Martedì, 10 marzo. Torno a Galatina per dare gli ultimi ritocchi a
“Presenza”. Per strada, ad un semaforo, fermo col rosso, guardo nello
specchietto retrovisore; vedo un tale solo in macchina, aveva la mascherina sul
volto e i guanti di lattice blu. C’è chi se ne frega del coronavirus, ma c’è
anche chi pensa di averlo nella pochette.
All’Editrice si parla delle
ultime disposizioni governative in materia di antivirus. Scarichiamo da
Internet il modulo per l’autocertificazione da esibire alle autorità se ci fermano
per strada; me ne prendo un po’ di copie. In pratica, prima di partire per una
località esterna devi dotarti di due autocertificazioni, una per l’andata e
l’altra per il ritorno. Per strada non mi ferma nessuno, ma c’erano pattuglie e
posti di blocco.
Come impone il governo, i bar
devono stare aperti dalle 6 alle 18. Il mio Caffè Italia chiude alle 18 per la
prima volta nella sua lunga storia, dal 1932. I vigili con la mascherina sul
viso girano il paese in macchina con l’altoparlante per comunicare ai cittadini
le nuove disposizioni governative.
Nei negozi di maggiore
frequentazione si entra a due per volta. Mi dicono che anche all’Eurospin si
entra e si esce a gruppi di cinque per volta per evitare che alle casse si
formino file e che cresca il rischio di contagio.
L’Amministrazione Comunale ha
istituito il servizio a domicilio per le persone anziane, disabili o affette da
particolari patologie in collaborazione con l’Associazione della Protezione
Civile “Falchi del Salento” di Taurisano. Le persone interessate potranno
ricevere la spesa e i prodotti farmaceutici su loro richiesta.
Mercoledì, 11 marzo. Mi ha fatto impressione stamattina vedere persone
per strada con la
mascherina. La portano quasi tutti gli esercenti e i
commercianti. Alcuni la mascherina quando parlano se l’abbassano per farsi
capire meglio, proprio quando dovrebbero averla sulla bocca. Roba da matti.
Non ci sono in giro venditori di
frutta e verdura, pare che i vigili abbiano fatto delle multe.
Sono stato dal mio consulente per
ritirare la mia cartellina fiscale; non mi hanno fatto salire su al primo piano
a prendermela, me l’hanno scesa loro. E’ vietato – mi hanno detto. Bah, non so
quanto vero!
Intanto le autorità continuano a
dare messaggi contraddittori. Per un verso hanno creato uno stato di quarantena
diffuso e per un altro rassicurano senza fondamento. Per esempio, non si
trovano mascherine e loro invitano a dotarcene. Poi c’è sempre qualcuno che
dice che la mascherina non serve a niente, basta tenersi a distanza.
I negozi di alimentari sono quasi
tutti presi d’assalto. Stamattina nel negozio dove compro il latte gli scaffali
erano semivuoti, e non si tratta di un supermercato tra i più importanti del
paese. E le autorità che dicono? State tranquilli, i negozi di generi
alimentari sono sempre aperti e ben forniti.
Il Presidente del Consiglio
Giuseppe Conte al Tg2 delle 13,00
ha detto che il governo ha stanziato 25 mld di Euro per
fare fronte alla crisi, 20 a
debito, e che l’Europa si è dimostrata benevola nei nostri confronti. Anche
l’opposizione è soddisfatta: Avete visto? – hanno detto Salvini e Meloni – il
governo è venuto sulle nostre posizioni!
Intanto crescono i contagi e i
morti, non solo in Italia. Le atmosfere mi ricordano la poesia di Arnaldo
Fusinato “Le ultime ore di Venezia”: “il morbo infuria, il pan ci manca, sul
ponte sventola bandiera bianca”, che i miei coetanei ricorderanno dai banchi
delle Elementari. Il tricolore, che sventola dappertutto, su ringhiere, balconi
e finestre, ha uno strano significato di bandiera bianca.
Continuano le rivolte nelle
carceri, con morti e feriti, fra cui agenti della Polizia Penitenziaria. Le
autorità fanno sapere che i morti, ben dodici, tutti detenuti, sono per
overdose avendo abusato di farmaci e metadone dopo essersene appropriati. Si
sarebbero “suicidati”. Tossicodipendenti incalliti in genere sanno fare buon
uso del metadone. A Foggia sono evasi una settantina di detenuti, fra cui
alcuni criminali pericolosi.
Sera – I telegiornali riportano la dichiarazione del direttore
generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus che ormai il coronavirus è
pandemia.
Giuseppe Conte ha firmato un
nuovo decreto più stringente, come anticipato un paio di giorni fa. Sospese
tutte le attività commerciali al dettaglio, chiusi bar e ristoranti. Le aziende
potranno continuare a lavorare ma ad alcune condizioni. Chiusi anche gli uffici
pubblici, ad eccezione di poste e banche. Aperti farmacie e parafarmacie,
tabaccai ed edicolanti, stamperie e poligrafici. Operativi anche gli artigiani,
come idraulici e meccanici.
Domattina valuterò se ritirare
“Presenza” che dovrebbe essere pronta. In fondo posso aspettare, il numero è di
marzo-aprile. Sono stato preveggente a farlo doppio.
Giovedì, 12 marzo. Bar e negozi chiusi, come da Decreto del Presidente
del Consiglio. E quelli, la cui apertura è consentita, in realtà hanno ridotto
il tempo di apertura.
Il calciatore della Juventus
Rugani è risultato positivo al coronavirus. Ne parlavano vicino all’edicola, ma
era anche sulla prima pagina di tutti i giornali.
Telefono all’Editrice, il
giornale sarebbe pronto domani. Vedremo. Ne approfitto per confezionare la
spedizione degli scritti di don Roberto Muraglia per il Museo Storico Italiano
della Guerra di Rovereto.
Sento dalla strada il mio fruttivendolo
che col suo furgoncino carico di frutta e verdura chiama i clienti. Ma non era
proibito?
Nelle farmacie si entra due per
volta. Anche negli uffici postali si entra a numero limitato. Così mi è parso
stamattina passando da Corso Vanini dove c’è l’Ufficio Postale.
Sera – Mi chiama una mia sorella da Berna. Vuole sapere come
stiamo. Segue sempre Rai Uno e sa perfettamente come vanno le cose in Italia.
Mi ha detto che anche lì in Svizzera accadono le stesse cose. Non si trova più
disinfettante. Un medico le ha detto che può procurarselo strizzando un paio di
limoni in un litro d’acqua, che è perfino meglio. Lei, che è presidente di un
gruppo di persone, una specie di associazione di anziane e vedove, ha avuto
l’ordine di sospendere qualsiasi attività sociale. Erano abituate a riunirsi a
festeggiare compleanni e onomastici e a giocare a carte.
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