: in Italia si vota per dire sì o no alla Meloni. Se pure fosse diversamente i suoi avversari a questo puntano e questo direbbero se le cose per la Meloni dovessero andar male. Facciamo scongiuri! Personalmente – i lettori di questo blog, che sono meno dei gatti che ho in casa, sanno come la penso – non ho condiviso e non condivido tante cose di questo governo e in particolare alcuni atti e comportamenti di elementi della destra postmissina. Alessandro Giuli, che, grazie alla vittoria del centrodestra, si ritrova direttore del Maxxi, uno dei più importanti musei romani, ha scritto un libro, Gramsci è vivo, in cui sostiene che noi destra postmissina dobbiamo chiudere con la nostra storia, accettare che eravamo nel torto e diventare fedelissimi della Costituzione. E spiega perché: l’esercizio del potere democratico crea l’uomo democratico. Quindi lui e i tanti altri come lui sono diventati democratici per il fatto di aver svolto un lavoro democratico. Ognuno può farsi un’idea di che tempra sia un uomo che muta la sua storia solo per un’opportunità. Ma non è solo questo che personalmente non condivido. Ho molte riserve sul premierato e sulla suddivisione delle carriere dei magistrati. Essere di un partito o stare con un partito comunque non significa dover condividere tutto. L’importante è non smarrire la stella polare che guida verso mete condivisibili. Questa stella polare ci ha portati a diventare cittadini in tutto e per tutto degni di accedere a qualsiasi ruolo politico nelle istituzioni, fuori da ogni schema esclusorio che ci aveva tenuti per mezzo secolo nelle “fogne”. Ci ha fatto alzare la testa, ci ha legittimati a dire con orgoglio e forza: abbiamo fame. Il veleno dei nostri storici persecutori riempie le piazze televisive e reali per questo; non vogliono accettare un confronto privo di pregiudiziali. Hanno lucrato per anni con l’antifascismo. Nuove ondate di comunisti ammantati di cause che nulla hanno a che fare coi nostri destini di uomini e di italiani stanno lanciando urli di guerra. Vogliono ricacciarci nelle fogne. Lo hanno detto persino personalità del mondo della cultura di sinistra. Non si tratta più di accontentarsi di essere tollerati e compatiti, qui urge rendersi conto che una nuova battaglia s’inizia, se non proprio ad armi pari, a pari dignità di combattenti. L’occasione di questo voto europeo è di dare una convinta spallata a tutti i pretesi ritorni delle sinistre. Non hanno una sola idea da contrapporre ad una visione della vita che non sia l’attestarsi pigramente sul degrado dei valori della tradizione. S’indignano per quanto accade quotidianamente nel nostro paese e in tutti i paesi dell’Occidente ma non sanno o non vogliono stabilire il giusto rapporto tra cause ed effetti. Se lo facessero scoprirebbero quanto sia stato fallimentare scambiare la sciatteria civile per democrazia, il libertinaggio per libertà, le comodità materiali per valori spirituali. Il successo della destra postmissina ha cambiato una deriva e punta a salvare il salvabile. È importante perciò che dal voto europeo esca un risultato convincente delle ragioni della destra non solo in Italia ma in tutta Europa. Ci sono due guerre nel mondo che rischiano di coinvolgere tutti i popoli della Terra. Noi siamo per la difesa dell’Occidente in entrambi i casi. Siamo per difendere il popolo ucraino attaccato dalla Russia. Siamo per difendere il popolo israeliano dagli attacchi del mondo arabo. Difendendo senza ombra di dubbio questi due popoli difendiamo noi stessi, la nostra civiltà, i nostri interessi. In queste votazioni non si vota per uno schieramento ma per un partito. Nello schieramento di centrodestra sono quattro le componenti, ognuna con le sue liste. È importante che ogni elettore scelga per la sua appartenenza, per la condivisione dei programmi e delle vedute. La lista della destra postmissina è quella di Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni alla guida. Lei è capolista in tutta Italia. Gli elettori la possono votare indicando il suo nome accanto al simbolo, che è ancora la Fiamma Tricolore. Ha voluto scendere in campo per sottolineare l’importanza della competizione e per assumersi le responsabilità del capo. FdI rappresenta quella destra europeista che spesso negli anni passati tutti in Italia invocavano. Oggi esiste e va rafforzata.

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