domenica 9 agosto 2015

Sandra Dicursi, nonostante tutto...


L’ultima ce la offre la stampa di questi primi giorni d’agosto. Una consigliera comunale di Manduria, Sandra Dicursi, si fa riprendere mentre fa il saluto romano insieme con altre persone e carica la foto sul suo profilo facebook con la scritta “Se ci fosse il Duce!”. Apriti cielo, si è scatenata la canea antifascista. Canea…canea, sissignori! Esiste una canea antifascista più stupida di quella fascista dei tempi del Duce.
Dato per scontato l’intento provocatorio ed esibizionistico del soggetto, come ormai accade sui social, specialmente con donnette stupide e maschietti idioti, il gesto della Dicursi offre l’opportunità di fare una piccola riflessione sul fascismo e l’antifascismo.
Come ognuno sa o dovrebbe sapere il fascismo fu un regime che durò circa vent’anni, il Ventennio per eccellenza. Come accade per ogni fatto della storia e per ogni prodotto della natura ebbe diverse fasi, nel corso delle quali si caratterizzò per cose buone, per altre meno buone e per altre ancora decisamente cattive e nefaste. Non ci sono prove che il consenso che ebbe, certificato dagli storici, fosse coatto, imposto con minacce e torture. Diciamo che essere fascista durante il fascismo era comodo, bello e produttivo. Via, siamo un popolo esperto di venti e di direzioni da farla pure a Eolo, il dio dei venti.
Non si può avere perciò sul fascismo un giudizio complessivo e totale né in senso positivo né in senso negativo. Nella storia ci sono fenomeni che non si discostano minimamente da quelli naturali. Per cui può anche non piacere un fenomeno politico, come può non piacere il freddo o il caldo eccessivi, ma non si possono eliminare; possono solo passare, e passano.
Si può essere fascisti per quanto di buono fece il fascismo dal 1922 al 1938 e antifascisti per quanto fece di cattivo dal 1938 al 1945. Né le cose buone devono indurre a considerar buone anche le cattive; né le cattive a considerar cattive anche le cose buone. Mi scopro inventore dell’acqua calda; ma in Italia simili invenzioni vanno per la maggiore.
Lo Stato sociale, lo Stato industriale, lo Stato garante dell’ordine, della giustizia e dell’efficienza, le grandi opere pubbliche, la fondazione di numerose città, relativamente ai tempi e a come questi lo consentivano, sono aspetti ormai universalmente riconosciuti come non buoni, ma ottimi. Poi ci furono le restrizioni di libertà, le leggi razziali e la guerra; e questi aspetti non si può considerarli che pessimi, sempre in rapporto ai tempi e ai modi.
Per quanto riguarda gli aspetti buoni del fascismo, gli antifascisti totali vorrebbero cancellarne perfino le insegne e i simboli materiali, la paternità, non potendo cancellare la storia, per poter accreditare un’immagine del fascismo interamente negativa e basta. Ogni tanto tornano a voler cancellare i fasci e le scritte da quel monumento o da quell’edificio. Per questa gente non si deve concedere al fascismo nulla che possa in qualche modo restituirgli un minimo di positività. Questo è l’atteggiamento degli antifascisti, più totalitari dei fascisti. Non inganni i nomi di noti buonisti alla Cazzullo, che sostengono simili cazzullate. Propongo formalmente di sostituire la parola minchiata con cazzullata. Quando il fascismo o l’antifascismo non sono ragionati, delle due l’una: o lo si è fatto proprio inconsapevolmente per idiozia e conformismo o per consapevole ricerca di carriere e prebende. Non saprei dire di Cazzullo e compagni. Così, su due piedi Cazzullo mi sembra fifty-fifty.
Per quanto riguarda, invece, gli aspetti negativi, leggi razziali e guerra – altro discorso va fatto sulla libertà – va detto senza equivoci che furono scelte sbagliatissime; anche a voler fare a meno del senno del poi. Le leggi razziali, specificamente rivolte contro gli ebrei, furono un danno per l’Italia, perché gli ebrei saranno pure odiosi per quello che è il loro stereotipo ma sono persone valide, eccellenti, lavorano e producono ad ogni livello e in ogni settore, sono la ricchezza del paese che li ospita. Chi li ha perseguitati nella storia non ha fatto una bella fine. Gli ebrei erano italiani a tutti gli effetti e andavano difesi come ogni altro connazionale, direi che per alcuni di essi si poteva anche menar vanto di averli tra gli italiani più illustri. Quindi l’averli perseguitati fu un errore e un orrore imperdonabili. La guerra non andava fatta, anche se non è facile rimanere fuori da un conflitto mondiale, salvo a scegliersi uno spazio di subalternità, i cui riflessi vanno a ricadere in ogni altro settore della vita e primo fra tutti quello economico. Ma non andava fatta perché il governo doveva sapere che non eravamo in grado di farla; sapeva che noi italiani venivamo da una serie di guerre perse per patente incapacità di farle. Se si esclude la Grande Guerra, vinta anche e soprattutto per la scelta della coalizione, le altre sono state un fallimento seriale.
Il fascismo e l’antifascismo tuttavia – e qui veniamo al nodo della questione – non sono solo fatti, sui quali si dovrebbe semplicemente valutare sulla base dell’accaduto, ma sono anche e soprattutto modi di pensare, di concepire i rapporti sociali, l’organizzazione dello Stato, della Nazione e della Società. La libertà, si diceva. Ecco, qui è più soggettivo lo stare da una parte o dall’altra, per pura indole e per la sua declinazione col vissuto; fermo restando che quando un qualsiasi regime si forma è perché la realtà lo consente. Voglio dire che se giunge un regime di tipo fascista – Se ci fosse il Duce! – il paese è ormai in maggioranza fascista, le cose stanno in un modo tale che esse richiedono quel tipo di governo.

Per tornare alla provocazione della consigliera Dicursi, che cosa ha voluto dire con quel suo gesto? Stupidità ed esibizionismo a parte, di cui si diceva in apertura, semplicemente che nel paese si avverte sempre più il bisogno di un governo che garantisca l’ordine e l’efficienza, l’onestà e la giustizia. C’è a chi non piacciono queste cose? E’ normale, ma il paese sta per non poterne più di tanta superficialità amministrativa, di tanto malcostume, di tanta giustizia politicizzata, di tanto pecorume francescano, di tanto disordine anche spicciolo e diffuso. Lanciare un allarme oggi, sia come sia, vale assai di più di un impegno più drammatico domani. Brava, perciò, la Dicursi!           

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