domenica 4 settembre 2016

Brava Lorenzin: fare figli è un dovere


L’umanità si perpetua attraverso le nascite di esseri umani. Se non si fanno figli l’umanità va ad esaurirsi e a scomparire. Non fare figli è come fare una guerra infinita fino all’annientamento di tutti gli esseri viventi. L’umanità, infatti, può scomparire in due modi: o non mettendo al mondo altri esseri umani o uccidendo quelli esistenti. A saldo zero, questo significa.
Confesso che a fare un ragionamento del genere provo vergogna perché è di una banalità assoluta. Eppure in Italia solo perché il Ministero della Salute, con la ministra Lorenzin, ha lanciato una campagna sulla fertilità di uomini e donne, è successo l’ira di Dio. Una campagna, a dirla tutto, non necessaria ma indispensabile, vista la condizione igienica, soprattutto mentale, di tanta parte della società, ormai allo stato animalesco. Si consideri quel che succede nei cosiddetti droga-party.
Gli indignatos nostrani hanno tirato fuori millanta ragioni, tutte fuori tema, come gli asili nido che non ci sono e i soldi che le famiglie non hanno. Quanto all’accusa che gli spot insultano chi non ha figli, è da ridere. Stiamo veramente cadendo nell’assurdo, sarebbe come se un professore andasse in classe e dicesse: nessuno studi, nessuno faccia niente, guai a chi dimostra di essere bravo, perché così facendo offende chi non può, non sa o non vuole studiare. Ci sono coppie che non hanno figli? Che non escano di casa quelle che li hanno!
Ma quando finirà questa ubriacatura democratica, stupida e ottusa, quanto e più della peggiore ubriacatura antidemocratica? Quando finirà questo terrorismo ideologico, che ha annientato nelle persone il minimo senso di capacità critica? 
Che cosa hanno detto le cartoline della Lorenzin, ritenute offensive e inopportune? “La bellezza non ha età. La fertilità sì”. E non è forse vero? Dove sta il motivo di tanta indignazione? Ogni tanto il governo fa qualcosa di buono e subito arrivano condanne senza precedenti. Una cattiva informazione produce l’effetto di mettere al mondo figli in età avanzata col risultato di gravi patologie del nascituro. Invece di dire: “brava la Lorenzin”, vorrebbero crocifiggerla.
“Datti una mossa, non aspettare la cicogna”. Qui il suggerimento è più cogente. Non aspettare che il figlio arrivi per caso, magari non voluto e, se non buttato via per aborto, accettato come un fastidio o addirittura una calamità. I figli bisogna volerli. Che c’è di male a ricordarlo a tante coppie italiane, che, all’età di quarant’anni e passa, di fare figli non ne vogliono sapere? E’ sconveniente ricordare loro, che, pur in difficoltà economiche, fare dei figli è dovere umano e sociale? In Italia evidentemente sì.
“La fertilità è un bene comune”. Giusto, la coppia che può generare figli possiede una risorsa importante i cui benefici ricadono sull’intera società, sull’intera nazione, sull’intera umanità. Ne è responsabile, la deve saper gestire. Chi ha un bene lo deve mettere a disposizione della società. Tanto vale sia per i beni materiali (economia) sia per quelli naturali e personali come la possibilità di dare un contributo al genere cui si appartiene, in questo caso il genere umano, o al paese di cui si è cittadini, come il paese di appartenenza nazionale.
“La Costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile”. Negli artt. 29-31 la Costituzione, anche se non nella formula esplicita della cartolina del “Fertility day”, favorisce il formarsi della famiglia, “come società naturale fondata sul matrimonio” (art. 29) e “protegge la maternità” (art. 31). E’ sconveniente ricordarlo agli italiani, che hanno la Costituzione “più bella del mondo”? Che poi anche in questo settore le cose non funzionino alla perfezione, è un altro discorso. Ma che cosa funziona alla perfezione in Italia?
“Infezioni sessualmente trasmesse? Anche no. Difendi ogni giorno la tua fertilità”. Questa è forse la cartolina meno coerente, perché invita a fare sesso ma a premunirsi di preservativo per non riumanere contagiati e mettere a rischio la propria fertilità. L’uso del preservativo mette al riparo da infezioni ma è un invito a non fare sesso per procreare. E’ un dettaglio di incoerenza, che si può capire nel contesto di una campagna mirata non all’aumento demografico ma alla fertilità.
“Non mandare gli spermatozoi in fumo”. L’invito è rivolto agli uomini, i quali, fumando, impoveriscono la propria potenzialità procreativa. Anche qui non si tratta di una campagna contro il fumo – in tal caso dovrebbe coinvolgere anche le donne – ma in favore della fertilità.
Qualcuno di questi messaggi, che dovrebbero essere discussi come problematiche familiari e sociali al “Fertility day” del 22 settembre, crea qualche perplessità, ma in buona sostanza l’iniziativa è positiva. Lo è soprattutto in altro senso. Essa ha messo allo scoperto le vere ragioni delle donne a non volere figli. Finora hanno detto, ma continuano a dire, che non possono per ragioni economiche e sociali: il lavoro, la precarietà, il disagio di conciliare più ruoli, l’insufficienza di un solo stipendio, l’obbligo di fatto del lavoro e via di seguito. In realtà la ragione è che c’è una tendenza femminile, ma supportata dai maschi, al rifiuto della maternità come ingiustizia di genere, come una “condanna” della quale le donne si vogliono emancipare. Il modo come hanno reagito alla campagna del governo la dice lunga sulle vere ragioni. Rifiuto di genere ma anche diffusa insensibilità politica e culturale. A nessuno importa più di dare una continuità alla civiltà italiana, a perpetuare quel tipico essere italiani che nella storia ha prodotto quello che tutti sappiamo o dovremmo sapere. Non si tratta di neorazzismo. Non siamo fessi! Si tratta di rispondere produttivamente e convenientemente ad una eredità ricevuta. La vogliamo dissipare? Accomodiamoci.
Intanto, si è fatto marcia indietro. Le cartoline sono state ritirate, anche se la campagna “Fertility day” continua in altro modo. Che vogliamo? Siamo in democrazia, tutto passa attraverso il filtro del consenso. I voti sono come il carburante, si può avere una Ferrari, ma se non c’è benzina non si fa un passo. Renzi si è dissociato. L’uomo di plastilina teme di perdere altro consenso.

E il Papa? Non pervenuto. Non si occupa di queste cose. Anzi, ricordiamo quel che disse: donne, non fate figli come conigli! Altro che crescete e moltiplicatevi.           

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