L’umanità si perpetua attraverso
le nascite di esseri umani. Se non si fanno figli l’umanità va ad esaurirsi e a
scomparire. Non fare figli è come fare una guerra infinita fino
all’annientamento di tutti gli esseri viventi. L’umanità, infatti, può
scomparire in due modi: o non mettendo al mondo altri esseri umani o uccidendo
quelli esistenti. A saldo zero, questo significa.
Confesso che a fare un
ragionamento del genere provo vergogna perché è di una banalità assoluta.
Eppure in Italia solo perché il Ministero della Salute, con la ministra Lorenzin ,
ha lanciato una campagna sulla fertilità di uomini e donne, è successo l’ira di
Dio. Una campagna, a dirla tutto, non necessaria ma indispensabile, vista la
condizione igienica, soprattutto mentale, di tanta parte della società, ormai allo stato animalesco.
Si consideri quel che succede nei cosiddetti droga-party.
Gli indignatos nostrani hanno tirato fuori millanta ragioni, tutte
fuori tema, come gli asili nido che non ci sono e i soldi che le famiglie non
hanno. Quanto all’accusa che gli spot insultano chi non ha figli, è da ridere.
Stiamo veramente cadendo nell’assurdo, sarebbe come se un professore andasse in
classe e dicesse: nessuno studi, nessuno faccia niente, guai a chi dimostra di
essere bravo, perché così facendo offende chi non può, non sa o non vuole
studiare. Ci sono coppie che non hanno figli? Che non escano di casa quelle che
li hanno!
Ma quando finirà questa
ubriacatura democratica, stupida e ottusa, quanto e più della peggiore ubriacatura
antidemocratica? Quando finirà questo terrorismo ideologico, che ha annientato nelle persone il minimo senso di capacità critica?
Che cosa hanno detto le cartoline
della Lorenzin, ritenute offensive e inopportune? “La bellezza non ha età. La
fertilità sì”. E non è forse vero? Dove sta il motivo di tanta indignazione?
Ogni tanto il governo fa qualcosa di buono e subito arrivano condanne senza
precedenti. Una cattiva informazione produce l’effetto di mettere al mondo
figli in età avanzata col risultato di gravi patologie del nascituro. Invece di
dire: “brava la Lorenzin”, vorrebbero crocifiggerla.
“Datti una mossa, non aspettare
la cicogna”. Qui il suggerimento è più cogente. Non aspettare che il figlio
arrivi per caso, magari non voluto e, se non buttato via per aborto, accettato
come un fastidio o addirittura una calamità. I figli bisogna volerli. Che c’è di
male a ricordarlo a tante coppie italiane, che, all’età di quarant’anni e
passa, di fare figli non ne vogliono sapere? E’ sconveniente ricordare loro,
che, pur in difficoltà economiche, fare dei figli è dovere umano e sociale? In
Italia evidentemente sì.
“La fertilità è un bene comune”.
Giusto, la coppia che può generare figli possiede una risorsa importante i cui benefici ricadono sull’intera società, sull’intera
nazione, sull’intera umanità. Ne è responsabile, la deve saper gestire. Chi ha
un bene lo deve mettere a disposizione della società. Tanto vale sia per i beni
materiali (economia) sia per quelli naturali e personali come la possibilità di
dare un contributo al genere cui si appartiene, in questo caso il genere umano,
o al paese di cui si è cittadini, come il paese di appartenenza nazionale.
“La Costituzione tutela la
procreazione cosciente e responsabile”. Negli artt. 29-31 la Costituzione,
anche se non nella formula esplicita della cartolina del “Fertility day”,
favorisce il formarsi della famiglia, “come società naturale fondata sul
matrimonio” (art. 29) e “protegge la maternità” (art. 31). E’ sconveniente
ricordarlo agli italiani, che hanno la Costituzione “più bella del mondo”? Che
poi anche in questo settore le cose non funzionino alla perfezione, è un altro
discorso. Ma che cosa funziona alla perfezione in Italia?
“Infezioni sessualmente
trasmesse? Anche no. Difendi ogni giorno la tua fertilità”. Questa è forse la
cartolina meno coerente, perché invita a fare sesso ma a premunirsi di
preservativo per non riumanere contagiati e mettere a rischio la propria
fertilità. L’uso del preservativo mette al riparo da infezioni ma è un invito a
non fare sesso per procreare. E’ un dettaglio di incoerenza, che si può capire
nel contesto di una campagna mirata non all’aumento demografico ma alla
fertilità.
“Non mandare gli spermatozoi in
fumo”. L’invito è rivolto agli uomini, i quali, fumando, impoveriscono la
propria potenzialità procreativa. Anche qui non si tratta di una campagna contro
il fumo – in tal caso dovrebbe coinvolgere anche le donne – ma in favore della
fertilità.
Qualcuno di questi messaggi, che
dovrebbero essere discussi come problematiche familiari e sociali al “Fertility
day” del 22 settembre, crea qualche perplessità, ma in buona sostanza
l’iniziativa è positiva. Lo è soprattutto in altro senso. Essa ha messo allo
scoperto le vere ragioni delle donne a non volere figli. Finora hanno detto, ma
continuano a dire, che non possono per ragioni economiche e sociali: il lavoro,
la precarietà, il disagio di conciliare più ruoli, l’insufficienza di un solo
stipendio, l’obbligo di fatto del lavoro e via di seguito. In realtà la ragione
è che c’è una tendenza femminile, ma supportata dai maschi, al rifiuto della
maternità come ingiustizia di genere, come una “condanna” della quale le donne
si vogliono emancipare. Il modo come hanno reagito alla campagna del governo la dice
lunga sulle vere ragioni. Rifiuto di genere ma anche diffusa insensibilità
politica e culturale. A nessuno importa più di dare una continuità alla civiltà
italiana, a perpetuare quel tipico essere italiani che nella storia ha prodotto
quello che tutti sappiamo o dovremmo sapere. Non si tratta di neorazzismo. Non
siamo fessi! Si tratta di rispondere produttivamente e convenientemente ad una
eredità ricevuta. La vogliamo dissipare? Accomodiamoci.
Intanto, si è fatto marcia
indietro. Le cartoline sono state ritirate, anche se la campagna “Fertility
day” continua in altro modo. Che vogliamo? Siamo in democrazia, tutto passa attraverso
il filtro del consenso. I voti sono come il carburante, si può avere una
Ferrari, ma se non c’è benzina non si fa un passo. Renzi si è dissociato.
L’uomo di plastilina teme di perdere altro consenso.
E il Papa? Non pervenuto. Non si
occupa di queste cose. Anzi, ricordiamo quel che disse: donne, non fate figli
come conigli! Altro che crescete e moltiplicatevi.
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