sabato 21 gennaio 2023

Elogio della marcia indietro

È vergognoso che in Italia l’informazione, invece di avere un ruolo di terzietà e lasciare ai partiti o ai gruppi politici di svolgere il ruolo che compete loro, sia di maggioranza che di opposizione, e ai cittadini di formarsi una loro opinione sulle cose, si divide essa stessa in difensori e nemici del governo senza un minimo di dignità o di resipiscenza. Non si tratta di avere idee diverse, il che è perfettamente normale, e il diritto di professarle informando alla luce di esse; ma di uno stare sistematicamente a delegittimare l’avversario nei modi più sfrontati e subdoli. Perché, poi, compito dell’informazione non è attaccare o difendere il governo, mantenerlo su o buttarlo giù, ma fornire notizie ai cittadini. Ci sono giornali, come “la Repubblica”, “La Stampa”, “Il Fatto Quotidiano”, “Domani”, che sparano a zero ogni giorno sul governo e ne ingiuriano e irridono i rappresentanti. I loro direttori ed editorialisti, invitati abitualmente ai dibattiti televisivi, diventano lividi in volto quando parlano di rappresentanti della maggioranza di governo. Dall’altra parte, quotidiani come “il Giornale”, “Libero”, “La Verità”, fanno altrettanto nei confronti dei politici di opposizione con un pizzico a volte di volgarità che è tipico della “casa”. I campioni dell’uno e dell’altro campo sembrano aver perso ogni freno inibitore e si scagliano come cani arrabbiati contro i nemici dei loro padroni. Tutti fingono superiorità intellettuale e pacatezza d’animo, in realtà soffrono tutti come bestie. La situazione è peggiorata da quando al governo c’è il Centrodestra, in specifico quella parte politica, Fratelli d’Italia, che, dicono i suoi nemici, Costituzione alla mano, dovevano rimanere in eterno fuori dalle istituzioni. In un primo momento li hanno chiamati fascisti, che più delegittimante non c’è, poi, quando si sono accorti che l’epiteto non paga più, li hanno irrisi come ignoranti e incapaci. Questi ciarlatani, campioni di scilinguagnolo, alcuni sono da guinness dei primati, non riescono proprio a farsene una ragione. C’è da capirli. Si sentivano padroni di casa in eterno e oggi non sopportano di sentirsi sfrattati dagli esclusi a vita, dai fascisti, che, per antico cliché sono per loro rozzi e inadeguati. Il loro ultimo tormentone è che il governo da quando è in carica non fa che marcia indietro su ogni cosa. Per loro il segnale è duplice: i nuovi inquilini non sanno quello che vogliono e non sono d’accordo tra di loro. Che il governo su alcuni provvedimenti o intenzioni riformatrici abbia dimostrato e dimostri delle incertezze e all’occorrenza ritorna sulle decisioni è un fatto innegabile, emerso in questi suoi primi mesi di esercizio governativo. Ma è davvero un fatto negativo? Conseguenza di incapacità? O rappresenta una situazione problematica per ragioni oggettive, che richiede disponibilità all’incontro con gli altri e senso di realtà e duttilità operativa? La prima di queste ragioni oggettive è che un governo composto per alcune sue componenti da forze politiche non proprio in linea con l’Europa ora si trova a dover fare i conti con essa. C’è da stupirsi se realisticamente il governo prende atto della situazione e agisce di conseguenza nel tentativo di non rompere con l’Europa da un lato e di non tradire il mandato ricevuto dagli elettori dall’altro? In democrazia è scontato che le cose vadano in questo modo. Le forze politiche che compongono il Centrodestra sono almeno tre: Fratelli d’Italia, che difende prioritariamente l’unità e la sovranità della Nazione; la Lega che, dopo il fallimento salviniano di trasformarla in un partito nazionale, sta ripiegando sull’autonomia differenziata delle regioni; e infine Forza Italia, che è il partito più moderato e in linea con l’Europa. Rapporto con l’Europa e rapporto interno tra le varie componenti rendono importante la capacità di essere duttili e il coraggio di fare marcia indietro quando continuare con la marcia in avanti potrebbe aggravare la situazione. Il confronto tra le parti è la condizione normale in democrazia tra forze democratiche. È normale che qualche retaggio di statalismo e di giustizialismo in Fratelli d’Italia tenda a creare problemi con quegli alleati più garantisti e neoliberisti come Forza Italia. È normale che tra Fratelli d’Italia e la Lega sorgano dei problemi quando si tratta di difendere l’unità presumibilmente minacciata dall’autonomia regionale della Lega. Queste normalità, giudicate come fatti negativi dagli avversari dell’opposizione e dai loro manutengoli della stampa, dimostrano due cose. Prima, che non ci sono interessi illeciti. Seconda, che si cerca di fare le cose al meglio possibile. La problematicità dell’esercizio governativo richiede disponibilità a ravvedersi per trovare ogni volta i giusti equilibri. Saper fare marcia indietro è importante. La natura e la tecnica, da cui gli uomini di destra traggono ispirazione, insegnano che possedere la disponibilità e i mezzi per farlo è condizione di normalità. Semmai è anormale il non possederla la marcia indietro ed essere condannato ad andare sempre avanti, anche quando si arriva all’orlo del precipizio.

Nessun commento:

Posta un commento