Io credo che l’attuale società
italiana, ma più in generale europea ed occidentale, stia vivendo una crisi di
respiro, di autosoffocamento, nel senso che non riesce a far entrare aria di
ricambio nel suo bunker di certezze. Domina il pensiero unico, fondato
sull’accettazione incondizionata di una serie di “valori” che vestono la vita
in bianco e nero: da una parte c’è il bene, dall’altra il male. Paradossalmente
il pensiero dominante non è condiviso convintamente che da una piccola parte
del pubblico; la stragrande maggioranza è obnubilata dalla propaganda o dalla
convenienza di non dispiacere agli altri, secondo un istinto di condivisione
comune di ciò che appare, perché propagandato come unico comune bene. Se non si
è d’accordo si viene confinati nel male; ciò che a nessuno piace. Questo
pensiero si fonda sulla legittimazione dell’assioma “è lecito ciò che mi piace
e perciò mi sia consentito”. Tanto, per il presupposto che gli individui sono
tutti eguali e tutti hanno gli stessi diritti, a prescindere da ogni
condizionamento storico o necessità sociale. Alcuni esempi:
- Un maschio vuole diventare
femmina e viceversa? Glielo si conceda.
- Una coppia vuole che i figli
prendano il cognome della mamma piuttosto che del padre o di entrambi, alla
spagnola? Glielo si conceda.
- Gli omosessuali vogliono
sposarsi e adottare bambini? Lo si conceda.
- Milioni di individui lasciano
la loro terra e si riversano nella terra altrui? Lo si conceda.
- Una donna non può concepire
secondo processo naturale? Le si conceda di farlo secondo le tecniche odierne.
- Due coniugi vogliono un figlio con gli occhi
azzurri e i capelli biondi? Lo si conceda se c’è una tecnica adeguata.
- Una donna non vuole partorire
se già incinta? Le si conceda di abortire.
- Un coniuge non vuole più l’altro
coniuge, indipendentemente dal motivo? Gli si conceda il divorzio a
prescindere.
- Una donna vuole diventare
prete? Pardon, pretessa? Lo si conceda.
- Una persona vuole ammazzare un’altra per una
ragione qualsiasi? No, questo no, ma se già l’ha fatto, venga compresa nel suo
individualissimo bisogno e la si metta in libertà dopo un periodo di
rieducazione.
- Una persona vuole soddisfare un
desiderio o un bisogno e non ha i mezzi? La si comprenda e se ricorre al furto,
alla rapina o all’omicidio, le si prepari una via d’uscita comoda e tranquilla.
Si potrebbe continuare in questo
processo di deregulation, di
abbattimento cioè di modelli e di regole da osservare.
Chi si oppone a tutto questo in
nome di altri modelli etici, famigliari e sociali, è l’unico a non avere
diritto alla comprensione e alla legittimazione. Costui è un reprobo, un
malvagio, indegno di stare nella società dei buoni, degli eguali; è un
fascista, è uno da mettere alla gogna, che ha sempre torto con chiunque abbia
una lite o un semplice dissenso. La persecuzione del dissenziente o del
contrista è sistematica, terroristica. Chi si oppone ha cucita sul petto la
stella che lo espone alla pubblica persecuzione.
E’ per questa discriminazione di
base che la gran parte degli esseri si guarda bene dal pronunciarsi contro
l’andazzo imperante e a condannarsi all’ostracismo. Così, pur avendo forti e
convinte riserve o addirittura avversione per certe cose, dice che è d’accordo,
esprime consenso, addirittura entusiasmo. Un consenso del genere può diventare
invasivo e opprimente come accade nei regimi totalitari. Si verifica l’assurdo
che un simile consenso, se pure di facciata, porta la società verso il suo
annientamento. Pochi vogliono giungere ad un porto, ma tutti prendono l’unica
nave che a quel porto fa approdare.
Contro una simile deriva è
necessario essere contro, dirlo apertamente, battersi perché certe cose non
passino, opporsi con tutti i mezzi; e occorre farlo anche provocatoriamente,
esageratamente, perché come in natura così nella società ad una forza occorre
contrapporsi con un’altra forza uguale e contraria.
Chi non vuole che la nostra Italia venga
invasa da immigrati africani e asiatici, che in prospettiva muteranno e
annienteranno la nostra civiltà, oltre che crearci danni nell’immediato, lo
deve dire forte e chiaro, strafottendosene del papa, del presidente della
repubblica, del presidente del senato, del presidente della camera e di
qualsiasi altro presidente o persona per così dire di alto profilo o di
riguardo. Tra tutti i diritti di cui un individuo deve godere quello di essere
contro è il più naturale.
Oggi la società ha bisogno di
anticorpi, ha bisogno di eroi. Questi anticorpi e questi eroi sono i contristi,
quelli che non hanno difficoltà a dirsi e a farsi contro tutto ciò che guasta l’appartenenza
culturale, l’identità civile, il modello sociale in cui si crede.
A chi ti dice: ma a te che
importa se due gay si sposano, occorre rispondere che importa assai perché si
sta parlando della comune società. Non esistono due società: la tua e quella
dei gay. Esiste una sola società: o la tua o la loro.
A chi ti dice che accogliere i
bisognosi è un principio indiscutibile, risponderai che l’accoglienza deve
essere sempre razionata, da ratio
(ragione) e che nessuna accoglienza può mettere in crisi la propria esistenza,
l’equilibrio sociale. Non esistono due Italie: la tua e quella di chi vuole
ibridare una civiltà di tre millenni; dunque o la tua o la loro.
A chi ti dice che così non concedi libertà agli altri, risponderai che è
tutto il contrario, sono gli altri che non danno libertà a te, perché essi
intendono costruire una società che non concede di esistere a chi non la pensa
come loro; risponderai che la libertà va intesa entro una cornice di cose
condivise e che fuori di questa cornice non ci può essere che lo scontro.
Molto interessante.Sono pessimista però...questa è una società ,purtroppo,
RispondiEliminapersa!!!