domenica 14 giugno 2015

Contrismo e pensiero unico: il coraggio delle idee


Io credo che l’attuale società italiana, ma più in generale europea ed occidentale, stia vivendo una crisi di respiro, di autosoffocamento, nel senso che non riesce a far entrare aria di ricambio nel suo bunker di certezze. Domina il pensiero unico, fondato sull’accettazione incondizionata di una serie di “valori” che vestono la vita in bianco e nero: da una parte c’è il bene, dall’altra il male. Paradossalmente il pensiero dominante non è condiviso convintamente che da una piccola parte del pubblico; la stragrande maggioranza è obnubilata dalla propaganda o dalla convenienza di non dispiacere agli altri, secondo un istinto di condivisione comune di ciò che appare, perché propagandato come unico comune bene. Se non si è d’accordo si viene confinati nel male; ciò che a nessuno piace. Questo pensiero si fonda sulla legittimazione dell’assioma “è lecito ciò che mi piace e perciò mi sia consentito”. Tanto, per il presupposto che gli individui sono tutti eguali e tutti hanno gli stessi diritti, a prescindere da ogni condizionamento storico o necessità sociale. Alcuni esempi:
- Un maschio vuole diventare femmina e viceversa? Glielo si conceda.
- Una coppia vuole che i figli prendano il cognome della mamma piuttosto che del padre o di entrambi, alla spagnola? Glielo si conceda.
- Gli omosessuali vogliono sposarsi e adottare bambini? Lo si conceda.
- Milioni di individui lasciano la loro terra e si riversano nella terra altrui? Lo si conceda.
- Una donna non può concepire secondo processo naturale? Le si conceda di farlo secondo le tecniche odierne.
-  Due coniugi vogliono un figlio con gli occhi azzurri e i capelli biondi? Lo si conceda se c’è una tecnica adeguata.  
- Una donna non vuole partorire se già incinta? Le si conceda di abortire.
- Un coniuge non vuole più l’altro coniuge, indipendentemente dal motivo? Gli si conceda il divorzio a prescindere.   
- Una donna vuole diventare prete? Pardon, pretessa? Lo si conceda.
-  Una persona vuole ammazzare un’altra per una ragione qualsiasi? No, questo no, ma se già l’ha fatto, venga compresa nel suo individualissimo bisogno e la si metta in libertà dopo un periodo di rieducazione.
- Una persona vuole soddisfare un desiderio o un bisogno e non ha i mezzi? La si comprenda e se ricorre al furto, alla rapina o all’omicidio, le si prepari una via d’uscita comoda e tranquilla.
Si potrebbe continuare in questo processo di deregulation, di abbattimento cioè di modelli e di regole da osservare.
Chi si oppone a tutto questo in nome di altri modelli etici, famigliari e sociali, è l’unico a non avere diritto alla comprensione e alla legittimazione. Costui è un reprobo, un malvagio, indegno di stare nella società dei buoni, degli eguali; è un fascista, è uno da mettere alla gogna, che ha sempre torto con chiunque abbia una lite o un semplice dissenso. La persecuzione del dissenziente o del contrista è sistematica, terroristica. Chi si oppone ha cucita sul petto la stella che lo espone alla pubblica persecuzione.
E’ per questa discriminazione di base che la gran parte degli esseri si guarda bene dal pronunciarsi contro l’andazzo imperante e a condannarsi all’ostracismo. Così, pur avendo forti e convinte riserve o addirittura avversione per certe cose, dice che è d’accordo, esprime consenso, addirittura entusiasmo. Un consenso del genere può diventare invasivo e opprimente come accade nei regimi totalitari. Si verifica l’assurdo che un simile consenso, se pure di facciata, porta la società verso il suo annientamento. Pochi vogliono giungere ad un porto, ma tutti prendono l’unica nave che a quel porto fa approdare.
Contro una simile deriva è necessario essere contro, dirlo apertamente, battersi perché certe cose non passino, opporsi con tutti i mezzi; e occorre farlo anche provocatoriamente, esageratamente, perché come in natura così nella società ad una forza occorre contrapporsi con un’altra forza uguale e contraria.
Chi non vuole che la nostra Italia venga invasa da immigrati africani e asiatici, che in prospettiva muteranno e annienteranno la nostra civiltà, oltre che crearci danni nell’immediato, lo deve dire forte e chiaro, strafottendosene del papa, del presidente della repubblica, del presidente del senato, del presidente della camera e di qualsiasi altro presidente o persona per così dire di alto profilo o di riguardo. Tra tutti i diritti di cui un individuo deve godere quello di essere contro è il più naturale.
Oggi la società ha bisogno di anticorpi, ha bisogno di eroi. Questi anticorpi e questi eroi sono i contristi, quelli che non hanno difficoltà a dirsi e a farsi contro tutto ciò che guasta l’appartenenza culturale, l’identità civile, il modello sociale in cui si crede.
A chi ti dice: ma a te che importa se due gay si sposano, occorre rispondere che importa assai perché si sta parlando della comune società. Non esistono due società: la tua e quella dei gay. Esiste una sola società: o la tua o la loro.
A chi ti dice che accogliere i bisognosi è un principio indiscutibile, risponderai che l’accoglienza deve essere sempre razionata, da ratio (ragione) e che nessuna accoglienza può mettere in crisi la propria esistenza, l’equilibrio sociale. Non esistono due Italie: la tua e quella di chi vuole ibridare una civiltà di tre millenni; dunque o la tua o la loro.
A chi ti dice che così non concedi libertà agli altri, risponderai che è tutto il contrario, sono gli altri che non danno libertà a te, perché essi intendono costruire una società che non concede di esistere a chi non la pensa come loro; risponderai che la libertà va intesa entro una cornice di cose condivise e che fuori di questa cornice non ci può essere che lo scontro.

1 commento:

  1. Molto interessante.Sono pessimista però...questa è una società ,purtroppo,
    persa!!!

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