Domenica, 1 marzo. A quanto pare il “paziente zero”, cioè quello
che avrebbe portato il coronavirus in Italia, sarebbe giunto da noi dalla
Germania o dalla Francia. Non si capisce bene. Sta di fatto che il primo caso
verificatosi è stato il 17 novembre in Cina. Da noi il virus avrebbe iniziato a
circolare ben prima che il “paziente uno” si presentasse all’ospedale, il che è
accaduto il 21 febbraio. Ma in Germania o in Francia, quando?
Mercoledì, 4 marzo. Le disposizioni delle autorità di non
frequentare luoghi affollati noi le disattendiamo regolarmente. All’Università
stamattina c’erano frotte di ragazzi, si muovevano come mandrie. In un bar di
Casarano, mentre aspettavo un amico, una persona anziana diceva ad un’altra:
stanno facendo un gran parlare di questo coronavirus, in fondo si tratta di una
normale influenza. Ma guarda un po’ come cazzo recepisce le cose la gente!
Giovedì, 5 marzo. Intanto il Comune ha riempito i muri di manifesti
per suggerire come comportarsi per evitare contagi secondo le disposizioni
ministeriali. Per richiamare l’attenzione dei passanti ne sono stati incollati
tre/quattro uno accanto all’altro, ricoprendo ampie superfici di muri.
Venerdì, 6 marzo. Mattinata a Galatina per iniziare il nuovo numero
di “Presenza”, di marzo-aprile. Si respira un’aria di preoccupazione in
tipografia. Ad Aradeo ci sono due positivi, un
parrucchiere e la moglie; un altro a Copertino, è un infermiere
dell’ospedale. Un altro a Melendugno: un avvocato andato con la famiglia a
Venezia per il carnevale, se n’è tornato infetto. Osservare le disposizioni
delle autorità è difficile per un popolo anarchico e indisciplinato quale è
l’italiano. Si consiglia di non salutarsi con la stretta di mano, ma lo si fa
normalmente, salvo poi esorcizzare il gesto con una battuta. Sui social
imperversano le barzellette, come quella del bambino che starnutisce e nel
farlo nell’incavo del braccino fa il gesto dell’ombrello; o come quella di un
altro bambino che si avvicina barcollando alla mamma ma appena sente che è
tornato lo zio dalla Cina fa una giravolta e scappa via manco Mennea.
Sera. In edicola trovo un manualetto del “Corriere della Sera”: 50 domande sul Corona Virus. Gli esperti
rispondono. E’ semplice e ben articolato, istruttivo e pratico.
Sabato, 7 marzo. Ore 9,15 – telefono al mio dottore, gli chiedo se
è disponibile per una breve conversazione sul coronavirus, sì insomma, per
un’intervista. Ci diamo appuntamento per le 10. Puntuale viene. Parliamo per
una buona mezz’ora. Mi spiega come comportarsi se si avvertono sintomi
sospetti: si telefona al proprio medico, che non viene a visitarti, ma per
telefono ti fa il triage, ossia ti
gestisce la fase sintomatica con farmaci e comportamenti indicati, se le cose
peggiorano allora, sempre tramite il tuo medico, si fa intervenire il 118 per
farti il tampone.
Il governo incomincia ad adottare
provvedimenti seri, segna le zone rosse in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna,
dove ci sono focolai d’infezione, da e in quelle zone non si esce e non si
entra.
Scoppiano rivolte nelle carceri.
I detenuti protestano contro il divieto dei colloqui coi parenti. La rivolta
coinvolge più di venti carceri, praticamente tutta l’Italia penitenziaria.
Domenica, 8 marzo. Incredibile! Davanti ad una caffetteria, a
Taurisano, verso sera una cinquantina di giovani, maschi e femmine, sono
addossati come sardine uno sull’altro in uno spazio non più ampio di otto-dieci
metri; festeggiano la festa della donna e se ne fottono del coronavirus e del
governo!
Lunedì, 9 marzo. Ai funerali di F.B., morto a 83 anni, non sono
state date le condoglianze ai famigliari con la solita stretta di mano. C’era
l’avviso sui manifesti. E’ il primo caso a Taurisano di esenzione per evitare
affollamenti. Qualche giorno fa a S. Marco in Lamis, in provincia di Foggia, a
causa proprio delle condoglianze ad un funerale sono rimaste contagiate un po’
di persone. Il morto – lo si è saputo dopo –
era positivo al coronavirus.
Sulle porte delle chiese i
parroci hanno esposto l’avviso che per ottemperare alle disposizioni ministeriali
il Vescovo ha sospeso le cerimonie religiose in tutta la diocesi.
Il governo, per arginare il
ritorno di massa dei meridionali residenti nel Nord – ne sono arrivate migliaia
– ha preso nuovi provvedimenti, ha nordizzato il Sud. Non ci sono più zone
rosse ma tutta l’Italia è zona protetta, non ci si può spostare da un paese
all’altro se non per comprovati motivi che devono essere di assoluta necessità.
In farmacia non ci sono
mascherine.
La Cancelliera Merkel
ha detto che l’epidemia contagierà il 60% della popolazione tedesca. Se così
dovesse accadere, allora la situazione sarebbe davvero drammatica.
Cresce e si aggrava la rivolta
nelle carceri. Si protesta anche per il sovraffollamento e si chiede l’indulto.
Era prevedibile che quella del divieto dei colloqui era solo la causa
scatenante.
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